I VOLENTEROSI (CON IL SALVADANAIO – ED IL CULO – DEGLI ALTRI)

L’INTELLETTUALE DISORGANICO
Mentre scrivo queste poche righe a Roma si sta attrezzando una manifestazione che a chiamarla tale ci vuole davvero fantasia. Lanciata da un ex-77ino (ma dell’area FGCI, un ossimoro) che da divertente scrittore satirico (ai tempi di “Cuore”) è diventato adesso il vate(r) della sinistra dei centri storici. Ovviamente ricco (e chi potrà mai fargliene una colpa?) scrive da anni banalissimi pensieri su quello che è diventato il peggiore quotidiano della borghesia (se esiste qualcosa a forma di borghesia in Italia)  “progressista” italiana, ovvero “Repubblica”, che riesce ormai ad essere peggio del “Corriere “ e della “Stampa”.

UNA PIAZZA PER CASO?
Una manifestazione che metterà insieme pezzi di non si sa cosa e dove ognuno andrà con il proprio distinguo. Un bel patchwork rappresentativo della confusione che regna nella testa della c.d. “sinistra” italiana. Compresi CGIL e l’ANPI che riescono a produrre comunicati che sembrano scritti da uno schizofrenico o parte del copione di “Ecce Bombo”. Per l’Europa si dice. Ma perché non per il Messico? Ma di cosa stiamo parlando? Di quali valori si ciancia? Non ho mai visto una piazza più sponsorizzata, questa dai signori dabbene. Non certo una chiamata per ricordare almeno i 70.000 morti di Gaza, non solo uccisi, ma come è ormai ufficiale, torturati, massacrati impunemente. E che ti vuoi sporcare le mani con il rischio di farti chiamare antisemita?

LE CARIATIDI D’ASSALTO
Ma a latere e sopra questa specie di “marcia dei 40.000” stanno arrivando i sostenitori delle “radiose giornate di maggio”, anche se declinate a marzo.
Una schiera di più o meno vecchi, ma tutti belli che rincoglioniti che alza gravi lai per la mancanza di combattività della gioventù italica.
Il ruolo di questi “intellettuali” da strapazzo è quello di dare una patina di rispettabilità, acquisire consenso e sdoganare il lessico della guerra. Si tratta di una storia già vista, se non fosse per una particolarità. I bellicisti ed interventisti della guerra ‘14 (per l’Italia ‘15) ‘18 (che poi andranno a formare la base del fascismo) perlomeno, se non tutti almeno in parte, si arruolarono davvero. Erano giovani che contribuirono a forzare l’opinione pubblica (popolo e parlamento erano contrari) e fecero sì che l’Italia entrò in guerra. Ovviamente anche il loro ruolo era quello di utili idioti al servizio dell’industria bellica e della potenze europee che avevano interesse a far sì che l’Italia si unisse al conflitto per alleggerire il peso sul fronte occidentale.
Oggi, invece, assistiamo, ad un gruppo di pseudo-colti decotti, infoiati per la guerra e non adepti della destra ma, anzi, che si qualificano come progressisti e laici. E su questo fronte (è proprio il caso di dirlo) sfondano molte più porte rispetto alla destra. Curiosamente in questo demenziale scenario (demenziale perché non penso proprio per nulla che il capitalismo, nella sua fase bellicista, sia in qualche modo un agente razionale, basta intendersi sul significato di questa parola) i militari e la destra appaiono quelli che esprimono opinioni (che possono essere strumentali, ma non per questo
meno vere) molto più caute in merito all’utilizzo di un lessico bellicista.
Ma quel che è più carino è che questi rimbambiti in guerra non c’andranno mai, a meno di non essere usati come zavorra da lanciare dagli f-35.

FUORI DAL PATTO-DENTRO IL PACCO
Ascoltando le parole di quella specie di ologramma nazistoide denominato Ursula Von Der Leyern viene da chiedersi cosa si sia inceppato nel meccanismo che una volta si chiamava “capacità logica” (non uso il termine “pensiero critico” perché quello ormai ce lo siamo giocato). Ma come? Sono 20 anni che le politiche della UE hanno distrutto
letteralmente l’economia europea, adottando in maniera forsennata ed ideologica i dettami di un folle ordoliberismo accompagnato dal sacro terrore dell’inflazione, anche a costo di far morire tutti di fame, ed adesso si spendono 850 miliardi di euro, fuori da ogni patto di stabilità, per armamenti. Ospedali, pensioni, paesi come la Grecia mandati in fallimento,con conseguenze devastanti sul piano della vita stessa. Tutto dimenticato nel nome del riarmo. Una follia, sì, ma non per tutti. L’unico politico italiano che l’ha fatto rilevare è Salvini (e Conte). Siamo davvero in un universo inedito.

ADDAVVENÌ
Ma come ha fatto la ex-sinistra (nel caso italiano addirittura comunista) a farsi il primo latore di questa furia guerrafondaia? Si tratta di un giacobinismo d’assalto che ha sposato nel corso dei decenni varie illusioni pseudo-religiose.
Se prima era lo Stalin dell’addivenì baffone (perlomeno una illusione concreta) nel corso del tempo, cadute le dighe ideologiche, in pratica la sinistra si è innamorata di ogni proposta irrazionale salvifica. Dall’URSS al delirio per l’Unione Europea il passo è stato breve (le diffidenze erano più da lato del PSI, devo dire con molte più ragioni). La boria di credersi i migliori ha fatto il resto. Non una analisi razionale della situazione internazionale, ma un afflato mistico. E gli adepti di questo credo vanno nei consessi pubblici e, quel che è peggio, nelle aule scolastiche a raccontare la fandonia dei 70 anni di pace. Una balla di dimensioni stratosferiche che per smentirla non è neppure necessaria una approfondita analisi o particolari letture, basterebbe aver osservato quello che è realmente successo. La “realtà effettuale” di machiavelliana memoria.

VENGHINO SIORI
Ma l’aspetto più interessante, che vede da un lato l’Europa ormai fuori da qualunque concreto gioco internazionale (in 3 anni di guerra non è arrivata una proposta di pace che sia stata una. Proposte realistiche non le favole disneyane del “ritiratevi” e tutto torna come prima) e, dall’altro una narrazione completamente distorta, è la forma
che prenderebbe questo riarmo.
Innanzitutto l’Unione Europea non esiste come organismo statale. Del resto una struttura nata partendo dal tetto (ovvero dalla moneta) non s’è mai vista. La UE non potrà mai essere un superstato. L’ideologia su cui è stata costruita, l’idealismo folle e pericoloso da cui ha preso avvio, (una specie di “come eravamo cattivi perché ci siamo fatti la guerra ora stiamo tutti vicini vicini”) la convinzione che la “storia” finisca da qualche parte (anche questa idea è figlia di una visione religiosa delle vicende umane) e che poi divenga immutabile (per dirla con Draghi e Mattarella “L’unione Europea è irreversibile”….). Detto questo, non esistendo la UE come Stato, questo diluvio di danaro per le armi sarebbe speso dalle singole nazioni. Già un bel criterio, che poi riarmare la Germania è sempre un ottimo viatico. Quindi, il riarmo non potendo essere della UE sarà dei paesi. Ed una volta riarmati che si fa? Ci si spara a vicenda? Mi pare ovvio che quella della difesa dai “cosacchi” (che poi erano anche Ucraini) sia una gigantesca truffa.
La Russia è la prima potenza nucleare mondiale. Contro l’Ucraina ha usato una forza limitata perché, si sa, puoi fare il tiro al bersaglio con i sottouomini palestinesi (che tanto sono tutti terroristi, specie dopo morti), ma non si possono uccidere troppi civili bianchi e simili a noi (per i militari non c’è problema, il numero non si saprà mai). Nel caso di una guerra in Europa le cose andrebbero diversamente.

KEYNESISMO MILITARE
E allora a che serve spendere 850 miliardi in armi? Per difendersi dalla Russia assolutamente no e, credo (per quanto dubiti della sanità mentale di una leadership europea assolutamente incapace) che almeno di questo ne siano tutti consapevoli. Anzi, diciamo che il riarmo viene strillato proprio perché sono sicuri che la guerra non ci sarà, poi sulla sicurezza ovviamente ci sarebbe da andare cauti, diciamo che la volontà di questa élite di politici bolliti è assai distante da imbarcarsi in una guerra reale.
Si tratta, come mi pare evidente, di un rilancio della spesa militare che finirà per ingrassare moltissime industrie americane (Trump è un campione: fa la pace da solo con la Russia, sminuisce la Nato e dice alla UE: “volete difendervi” “pagare”!) e anche diverse europee ed italiane. Un riarmo quindi che serve essenzialmente alla spesa pubblica a rilanciare il profitto. Poteva quella cifra essere dedicata ad altro? No, perché la mission della UE è: austerità, risparmio, taglio delle pensioni e privatizzazione della sanità, il contrario vanificherebbe i pilastri su cui si tiene la baracca.

MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIÙ?
Ancora a latere del riarmo è nata poi l’altra boutade, questa più pericolosa, dei “volenterosi”, che sarebbero i rappresentanti con il petto in fuori di una UE che Trump e Putin non considerano ormai neppure più degna di una telefonata. Neppure la mitica Gran Bretagna pare più tanto apprezzata dal padrone dell’impero (ma non era uscita dalla UE?). A parte il nome (ma non hanno un ufficio marketing adeguato?), qui siamo di fronte ad un dramma adolescenziale.
Si vuole dimostrare di contare ancora qualcosa, dopo aver eseguito i compiti del padrone precedente. E invece niet! Per questo tutti insieme come un sol uomo dettano le loro condizioni alla Russia: “pace giusta, torni dov’era prima dei confini”. Ci vorrebbe lo sparaflash di “Men in Black”, oppure uno psichiatra bravo. La speranza è che anche questa sia una boutade ad uso di telecamere e che Putin apprezzi le battute.

Andrea Bellucci