DONNE … E ALTRO

Le donne hanno rubato la scena a Trump e nel giorno successivo al suo insediamento le manifestazioni contro di lui sono state così partecipate e numerose da imporsi sulla stampa di tutto il mondo facendo passare in secondo piano la poco partecipata e contestata cerimonia di insediamento del nuovo Presidente. Non è che un inizio di quel che sarà per i prossimi quattro anni il rapporto tra l’amministrazione e le piazze di tutto il mondo e il nostro augurio è che la protesta cresca in qualità, consapevolezza e quantità.
Ma la protesta non basta e occorre mettere in campo delle alternative credibili e che diano risultati. Per farlo bisogna analizzare quali saranno i punti di attacco dell’amministrazione Trump e per farlo non ci vuole molta fantasia. Lo si vede già delle modifiche apportate al sito con il quale la Casa Bianca comunica le sue politiche.
Il primo punto di attacco è già senza dubbio il clima , il riscaldamento atmosferico e tutte le tematiche ecologiche e su questo punto non sarà difficile alle opposizioni aggregare un vasto movimento negli USA e nel mondo. Un movimento trasversale con una base politica allargata anche a quei settori di opinione pubblica di centro che vedono il pianeta deperire, agli stessi cattolici e leader religiosi che, seguendo gli orientamenti della Chiesa cattolica si sono scoperti un’anima ambientalista.
Già, le confessioni religiose: se molte di loro troveranno interessante la lotta che farà il
Presidente, insieme alla Corte suprema, per contrastare il diritto all’aborto non potranno che trovare inaccettabili le restrizioni hai diritti di libertà religiosa che Trump promette soprattutto verso i musulmani. Coinvolti nell’attacco alle libertà civili saranno certamente lesbiche e omosessuali e tutti coloro che hanno problemi di genere e gli appartenenti a tutte le minoranze a cominciare da quella afroamericana.
Tuttavia nella costruzione di una opposizione di massa bisognerà stare attenti all’abilità del Presidente nel dividere perché questi giocherà la borghesia nera e i ceti operai negri ai quali promette rivalutazioni del loro salario contro la parte povera e emarginata della comunità, lo stesso farà con i latino e cercherà di contrapporre come ha fatto riuscendoci in campagna elettorale gli immigrati illegali contro i migranti che hanno acquisito la cittadinanza sostenendo che i primi “rubano il lavoro” ai secondi e contribuiscono a tenere bassi i salari.
La stessa strategia divisiva verrà utilizzata verso ognuno dei blocchi sociali presenti verso la società americana e questo perché Trump sa bene – a differenza dei politici di sinistra anche italiani – che la guerra di classe è in corso e la stanno vincendo i padroni.