Le tante Chiese sotto il regno di Francesco

Il regno di Francesco non è caratterizzato solo dalle attività pedofile del Cardinale australiano Geoge Pell, ma dai crimini ben più gravi e collettivi dell’episcopato e del clero polacco.
Cresciuto e allevato negli insegnamenti di Giovanni Paolo II, al secolo Carol Wojtyła, e quindi esperto nei traffici di carattere finanziario, il clero polacco ha consolidato sempre più la propria posizione nel paese, divenendo la più ricca e potente lobby finanziaria della Polonia, ha ottenuto, dietro lauto compenso la gestione di tutti i servizi sociali alla persona da parte dello Stato e stende la sua ombra sul Governo del paese grazie alla sua alleanza con il Partito Diritto e Giustizia (Pis), che nel 2015 ha vinto le elezioni (il 90 per cento dei cittadini polacchi si definisce cattolico), promettendo tra le altre cose importanti riforme di politica interna a favore della cosiddetta “famiglia tradizionale”. Tra i suoi principali obiettivi la legge sull’aborto e il divieto per legge dell’educazione sessuale.
Già nel 2016 era stata presentata una proposta di iniziativa popolare messa a punto dal movimento Ordo Iuris, un’organizzazione non governativa polacca con sede a Varsavia che opera sotto forma di una fondazione, creata nel 2013 . La proposta è sostenuta da diversi gruppi religiosi cattolici e dalla Conferenza episcopale polacca e vieta l’aborto anche nei casi in cui il feto è malformato. La proposta di legge ha poi assunto il nome di “Stop Aborcji” e l’episcopato polacco ne ha ripetutamente sollecitato l’approvazione, mentre il presidente del partito Diritto e Giustizia, ha dichiarato pubblicamente che per lui la cosa più importante è che il bambino nasca, anche se è sicuro che non potrà vivere, in modo da poter essere battezzato e sepolto.
È da notare che a causa della legge vigente in materia di interruzione della gravidanza, tra le più restrittive del mondo, circa 80 mila donne polacche all’anno vanno all’estero o abortiscono clandestinamente con gravi conseguenze per la loro vita e la loro salute. Attualmente a Varsavia 9 interventi autorizzati su dieci riguardano proprio i casi di malformazione del feto. In generale, dicono le statistiche ufficiali, l’aborto nei casi
di gravi malformazioni fetali rappresenta il 96 per cento degli aborti totali praticati oggi in Polonia: eliminare questa circostanza significherà di fatto vietare l’aborto nel paese.
Più di 200 movimenti e associazioni sono riusciti in marzo a bloccare l’approvazione della legge sostenendo che essa mette «a rischio la salute e la vita delle donne e violerà gli obblighi internazionali della Polonia in materia di diritti umani», ma ora approfittando del fatto che grazie alle norme di contenimento della pandemia sono vietate le manifestazioni pubbliche il Parlamento sta procedendo all’approvazione. Questo mentre il divieto di espatrio, sempre a causa della legislazione anti covid 19, impedisce ai polacchi di recarsi ad abortire in Slovacchia Repubblica, Ceca e Germania (i numeri degli aborti praticati all’estero erano stimati in 100.000 all’anno).
Il disegno criminale di far regredire verso l’oscurantismo la società polacca è completato da un altro disegno di legge per criminalizzare l’insegnamento dell’educazione sessuale, denominato “stop pedofilia”, nel quale si equiparano i sostenitori dell’educazione sessuale ai pedofili (senti chi parla!). Anche questo progetto di legge è sostenuto entusiasticamente dal clero e dall’episcopato.
Verso questa Chiesa cattolica non ci può essere tolleranza alcuna ed essa va combattuta con ogni mezzo . Le sue attività gettano un’ombra profonda sul pontificato dello stesso Francesco.
Passi per l’autonomia degli episcopati nazionali, ma i comportamenti criminali contro i diritti umani non sono tollerabili. I laici ne sono ben coscienti e ancor più i non credenti e perciò devono non lasciarsi affascinare dalle aperture di Francesco, dalle sue attività caritatevoli dalla sua sofferenza per il dolore dell’umanità.
Soprattutto in questi casi la vigilanza va mantenuta alta, pronti a capire le aperture e a salutare le novità positive, ma ancora più determinati a combattere con ogni mezzo qualsiasi attacco alla dignità umana e ai valori di una società laica e libera dal ricatto religioso e dal fanatismo falsamente moralista.