Il paese di bengodi

Per la fascistissima premier al governo tutto va bene e non potrebbe andare meglio e questo malgrado che, come afferma il rapporto Oxfam sull’Italia “In Italia, a fine 2022, l’1% più ricco era titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione, la cui quota di ricchezza nazionale si è dimezzata in un anno. D’altra parte la ricchezza dei cinque miliardari più ricchi al mondo è più che raddoppiata, in termini reali, dall’inizio di questo decennio, mentre la ricchezza del 60% più povero dell’umanità non ha registrato alcuna crescita, ma tutto questo è considerato normale e comunque è condiviso da coloro che hanno votato per i partiti di governo. Il potere economico crescente di capitalisti e oligarchi, le loro rendite di posizione consentono l’accumulazione di enormi fortune nelle mani di pochi e generano incolmabili diseguaglianze nella società, utilizzando il potere della politica come una leva potentissima per alimentare le disuguaglianze.
Contro questo attacco le classi subalterne e sfruttate non hanno una strategia, non
dispongono di organizzazioni e strutture che possano consentire loro di organizzarsi per contrastare questo dominio e creare almeno le premesse per ribaltare i rapporti di forza e di potere. Pertanto ,in questa situazione, non rimane che cercare almeno di analizzare e capire la strategia dell’avversario di classe perché questo costituisce il primo passo per far si che i poteri pubblici riconquistino centralità, promuovendo società più eque e coese ed un’economia più giusta ed inclusiva.
Certo non è il comunismo anarchico e la società di liberi ed eguali che vorremmo, ma costituisce almeno l’aspirazione ad una società più umana, meno segnata dalla disuguaglianza e dallo sfruttamento, che risparmi la vita a un migrante che viaggia e le consenta di sperare in una vita migliore, che affranchi lavoratrici e lavoratori da salari di fame, che consenta loro di avere figli, nutrirli e dare loro un’istruzione dignitosa, che dia la possibilità di vivere in una casa sana, di disporre di un’assistenza sanitaria universale e per tutti.
Tutto questo diventa ogni giorno di più un’aspirazione per un numero sempre minore di persone, negata da chi detiene il potere economico e politico, che utilizza l’invidia sociale, alimenta l’odio tra i poveri, suggerisce ad ognuno di ricorrere all’arte di arrangiarsi, sottraendosi ai propri doveri sociali e di solidarietà, che vede le tasse come un pizzo odioso al quale sottostare e al tempo stesso consente ai ricchi di vivere in un loro mondo.
É paradossale che siano proprio molti grandi ricchi a chiedere di essere maggiormente tassati, avvertendo la pericolosità di questo assurdo squilibrio e la possibilità che la crescente ingiustizia sociale provochi una reazione di rigetto del sistema di sfruttamento e la rivolta sociale.
È tempo che i governanti si accorgano che lo sfruttamento delle risorse naturali non è infinito che la tutela del clima e della natura sono beni preziosi e appartengono a tutta l’umanità e che il rispetto per l’ambiente non può andare disgiunto da quello delle donne e degli uomini e della loro dignità.

Classe politica e odio sociale

La classe politica deve sapere che nulla le sarà perdonato e che prima o poi si faranno i conti. Per ora a prevalere sono i ricatti del potere e i popoli sembrano attraversare una fase di forte delusione, prova ne sia il successo di demagoghi e faccendieri, il riemergere di populisti e il riorganizzarsi dei partiti di destra che approfittano del fallimento delle democrazie liberali per proporre la loro soluzione alla questione sociale. Le forze di sinistra devono capire, imparando la lezione della storia che quando esse scendono a compromessi e lasciano spazio ai padroni per una gestione del potere da
costoro spacciata come “democratica e partecipata” in realtà preparano il terreno alla destra, poiché seminano delusione e scontento aprendo all’affermazione dei fascismi, spesso travestiti da oligarchie.
Solo la chiarezza dei rapporti che scaturisce dall’esito della lotta di classe offre garanzie di uguaglianza e giustizia sociale, consente una vera liberazione dai bisogni, dalla schiavitù salariata, offre la possibilità di essere liberi e realizzare la propria umanità, di far parte di una società solidale. Come comunisti anarchici ne siamo convinti e continueremo a lottare con tutte le nostre forze.

La Redazione