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Occupazione: dati mirabolanti e le assunzioni prosaica verità

Grande enfasi sui dati pubblicati lunedì 1° luglio dall’ISTAT: “mai così bene la disoccupazione da quando sono disponibili i dati statistici, cioè sa sempre”, si è detto. È proprio il caso di leggere attentamente i dati reali usciti martedì 2 luglio su “Il Sole 24 Ore” (a. 155, n° 180, p. 2).
Gli occupati a tempo indeterminato sono cresciti nell’aprile 2019 rispetto al mese corrispettivo del 2019 di 114.309 unità, mentre quelli a tempo determinato sono diminuiti di 113.396. Come si vede un salso pressoché in parità; e bisogna riconoscere che il tanti bistrattato “decreto dignità” un effetto positivo sulla stabilizzazione dei posti di lavoro lo ha avuto. Ma allora dove sta il record tanto declamato?
Sono cresciute di 12.116 unità le assunzioni nell’apprendistato; sono cresciute di 8.434 quelle nei lavori stagionali, diminuite di 289.490 le assunzioni in somministrazione; cresciute di 25.940 quelle a tempo intermittente; cresciute di 50.071 le occasionali.
Le assunzioni in somministrazione (ex lavoro interinale) ha una caratteristica che le altre forme precarie non hanno: il lavoratore somministrato ha gli stessi diritti e le stesse tutele sociali e assistenziali, nonché la stessa retribuzione, dei lavoratori di pari livello assunti direttamente dall’azienda, a parità di mansioni svolte. Ecco il capolavoro: le forme di assunzione precaria che sono cresciute offrono al lavoratore garanzie minori di quella diminuita: effetto anche questo del suddetto decreto.
Il dato totale riserva un’altra sorpresa: rispetto allo scorso anno le assunzioni sono diminuite del 3,4% (205.775 unità). La soluzione sta nel buon andamento del mese di maggio, cui si riferisce il clamore. Su base mensile sono cresciuti i lavoratori occupati di 67.000 unità, ma anche qui occorre andare dentro i dati: 41.000 sono lavoratori autonomi, in gran parte partite IVA fasulle, innescate dalla salviniana flat tax; in più occorre considerare la crescita della cassa integrazione che al momento copre la perdita di posti di lavoro dovuta al fiorire delle crisi aziendali sul tappeto. È così che si raggiunge la sbandierata vetta del 59%. Anche il tasso di disoccupazione (al 9,9%) sotto la “soglia psicologica del 10%, beneficia della crescita degli inattivi (in maggioranza donne) di quelli cioè che il lavoro non lo cercano neppure più.

Il caporale nelle fogne dell’Hotel Metropol di Mosca

Assestato il colpaccio della rateizzazione del furto di 46 milioni di € sottratti allo Stato, da restituire senza interessi e in 76 anni, a rate, e realizzato così uno sconto di poco più di 18 milioni di “valore netto attualizzato” la Lega ha di fatto dimezzato il debito, a dimostrazione che quando i potenti rubano non pagano. Malgrado il valore ingente del malloppo quello deve essere stato ormai speso perciò occorreva trovare nuovo grano: i faccendieri e i bravi soldatini leghisti sono stati sguinzagliati.
Mentre Salvini e il suo sodale Savoini, dopo aver sguazzato nelle fogne dell’Hotel Metropol di Mosca, cercando di accreditarsi per concludere una transazione che avrebbe fruttato 65 milioni di dollari, maldestramente cercano di scrollarsi di dosso il liquame che è rimasto loro addosso, mentre la politica estera italiana imbocca una crisi non dichiarata, ma reale. Per un fatto simile in Austria si è dimesso il Governo e sono state indette elezioni anticipate. In Italia no, l’appropriazione indebita è compatibile con la politica. In fondo si sa i politici hanno la mano lesta |
Nel frattempo la Lega infila un’ulteriore boiata a Bruxelles in occasione delle elezioni del Presidente della Commissione europea. Dopo aver fatto fallire la candidatura di Leo Tindemans che avrebbe garantito l’adozione di una politica espansiva e anti austerity, promette e non mantiene il voto alla nuova Presidente Von der Leyden alla ricerca disperata di un commissario per la Lega.
I politici europei sono meno allocchi dei colleghi italiani e quindi poco disponibili a farsi incartare come abitualmente il caporale fa nel suo paese e del borioso e arrogante milanese se ne fottono bellamente. Giorgetti che è furbo ha fiutato il vento e si rifiuta di andare a Bruxelles a fare la comparsa e preferisce lasciare la patata bollente nelle mani di Lorenzo Fontana certamente più adatto a interloquire con i sovranisti idioti. La Lega si prepara così a uno splendido isolamento in Europa del quale sarà l’Italia a pagare il prezzo.