Che c’è di nuovo – Scuola e morte: la mala scuola

Il 21 gennaio 2022 un altro lavoratore è stato colpito dalla morte nera (ci rifiutiamo di chiamarla bianca perche si tratta di un lavoratore a nero, legalizzato): Lorenzo Parelli ha perso la vita a 18 anni, durante il suo ultimo giorno di lavoro in una azienda di carpenteria meccanica di Lauzacco, in provincia di Udine. Il giorno dopo sarebbe tornato sui banchi di scuola, a studiare, se una legge ignobile – quella della “brutta scuola”, una voluta dall’infame Senatore di Rignano – non lo avesse strappato ai suoi compagni di scuola ai suoi docenti, alla famiglia, agli amici, alla vita.
Ricordiamo a tutti di cosa si tratta: è una modalità didattica obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi: 210 ore minime nel triennio per gli istituti professionali che spesso diventano 500, come richiesto da Confindustria e associazioni datoriali, contente di avere manodopera gratuita. È la stronzata più infame della legge 107 del 2015 (La Mala Scuola) in linea con il principio del lavoro come schiavitù salariale; costituisce una regressione dai diritti che priva i giovaani di quello allo studio e all’istruzione, per farli lavorare, il più delle volte non pagati, per quattrocento ore con la scusa di insegnare loro un lavoro. In qualche caso la retribuzione per le ore di lavoro svolte in azienda è stabilita applicando percentuali più basse di salario rispetto a quelle previste dall’accordo interconfederale del 18 maggio 2016 (primo anno scolastico il 45% della retribuzione spettante, il secondo anno il 55%, il terzo anno il 65% e infine il quarto anno il 70%). Il lavoro dovrebbe svolgersi con garanzie di massima sicurezza e sotto la sorveglianza di un tutor: in realtà i ragazzi e le ragazze lavorano come gli altri lavoratori e, come tutti, subiscono infortuni o rischiano la morte come è avvenuto a Lorenzo.
Un marchingegno del genere non poteva che essere frutto di menti malate, che hanno una visione distorta del lavoro. Pur di utilizzare gratuitamente o a basso costo la forza lavoro, privano i giovani del tempo studio necessario a dare loro una formazione di base, quell’insieme di saperi che permetteranno poi di inserirsi nel mondo del lavoro con le conoscenze necessarie a muoversi all’interno di un mercato del lavoro che richiede una versatilità di mansioni e funzioni sempre maggiori per svogere le quali lo stage lavorativo è del tutto inutile, anche perché datato e ristretto ad un unico ambito lavorativo. Per questi motivi, sinteticamente esposti, l’alternanza scuola lavoro costituisce il più nefasto esempio di innovazione del sistema socio-culturale e
scolastico italiano.
Queste considerazioni nulla tolgono all’urgenza di intervenire sul problema generale delle morti sul lavoro. Il ritmo costante di 3 al giorno al quali vanno sommati migliaia di infortuni richiedono un intervento che tarda ad arrivare. La promessa di un aumento degli ispettori del lavoro e quindi la frequenza delle ispezioni è lontana dal trovare attuazione. Occorre prevedere per gli imprenditori inadempienti o comunque colpevoli di aver adottato le previste misure di sicurezza la “pena accessoria” dell’attività di impresa e di assumere dipendenti a vita con olteriori aggravanti di natura detentiva nel caso di deliberata rimozione dei dispositivi di sicurezza in capo ai singoli imprenditori in modo che essi siano indotti nel loro interesse a esercitare ogni forma di vigilanza
possibile sull’organizzazione del lavoro e in redazione all’adozione e al rispetto delle norme di prevenzione.
Nel caso in cui la figura dell’imprenditore sia polverizzata dietro un azionariato diffuso più o meno vasto si dovrebbe poter ricorrere a sanzioni finanziarie pesanti nei confronti di tutto l’azionariato in modo che non solo i manager ma anche i titolari della proprietà vengano gravati dal danno arrecato alle lavoratrici e ai lavoratori.
Non ci illudiamo che queste richieste trovino ascolto, ma si potrebbe almeno riconsiderare la sciocca e inutile “formazione scuola.lavoro” per fare finalmente ragionamenti più realistici sul mercato del lavoro e rendersi finalmente conto di quanto sia strategicamente più importante una formazioe di base a spettro largo, dopo la quale possono essere acquisite le conoscenze specifiche necessareie o attraverso un rapido corso di specializzazione-formazione, o attrverso un rapido periodo di apprendistato, tenendo conto che con molta probabilità oggi un lavoratore/lavoratrice dovrà affrontare nel suo percorso di lavoro più di una fase di riqualificazione e di messa a punto delle proprie capacità lavorative.