COSA C’È DI NUOVO

GIUSTIZIA: COSÌ FAN TUTTI

L’Italia dei delitti e delle pene è uno strano paese. Un paese che si sente insicuro (insicurezza percepita, dicono), ma nel quale diminuiscono i delitti, mentre aumentano quelli che sparano alle spalle ai pochi ladri rimasti. Un paese dove i grandi evasori, quelli sì veri ladri, la fanno franca, anzi li condonano: si chiama sicurezza leghista, per chi non l’avesse capito!
Un paese dove una sera, in un Hotel romano, cinque signori, tre magistrati e due “onorevoli” si scambiano delle opinioni (si fa per dire) su chi nominare pubblico ministero alla Procura di Roma nella quale uno dei due onorevoli è rinviato a giudizio, facendo al tempo stesso un favore a un magistrato del Tribunale dove sono indagati i genitori di un caaaro amico suo! Il risultato è “.. che la volontà di un imputato [contribuisce] alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”!
Dicono che non è reato, anche perché così fan tutti, alla faccia della repressione dei crimini e in nome della legalità. Dicono che i nomi sono stati scelti su indicazione di un anziano signore un po’ verde di cognome, di recente apparentamento leghista tramite figlia! Insomma una storia di famiglie, verrebbe da pensare, un po’ mafiose.
Questo mentre uno sciopero non dichiarato, ma efficacissimo, consegue dopo molto tempo un pieno successo: è lo sciopero dei costruttori che, bloccati nei loro traffici dal Codice degli appalti e dai controlli dell’ANAC hanno a loro volta bloccato i cantieri, accusando la burocrazia. Si è trattato di un’azione silenziosa e subdola, costellata di richieste di adeguamento dei bandi per sopravvenuti maggiori costi, il tutto per allentare i controlli e le verifiche. Risultato: meno controlli sulla sicurezza sul lavoro, più possibilità di subappalto, più affidamenti diretti senza gara o allo stesso progettista che così può progettare, realizzare l’opera e al tempo stesso controllarsi!
Strano diritto, strana giustizia: si chiama giustizia del fare! Poche seghe, si fa, si realizza senza guardare in faccia a nessuno e non importa chi ci guadagna e chi ci perde, perché a guadagnarci e a perderci tanto son sempre i soliti: i padroni da un lato gli altri dall’altro! E già, i padroni: hanno sempre più mano libera con i lavoratori. In campagna niente rispetto dell’orario di lavoro, si paga a nero e a volte non si paga, si alloggiano i lavoratori (immigrati ma non solo) in container e baracche, a con orari di 11 – 12 ore di lavoro, senza sicurezza sui luoghi di lavoro e nell’industria e nei servizi lavori precari e sottopagati con il costo del lavoro al ribasso che diventa l’elemento di competizione. In queste condizioni è ovvio che la produttività cala e il paese va a ramengo. Intanto la legge sul caporalato non funziona, la violazione delle norme di sicurezza non viene sanzionata e diminuiscono le tutele verso fasce sempre più ampie di lavoratori non garantiti.
È il lavoro illegale che ingloba il lavoro legale; è l’esercito industriale di riserva e il mercato nero del lavoro che si mancia il mercato del lavoro ufficiale e legale in un processo di precarizzazione sociale progressivo e inarrestabile che coinvolge i lavoratori tutti, italiani e non. Intanto lo slogan prima gli italiani lascia viva l’illusione che sia possibile a questi almeno garantire i diritti o la tutela dei diritti e invece sempre più meno diritti per tutti.
Ma ancora una volta è la giustizia leghista, ragazzi!