APPRENDISTI STREGONI

Il governo giallo-verde, a trazione leghista, si è rivelato per quello che è: un’accozzaglia di incapaci (5stelle) e di delinquenti nel senso, letterale del termine, visto che c’è chi si è appropriato di 49 milioni che restituiranno in 80 anni! Ma attenzione, si tratta d’incapaci nella realizzazione pratica delle cose, ma dagli intenti perversi,  il tutto condito da comportamenti arroganti e presuntuosi.

Colui che sintetizza queste ultime caratteristiche è il Ministro degli Interni. Descritto come grande stratega, e lo è, se si considera una qualità prendere per il culo gli italiani, gonfiando a dismisura il problema dell’emigrazione, presentato come l’origine di tutti i mali. Ha fatto il bullo bloccando le navi che salvavano i migranti, lasciando che affogassero; è andato a far visita ai lager libici per verificare che li torturassero. A corto di migranti per assenza di sbarchi, per alimentare e gonfiare il problema, ha interrotto le attività d’integrazione e ha sparpagliato i migranti sul territorio in modo da prorogare l’emergenza o li ha internati senza processo in strutture di detenzione. Quelli buttati fuori da ogni struttura li ha affamati, inducendo alcuni di loro a delinquere per disperazione e bisogno di sopravvivenza. Si esibisce nell’attività di ruspista e non perde occasione per proporsi sui social a tutte le ore. Il cosiddetto decreto sicurezza è un monumento all’orrore.
Di caratura certamente inferiore è assurto ad emblema della stupidità il Ministro preposto alle infrastrutture: incapace di proporre e far approvare almeno lo spostamento dell’approdo del gasdotto sulla costa pugliese per gestire il problema TAP, arrogante per essere convinto di fare le scelte migliori, ha gestito con ritardi e confusione enorme la ricostruzione del ponte di Genova; incapace di predisporre un piano per il recupero delle infrastrutture obsolete e la tutela del territorio, è succube del collega leghista Ministro degli interni nella gestione dei porti.
Si potrebbero scrivere numerosi volumi sulle incapacità e le nefandezze degli altri Ministri, tra i primi quello preposto allo sviluppo economico e al lavoro, il quale mentre propone e propaganda il reddito di cittadinanza come strumento d’introduzione al lavoro, blocca la possibilità di assumere nel pubblico impiego. Il risultato è quello di escludere dai posti a disposizione dei centri per l’impiego quelli pubblici, divenendo così uno degli affossatori della sua stessa proposta ! La manina che modifica i provvedimenti in corso d’opera è lui: andrebbe denunciato per sabotaggio dell’azione di governo.

Dall’imbecillità alla pericolosità

Abbiamo appena fatto riferimento all’agire da stolti: ma ci sono anche i provvedimenti pericolosi come quelli del Ministro della famiglia, il quale pensa di risolvere il problema demografico regalando ettari di terreno per ogni figlio nato; di destrutturare la legge sul divorzio per costringere alla coabitazione anche chi non va più d’accordo, pensando che, odiandosi sotto lo stesso tetto, i coniugi prima o poi finiscano per fare figli. C’è il Ministro dell’Istruzione che, d’accordo con quella alle Autonomie e gli Affari Regionali, pensa a regionalizzare la scuola in modo da conferirle una impronta etnico territoriale in un’epoca d’internazionalizzazione della formazione e del sapere. Ne la suddetta Ministra è meno pericolosa nel proporsi di realizzare la “mitica” secessione del Nord attraverso il trasferimento di competenze alle regioni, realizzando l’atomizzazione delle regioni [per inciso ricordiamo che il provvedimento chiave della dissoluzione della ex Jugoslavia fu la trasformazione della scuola da sistema nazionale in regionale!
C’è poi chi dopo i tanti discorsi e le tante promesse, accaparratosi il Ministero della difesa, pensa che gli F 35 sono indispensabili alla difesa della nazione e costituiscono una spesa prioritaria, in barba non solo alle promesse elettorali, ma ad ogni evidenza. C’è chi si dedica al Ministero della Giustizia con il decreto cosiddetto anti corruzione, ma non affronta il problema della durata dei processi e non fa nulla per restituire competenze alla magistratura onoraria, accelerando così la durata dei processi; che non mette mano ai bandi per l’informatizzazione in attesa di definire le cordate alle quali attribuire gli appalti.
Intanto il Parlamento che doveva essere il centro della gestione del Paese ha raggiunto la produttività più bassa rispetto ad ogni altra legislatura. I provvedimenti vivono di vita mediatica, di messaggi sui social, di affacci sui balconi che, non abituati a sostenere il peso di tanta gente, minacciano di crollare come quello della Camera dei Deputati.
Il paese aspetta, aspettando di vedere il risultato di tanta confusione e tanto casino e assiste imperterrito all’approvazione di una manovra dettata da Bruxelles, con pesanti condizionamenti sulle spese future e dall’efficacia quantomeno incerta. Se non ci fossero stati i “gilet gialli” al costringere Macron a calare le brache e a sforare il bilancio non ci sarebbe stato nemmeno l’accordo con l’Italia. Altro che capacità di trattativa!

L’opposizione che non c’è

L’opposizione si limita a grida e strepiti in aula, a proteste sulla procedura adottata, ma non è in grado di produrre alcuna mobilitazione a livello sociale. A scendere in campo sono da un lato le Madamin e le associazioni del mondo produttivo (non è più tempo di capi e quadri distrutti dalla crisi che dettero vita alla marcia dei 40.000) e dall’altro i No TAV, nel disperato tentativo di contrastare lo scempio di risorse e del territorio voluti dai sostenitori di un investimento palesemente improduttivo e fuori dal tempo.
E questo mentre il dissesto idrogeologico del paese non viene affrontato e i terremotati dell’Abruzzo e delle Marche trascorrono il loro terzo anno in alloggi provvisori che marciscono. Mentre i giovani continuano ad emigrare, a fronte dell’impossibilità di trovare lavoro. Mentre la scuola e l’Università deperiscono per assenza assoluta di investimenti. Mentre le risorse del sistema sanitario nazionale diminuiscono sempre di più e l’unico piano di settore del governo sembra essere quello di accorciare le aspettative di vita.
Altro che governo del cambiamento, Bisognerebbe parlare del Governo della continuità!
Mentre tutto questo succede i media e i social montano il mito del “ritorno del guerriero”, il signor Di Battista, demagogo errante, animatore di interventi di ONG in America Latina, il cui errare per quel continente è stato paragonato al viaggio di Che Guevara per quelle contrade volto a conoscere e capire i drammi della povertà per porvi rimedio.
Il fatto è che la storia quando si ripete lo fa spesso come farsa e questo è uno di quei casi!

La Redazione