CI SONO CONFLITTI E CONFLITTI
L’opinione pubblica internazionale è stata più volte richiamata a condannare e a preoccuparsi del “pazzo” Kim Jong Un, l’ormai noto leader della Corea del Nord, accusato di preparare un ormai prossimo conflitto nucleare, tenuto a bada dall'(ir)responsabile Presidente degli Stati Uniti. Fiumi di inchiostro ci hanno informato delle nefandezze del regime di Pyongyan, dell’assenza di libertà civili e politiche nel paese, della fame e delle sofferenze della popolazione sacrificata alla realizzazione del programma missilistico e nucleare del paese.
La crisi coreana sembra ora essersi avviata verso una trattativa, una volta che la Corea del Nord ha acquisito le condizioni necessarie per poter trattare per un accordo di non aggressione da parte occidentale. Alla soluzione della crisi e alla denuclearizzazione dell’area sono interessati non solo la Corea del Nord il Giappone e la Cina, ma anche gli USA, interessati a contenere le nascenti capacità offensive della Corea del Nord.
Contemporaneamente passa in sordina il massacro ulteriore in corso in Siria sia per quanto riguarda le azioni di guerra verso l’area di Ghauda, ovvero l’area periferica intorno alla città di Damasco, ad opera del governo di Assad e dei russi, sia per quanto riguarda le operazioni militari turche verso la regione di contro i curdi dell’Unità di protezione popolare (noti con la sigla YPG) stanziati nella zona di Afrin, nel nord-ovest della Siria. Ad essere colpita a Ghauda è soprattutto la popolazione più povera della Siria perché in quest’area una volta florida e una delle poche agricole che poteva beneficiare di acqua, col tempo se è concentrata la popolazione sfuggita ai mille massacri avvenuti in terra siriana.
In quanto alle operazioni militari portati avanti nell’area di Afrin, al ridosso con il confine turco, queste sono condotte dall’esercito turco (l’operazione è stata battezzata da quel mattacchione di Erdogan Ramoscello d’ulivo) e dal cosiddetto esercito libero siriano anti Assad. A scontrarsi sono un esercito appartenente alla NATO – quello turco – contro le truppe che sul campo hanno combattuto, con il sostegno USA contro lo Stato islamico, sobbarcandosi il peso dello scontro sul terreno con Daesh.
Si tratta di un segnale preciso lanciato a tutta l’area mediorientale: gli Stati Uniti sono inaffidabili e mollano i loro alleati alla prima occasione, mentre in soccorso dei curdi si muovono l’esercito regolare siriano e quindi i russi: è come dire a tutti che la sola protezione vera ed affidabile nell’area è quella russa!
Nei fatti ancora una volta è la popolazione a pagare il prezzo della guerra sia che si tratti dei curdi che dei siriani.