GOLIA, IL PERSEGUITATO

Di fronte all’ultimo, ennesimo, massacro su Gaza, ovvero dove una potenza nucleare martella con armi moderne e micidiali una città con la densità di Calcutta e la grandezza di Faenza, la scena mediatica e politica italiana scende l’ulteriore scalino della propria subalternità psicologica, militare, politica.
Mentre i tg nazionali, quelli dove ancora si forma la maggioranza di una nazione invecchiata, parlano di “guerra”, i partiti più rilevanti e ammucchiati al governo sotto la direzione del gran visir del finanzcapitalismo, vanno in rassegna al ghetto ebraico per porgere solidarietà ad Israele.
Questo gesto merita un approfondimento, triplice.
A) Innanzitutto, di fronte a quasi 300 morti, dei quali oltre sessanta bambini e il resto, a maggioranza, civili, la politica si schiera a favore dell’aggressore, uno Stato che ha ignorato un numero imprecisato di risoluzioni dell’ONU e che da decenni fa di tutto per eliminare i palestinesi con ogni mezzo, tramite governi sempre più di destra, che se fossero presenti in qualunque altra parte del pianeta sarebbero definiti fascisti senza appello. Non una richiesta di pace, se proprio non ci si voleva schierare, non un grido, un richiamo. No. Ma l’appello al “diritto di esistere” di Israele. Come se questa oggi fosse la questione dirimente. È talmente incompnsibile questo atteggiamento che non può che essere addebitato ad uno smisurato e subalterno cinismo, oppure ad una
totale perdita di senno.
B) Ma, ammesso che ai nostri “scappasse” così urgentemente di rendere noto a tutti che, da bravi soldatini atlantici, avrebbero espresso la dovuta solidarietà al governo di Israele, non sarebbe stato perlomeno più corretto manifestare di fronte all’ambasciata di Israele? Andare al Ghetto vuol dire legare e collegare Shoah-Israele. Per cui ogni critica allo stato d’Israele diventa critica agli Ebrei e quindi alla Shoah, configurando quindi l’equivalenza Antisionismo=Antisemitismo.
C) Per chiudere questa trilogia degli orrori, ricordo che al Ghetto vi erano anche la Lega e FDI. Ovvero 2 forze di destra, delle quali una direttamente discendente dal MSI, ovvero quel partito nato nell’immediato dopoguerra, formato non solo dai reduci del fascismo, ma proprio da quelli della RSI. Ovvero da quella forza politico-militare che governò una parte d’Italia dopo l’8 settembre e il cui “statuto”, il Manifesto di Verona,
all’articolo 7 recitava “Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”, riprendendo in toto dicitura e legislazione antisemita e responsabile assieme ai nazisti del rastrellamento del Ghetto di Roma, che provocò la deportazione di 1259 persone da cui ritornarono solo 16 in vita. Quella forza politica, FDI, ha ancora la fiamma nel proprio simbolo. È veramente un mondo alla
rovescia quello dove i residenti di un (ex) Ghetto ebraico non cacciano a calci i nipotini di quelli che deportarono e mandarono a morte i propri parenti, amici, correligionari. Ma, ancora più abominevole è che quel che resta della “sinistra” vada a manifestare accanto ai fascisti e ai leghisti, applaudendo pure il discorso di Salvini. I casi sono 2, o sono scemi oppure, restando comunque scemi, la loro parabola e definitivamente
terminata a destra.
La questione che identifica ogni critica ad Israele in quanto stato come antisemitismo è uno di quei nodi irrisolti, e, soprattutto, la dimostrazione della grande e voluta confusione che si vuole mantenere attorno a questa vicenda. Ed è anche il segno dell’egemonia del Sionismo come ideologia trionfante. Infatti, gli ebrei deportati e sterminati dai nazisti non morirono per Israele, essendo, la maggioranza di essi pienamente integrata nei paesi dove vivevano. Come in Germania o in Italia, spesso, anche più integrati degli altri cittadini. In Italia, poi, erano una minoranza che contava poco più di 40.000 persone. Primo Levi era ateo e fu catturato in quanto partigiano. Il Sionismo casomai ha sfruttato ex-post questa vicenda per metterla a fondamento del proprio Stato.
Va bene, ogni Stato-nazione nasce su una coartazione e torsione di un passato. Ma sarebbe bene però chiarire che se Israele è uno stato come gli altri può e deve essere criticato come tutti e, non, mettersi dietro lo scudo dell’antisemitismo e della Shoah. Questo rischia di creare, paradossalmente, ma non tanto, la crescita proprio dell’antisemitismo. Sentimento che, certo, non si può addebitare ai Palestinesi, essendo loro stessi un popolo semita.
L’informazione ha fatto il resto con cronache veramente ignobili, raccontando una inesistente guerra, prendendo per buone le bufale sugli “Scudi umani” (in un contesto come Gaza TUTTI sono scudi umani). Insomma, se ci si vuole capire qualcosa è meglio non vedere TG o leggere giornali.
Infine una considerazione. Il nostro paese è storicamente legato al contesto mediterraneo e abbiamo sempre avuto una particolare attenzione alle vicende Medio orientali. La vicinanza alla causa Palestinese ha attraversato governi di ogni colore. E sono indimenticabili le azioni e anche le frasi pronunciate dai nostri governanti in merito alla vicenda. Per rinfrescare la memoria ne passo un po’ in rassegna «Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista» (Giulio Andreotti, 2006)
« Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. È una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. È un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società » (Sandro Pertini, 1982) «La lotta armata dei palestinesi è legittima» (Bettino Craxi 1985. Qui il filmato https://www.youtube.com/watch?v=8as9n_J-Pvo )-
Potremmo continuare con foto, video, interviste, che dimostrano come l’Italia e i suoi rappresentanti politici abbiano sempre avuto attenzione alla vicenda palestinese.
Il comportamento inqualificabile tenuto dal PD dimostra anche che la politica estera ormai è scomparsa dall’orizzonte del nostro paese. Lo dimostra anche il fatto che sia stata affidata ad una nullità politica come Di Maio.
Ne pagheremo le conseguenze; anzi lo stiamo già facendo.
In ultimo un pensiero alla Lega e a FDI, diventati “per Israele senza se e senza ma”. Non si tratta per niente di un qualche “ravvedimento” rispetto al loro DNA. Essi amano Israele in quanto potenza e ammirano Nethanyau perché è il prototipo del leader al quale si rifanno. Come Bolsonaro e soci. Meraviglia pensare che tanti cittadini italiani di origini ebraiche, pur di giustificare l’ingiustificabile, si appoggino ai fascisti, in un corto circuito ai limiti della demenza.
Per fortuna esistono anche persone come Moni Ovadia che con poche e lapidarie parole riesce a dire quello che molti pensano. Ed è difficile accusarlo di antisemitismo

“La politica di Israele è infame, strumentalizza la Shoah”

(Moni Ovadia 11/5/2021

https://www.globalist.it/cultur e/2021/05/11/l-attacco-di-moni-ovadia-la-politica-di-israele-e-infame-strumentalizza-la shoah-2080170.html )

Andrea Bellucci