Ad ogni riunione, convegno, incontro tra politici, nei quali è presente Zelensky, assistiamo ad una scena che si ripete puntualmente: l’intraprendente ex attore ucraino, già miliardario, Presidente scaduto dell’Ucraina, veste gli abiti del chierichetto in tuta mimetica e si aggira tra i presenti. Sembra agitare un sacchetto come quelli che i preti fanno passare la domenica fra i fedeli per la raccolta delle offerte, ma il suo è fatto della pelle dei soldati ucraini. Rivolgendosi a destra e manca, dice che serve per ottenere raccogliere finanziamenti, acquistare armi da riportare in patria, perché vengano utilizzati per difendere la libertà degli ucraini, sostenendo che quello che presiede è uno Stato che rispetta i diritti di libertà.
Intanto dimentica di dire che, con la scusa della legge marziale, ha soppresso 14 partiti politici, ha creato e sponsorizzato un Chiesa di Stato, scismatica, formata da un clero raccogliticcio e ladrone, che nega la libertà religiosa e si sta impossessando dei beni delle altre Chiese, e soprattutto di quella canonica ortodossa, andando contro la volontà dei fedeli, che secondo il diritto ucraino e quello canonico ortodosso, sono gli unici proprietari delle chiese ed hanno il potere di decidere di quale confessione religiosa far parte.
Alla sua ombra, un pugno di oligarchi, in tutto simili a quelli russi, in quanto sfruttatori del popolo e accaparratori di ricchezze, gozzovigliano e si dividono i finanziamenti che vengono dall’estero e i proventi della guerra, arricchendosi oltre misura, mandando i propri figli all’estero perché non combattano e muoiano, mentre reclutatori inflessibili girano per le strade e per i locali pubblici a caccia di renitenti alla leva, pronti a mandare al fronte i ragazzi di diciott’anni, pur di tenere in piedi un esercito sconfitto, che combatte sui campi di battaglia una guerra inutile e perduta, mentre uno dopo l’altro tutte le sue roccaforti cadono in mano all’esercito russo che avanza e il paese si sbriciola sotto le bombe ai missili.
A pagare le spese di questa guerra inutile, che poteva essere fermata appena qualche giorno dopo il suo inizio, questa guerra per procura del capitalismo anglosassone, scatenata per saziare gli interessi degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, che sta utilizzando gli ucraini nazionalisti come utili idioti e carne da macello, sono i popoli d’Europa, chiamati a dare le risorse, altrimenti destinate al loro welfare, per finanziare un’inutile carneficina.
La guerra d’Ucraina che poteva essere evitata con una trattativa che tenesse conto delle legittime richieste di una parte del popolo ucraino, che non condivideva gli esiti del colpo di Stato nazionalista del 2014, avallati dalla Presidenza Zelensky, che aveva vinto le elezioni promettendo la riconciliazione nazionale e la cessazione del conflitto con gli oblast separatisti, sta distruggendo il popolo ucraino, oggi sparso per il mondo dopo una diaspora tra le più numerose e tragiche, sta minando alla base il futuro dei popoli che fanno parte dell’Unione europea, compromettendo la loro economia, seminando tanto odio tra le popolazioni, che per essere superato e dimenticato, richiederà generazioni.
L’altra vittima del conflitto è il popolo russo, spinto alla guerra dalla paura, dal bisogno di sicurezza, dalla necessità di difendersi da un progetto di frammentazione dell’unità della nazione che è alla base della politica degli interessi e degli obiettivi del capitalismo economico e finanziario anglosassone.
Chi continua a sostenere la guerra fino alla vittoria impossibile dell’ucraina sembra non rendersi conto della dimensione tragica della guerra. A ricordarglielo c’è oggi disponibile un video, girato da una videocamera posizionata sull’elmetto di un soldato ucraino, che riprende due persone che parlano la stessa lingua e che sono costrette per salvarsi la vita a combattere e a uccidere.
”Sei venuto ad invadere casa mia” è l’urlo che si sente prima del duello fra i due.
Il filmato scorre e i corpi dei due si aggrovigliano, vengono sferrati colpi di coltello, il sangue inizia ad impregnare le divise e la terra. Lo scontro si chiude con l’ucraino in fin di vita che chiede di non essere più toccato: “Vattene via, voglio morire da solo”, trova la forza di dire. Il soldato russo ascolta la richiesta e si allontana, lasciandolo da solo a terra.
Le ultime parole del soldato di Kiev sono: “Grazie sei stato il miglior combattente del mondo, arrivederci, sei stato il migliore ….”
Par di vedere sugli spalti in tribuna d’onore Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, Zelensky, Biden, Macron, Scholz, Putin guardare i “gladiatori” nell’arena, pronti tutti a mostrare il pollice verso ai combattenti, che annegano la loro vita nel sangue.
Siano maledetti!!!