BUON 2025

IL TRIENNIO NERO

Il governo Meloni si accinge ad entrare nel suo terzo anno di governo ed è
presumibile che, caso unico negli ultimi decenni, riesca a portare a termine la legislatura per intero. Il segreto?
Non c’è un segreto. La compagine governativa della segretaria di FdI è di un livello infimo. Si fanno paragoni con il fascismo, ma se si esclude il ceppo di provenienza, Mussolini (che era un criminale ma non un idiota) non si sarebbe certo circondato di una tale corte di scappati di casa. A parte Starace, utile per prendersi le contumelie al posto suo, la parte tecnocratica era in mano a gente seria. Gente della classe dominante, ovviamente.
Ma la Meloni avrebbe potuto anche nominare un cavallo come ministro, perché il suo mandato non è quello di governare l’Italia (per quanto si dichiari, del tutto inopinatamente “una patriota”), ma di assolvere ai compiti che le sono stati assegnati a livello transnazionale.
Questo sia sul fronte della più radicale ortodossia ordo-liberista Union-europea che su quello iperliberista statunitense ben rappresentato dall’accoppiata Musk-Trump che, in questo paradossale gioco, avversa in maniera palese l’Europa.

FARE I COMPITI INSIEME

Mentre, quindi, sul piano internazionale la Presidente del Consiglio non ha mosso un dito per modificare la situazione sia per l’assetto economico che strategico, dimostrandosi anzi una delle più fedeli esecutrici di un atlantismo viscerale, su quello interno porta avanti – o meglio, lascia portare – una politica identitaria/fascista che è però uno scatolone vuoto. Del resto, ad onor del vero, neppure la “vera” destra fascista al potere ha mai toccato i punti cardine del sistema di produzione capitalista, anzi, ne ha accentuato in maniera estrema le caratteristiche di sfruttamento, camuffandole dietro la narrazione di un socialismo nazionale, in cui il padrone e l’operaio lavorano per lo stesso obiettivo.
Oddio, c’è da dire che questa stessa concezione, che è stata da sempre tipica dei fascismi (la mitica e inesistente “terza via”) è stata poi adottata interamente dalle “sinistre” post ‘89 le quali, nei comportamenti reali, hanno prodotto una vera e propria devastazione dei diritti sociali. Quelle stesse sinistre che poi sono pure diventate guerrafondaie.
In questo caso, e mi si perdoni la parentesi, siamo davvero di fronte ad un comportamento quasi (quasi, perché alla fine non possiamo dire che siano davvero la stessa cosa, altrimenti cadremmo in un vuoto qualunquismo), speculare.
Da una parte si appare nazionalisti e patrioti all’interno, mentre si adotta un comportamento del tutto ortodosso all’esterno, dall’altra si usa la stessa retorica, ma virata verso uno pseudo-progressimo di facciata e mantenendo intatta la subalternità alla Nato e al dogma ordo e neoliberale. Forse è anche per questo che la sinistra da tempo non appare più una credibile alternativa?
Insomma l’”arrabbiata” Meloni è un cagnolino ubbidiente e l’arrivo di Trump e Musk ne faranno il loro alfiere nello scontro interno al capitale americano (fra quello globalista e quello – ugualmente pervasivo – dei cosiddetti “sconfitti” dalla globalizzazione – se tali si possono chiamare gli stramiliardari che giocano in questa partita).

IL NEMICO MARCIA ALLA TUA TESTA

Un governo di destra in questa fase era quello che necessitava al capitale. Dopo l’esperienza con gli ex-sinistrati che hanno adempiuto bene allo stesso ruolo, qualcosa si era inceppato. Per uno strano caso del destino il governo PD-5Stelle aveva osato mettere in campo 2 proposte, assai ininfluenti e anzi potremmo dire inutili o quasi, come il reddito di cittadinanza e il 110%.
Un gravissimo affronto per il pensiero neo-liberale, ovvero l’idea che la politica possa tornare ad occuparsi dell’economia di un paese. Partì così un vergognoso battage mediatico contro i c.d. “furbetti” del reddito di cittadinanza sbattuti ogni giorno sulle prima pagine di giornali e tg, come se la violazione di una legge fosse condizione per eliminare la legge e non per farla rispettare.
Uno schifoso linciaggio pubblico, con mandante la classe dominante italiana e transnazionale che, quando serve non si ferma davanti a nulla.

SANTO MANGANELLO

Ma le politiche della destra, per quanto limitate all’Italia non sono per questo meno pericolose. Anzi.
Rispolverato il manganello da sotto il doppiopetto: in questi 2 anni e mezzo abbiamo assistito ad una ripresa in grande stile delle repressioni di piazza, all’aumento delle sanzioni penali. Mentre dall’altro lato, ovviamente, la Fornero, se possibile è ancora peggiorata, le pensioni sono aumentate di € 1,80 mentre i ministri guadagneranno oltre € 7.000,00 in più al mese. Non c’è che dire, proprio una politica patriottica e a favore degli italiani.

GUERRA BIPARTISAN

Purtroppo lo scenario è così deprimente che l’opposizione, anche quando si fa sentire non è neppure in grado di chiamare le cose con il loro nome. Quella che era la sinistra è ormai così sputtanata che pare difficile anche un minimo rinsavimento. Se nelle politiche nazionali pare svegliarsi solo quando non è al governo (e quando lo è stata ha avuto responsabilità pesantissime) in quelle internazionali è completamente perduta. Filo-Nato, a favore delle armi all’Ucraina, inerte sul genocidio a Gaza. Quali speranze possono provenire da questa parte?

LA GUERRA DEI TRENTA ANNI

Negli ultimi 30 anni il Medio Oriente è stato ridotto ad un tale cumulo di macerie che le continue precisazioni su “Assad dittatore”, “Saddam sterminatore”, “Gheddafi criminale” e via dicendo appaiono come foglie di fico appiccicate con lo sputo. Paesi con situazioni interne ovviamente difficili e complesse (tra l’altro eredi diretti della cinica – a dir poco –
politica anglo-francese durante la prima guerra mondiale), ma che avevano raggiunto livelli di vita perlomeno decenti e con strutture industriali non da buttar via, sono stati riportati ad una specie di preistoria post-nucleare (una specie di cyberpunk realizzato) della quale non si vede la fine. Una intera porzione di pianeta che si era avviata, certo con difficoltà, fatica, corruzione, repressione e chi più ne ha più ne metta (da questo punto di vista l’occidente inventore del nazionalsocialismo soffre proprio di gravi amnesie nel permettersi di giudicare) verso un orizzonte laico in cui il fondamentalismo religioso pareva ormai roba del passato (oppure non era neppure mai esistito), è ormai da decenni in un continuo caos, dove le pause di normalità sono un eufemismo.
In questo contesto Assad, Gheddafi e finanche Saddam (gli ultimi 2 ammazzati al di fuori di ogni minimo rispetto del diritto internazionale, proprio come nella peggiore delle politiche coloniali ottocentesche) appariranno (o meglio ormai appaiono) alla stregua di un’era perfino impossibile da ricordare come realmente esistita. Che la cosa non sia verasecondo standard occidentali che lo stesso occidente dimostra di non voler ammettere per nessun altro che per sé – è difficile da sostenere di fronte alla situazione attuale.
Non so se vi siano agenti coscienti del caos, io propendo più per il finale (assai più preoccupante) del film “Burn after reading”.
“Cosa abbiamo imparato da questa storia?…niente! Bè almeno abbiamo imparato a non rifarlo più…ma non abbiamo fatto niente!…Che cazzo di casino.

ORIZZONTI DI GLORIA?

Il contesto è quello di un cambio di paradigma, che si prolungherà per molto. Gli USA devono reagire alla perdita di egemonia e per farlo devono combattere contro la Cina. Per questo, probabilmente, Trump dovrà avvicinare Putin per sganciarlo dal gigante cinese e non è detto, come spesso è accaduto, che la vittima sacrificale non diventi Zelensky, costretto a trattare dopo centinaia di migliaia di morti. In questo contesto l’Unione Europea ha esaurito il suo ruolo, se mai ne ha avuto uno. I paesi che la compongono sono in libera uscita: da una parte l’Ungheria di Orban non ha alcuna
voglia di mettersi contro la Russia, vista anche la sua posizione geografica, ma quello che oggi è veramente dirimente appare la crisi profonda della Germania, sulla cui misura l’Unione venne costruita.
Una Germania che è il vero obiettivo degli USA (siano rappresentati essi da Biden o Trump) . L’occasione (ma mai neppure proposta) di essere un continente con una politica autonoma è stata ormai gettata alle ortiche con la decisione di armare l’Ucraina, un paese che non è né nella Nato né nell’Unione, dissanguando le proprie risorse economiche e militari per conto degli USA, la cui industria degli armamenti non è mai stata così florida. E poi tacendo sul genocidio di Gaza. Un continente destinato all’insignificanza strategica. Un suicidio in piena regola.

LA DESTRA GLOBALE

Ecco dunque che in questo contesto, il riallineamento a destra di molte nazioni ha una logica che esula dai singoli paesi. Gli Stati Uniti in crisi d’egemonia devono trovare alleati ed esecutori più affidabili dei precedenti. La narrazione è sempre la solita: complotti globali, difesa del rude lavoratore autoctono (nella realtà questo equivale a difesa non di diritti sociali ma di una qualche presunta identità virile). Poco o nulla cambia nel capitale globale, visto che il gioco rimane lo stesso. Tuttavia è bene chiarire che questo contesto è la conseguenza di un trentennio di politiche neoliberali messe in atto soprattutto dagli ex-progressisti, oppure potremmo chiamarli “sinistra-imperiale” che hanno predisposto il terreno sul quale i loro avversari giocano molto meglio di loro.

DRAGHI E CAVALIERI

Voglio chiudere con la recente uscita di Draghi che, premettendo una specie di Keynesismo di guerra dice tranquillamente quello che da 30 anni cerchiamo invano di dire. Una verità lapalissiana che è concentrata meravigliosamente nella immagine che la rivista “La Fionda” ha diffuso sul Web. Come sempre noi dobbiamo combattere su tanti fronti: non è perché la sinistra fa schifo dobbiamo pensare che la Meloni ne farà un po’ meno. Ma non possiamo nemmeno dimenticare che abbiamo la Meloni proprio perché la sinistra che abbiamo fa veramente schifo e le schifezze casomai si sommano e non si annullano a vicenda.
Buon 2025!

Andrea Bellucci