OSSERVATORIO ECONOMICO

serie II, n. 15, ottobre 2011

Spread – Più che una parola è una minaccia. Tecnicamente è la differenza tra gli interessi che lo Stato italiano paga per collocare sul mercato i propri titoli e quelli che deve pagare la Germania.
Dal luglio scorso la sua perenne crescita è divenuta l’incubo del governo, perché in pochi giorni si rimangia gli introiti delle manovre economiche che si susseguono a ritmo forsennato e che gravano pesantemente sulle tasche dei cittadini da sempre più esposti alle angherie del fisco.
Viene detto che il male italiano deriva dall’eccessivo indebitamento dello Stato e che i “mercati”, questo ente sovrannaturale, non si fidano della capacità del paese di onorare il debito. Uno sguardo alla tabella sotto fornisce qualche spunto di riflessione.

Stato Rapporto debito-PIL
1 Giappone 225,80
2 Saint Kitts e Nevis 185,00
3 Grecia 162,00
4 Libano 150,70
5 Zimbabwe 149,00
6 Islanda 123,80
7 Giamaica 123,20
8 Italia 118,10
9 Singapore 102,40
10 Belgio 98,00
11 Stati Uniti 95,62
12 Sudan 94,20
13 Irlanda 94,20
14 Sri Lanks 86,70
15 Francia 83,50
16 Portogallo 83,20
17 Egitto 80,50
18 Belize 80,00
19 Ungheria 79,60
20 Germania 78,80

Per prima cosa si nota che il Giappone ha un indebitamento circa doppio di quello italiano e, nonostante da anni l’economia nipponica sputacchi come un motore ingolfato, i mercati si fidano.
L’Islanda ha deciso con un referendum popolare di non onorare il debito e, a parte le lacrime di alcuni banchieri, se la passa discretamente. Il Portogallo ha un debito inferiore a quello della Francia e poco superiore a quello della Germania e sembra che sia il peggior virus dell’economia europea dopo la Grecia. La Spagna, altro paese sotto il mirino della speculazione finanziaria, non compare nella lista dei primi venti stati per indebitamento. Verrebbe da dire che il debito pubblico non è un buon parametro per giudicare la situazione. Il caso più singolare è quello del Belgio che “gode” di un indebitamento molto elevato e che ha attraversato la temperie della crisi per un anno
e mezzo senza un esecutivo in carica. Verrebbe da dire; meglio nessun governo che un cattivo governo. Ma esiste un buon governo?
AAA – La tripla A è il riconoscimento della massima solidità finanziaria che riconoscano le famigerate agenzie di rating. Dopo il clamoroso declassamento degli Stati Uniti, solo tredici paesi “godono” di questo privilegio, ma è doveroso ricordare che anche Francia e Germania sono a rischio retrocessione. È bene pure tenere presente che fino al 2009 anche l’Islanda faceva parte di questo ristretto gruppo di paesi affidabili! Tra di essi figura ancora Singapore, che come abbiamo visto occupa pure il nono posto tra i paesi più indebitati del mondo. Si consideri poi che la struttura produttiva di Singapore non può certo ritenersi imponente, data la ristrettezza geografica, il che fa il paio con la presenza tra i tredici benemeriti del Lussemburgo, altro paese certamente non troppo
esteso e non certo ricco di materie prime. Che significa tutto ciò? Che i parametri con cui sono costruite queste classifiche sono solo finanziari e solo a logiche di speculazione finanziaria corrispondono, e che, per di più, spesso, troppo spesso, essi sono solo funzionali alle manovre speculative delle banche che sono le azioniste delle agenzie di rating. Quando la lista delle triple A sarà risicatissima, la sua esistenza non avrà più alcun valore, anche in considerazione del fatto che tutte le maggiori potenze industriali ne saranno escluse, con buona pace dei mercati.

chiuso il 21 ottobre2011
saverio