“Non abbiamo veti verso nessuno, noi. Ma basta litigi. Se il Pd fa il Pd e smette di litigare al proprio interno possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum”.
(Matteo Renzi, 7 novembre 2017)
Tra l’immagine scelta come titolo per questo scritto (vignetta geniale che gira sui social) e la frase del segretario del PD, appare evidente come quest’ultima sia assai più grottesca, fuori dalla realtà, tipica di chi ha perduto completamente il contatto (peraltro mai avuto) con la materialità delle cose.
Il risultato fallimentare delle elezioni siciliane è sotto gli occhi di tutti e questa volta non basterà la narrazione per nasconderla, e arriva dopo una serie di colpi, uno più duro dell’altro. Raramente un leader aveva percorso una parabola più veloce e più feroce. L’opzione fasulla fin dall’inizio, per una parte considerevole creazione interessata dei media di regime, e dall’altra mediazione di interessi convergenti fra classi dominanti e classe politica ridotta a ceto plebeo impiegatizio (il c.d “giglio magico” come ufficio di collocamento), dell’”uomo solo al comando” si è svelata in tempi davvero brevi.
D’altronde solo in Italia, in questo periodo storico, potremmo credere ad una fandonia come questa. Non esistono uomini soli al comando, non ve n’erano neppure negli autoritarismi del secolo scorso, provvisti di altri e ben diversi strumenti di “convincimento”.
La politica è sempre una mediazione (che non è caratteristica, come spesso si dice, della “democrazia”). La mediazione non è una virtù ma una necessità obbligata in ogni relazione politica: i rapporti di forza, gli interessi, le divergenze ideologiche ecc…ecc. Tutto porta alla necessità della mediazione. Ma la mediazione, per poter appartenere alla democrazia, deve essere trasparente. Altrimenti, proprio come succede nei regimi autoritari, essa rimane sottotraccia, si incunea nei rapporti anche umani, si nasconde in piccoli dettagli, in “dossier segreti”, fino ad esplodere provocando sconquassi difficilmente rimediabili). E così l’uomo che era stato salutato dai media di regime (sempre proni ad ogni azione che colpisca le classi subalterne, che ne diminuisca i diritti reali.) come il salutare “rottamatore” (una parola che esplicita una violenza politica tipicamente piccolo borghese) viene rottamato a sua volta e su tutta la linea: dagli elettori che, come sempre, votano o chi per i propri interessi sembra poter garantire davvero, o da quelli che che vorrebbero lottare confusamente per qualcosa di diverso, e da un astensionismo sempre più marcato.
Ma in questa fase storica per il PD a trazione renziana non sono tanto gli elettori (anche quelli che non ci sono) che lo inquietano ma il fatto che proprio quei poteri che lo avevano sostenuto lo hanno brutalmente mollato (dopo che ha portato a casa la rottamazione dei diritti sociali, in cambio della farsa di quelli civili, ma neppure quelli). Non penso che il nostro fosse e sia così ingenuo da credere davvero ad un rapporto d’amore con il popolo (che Renzi odia in maniera neppure tanto nascosta, cosa abbastanza strana per un populista) o verso l’establishment (da cui si dichiarava esterno in maniera risibile anche ai suoi). Non credo che il PD o Renzi siano finiti, ma, peggio, credo sia finita questa presunzione di volare alto e da soli. E quindi adesso il gioco è completamente diverso.
La mummia Berlusconi, senza nulla fare, è stata resuscitata (geniale il suo posizionamento, all’ultimo, sui referendum) e con quella dovrà davvero trattare il PD renziano, ma da rapporti di forza capovolti e con il concreto rischio di una spirale potenzialmente esiziale. Ovvio, il partito esce demolito dalla Presidenza e dalla segreteria Renzi. Bocciato su tutta la linea, elettorale e politica, per gli oppositori è il miglior avversario possibile, essendo riuscito a farsi odiare trasversalmente da una buona fetta della società italiana (anche per colpe non sue). A questo punto se davvero non si vorrà consegnare il paese alla destra, con una sinistra (escluso il PD che di sinistra non è) allo sbando ancora dietro patetici giochini elettorali insignificanti, l’unica forza politica in grado di contrastare Berlusconi sono i 5 Stelle. Sembra una bestemmia, e forse lo è, ma qui si sta parlando di pura convenienza elettorale, non certo di politica o di programmi, che non ci sono.
La legge elettorale demenziale che il PD ha voluto con la fiducia penalizza soprattutto….il PD!! Favorisce la destra e anche se dopo il voto è probabile che ripartirà un nuovo Nazareno, questo avverrà con rapporti di forza del tutto diversi da quelli con cui era sed un tata sottoscritta la prima edizione. È anche probabile che i 5S esplodano subito dopo, ma la scelta adesso è fra 3 destre: quella liberista classica di Berlusconi (obsoleta), quella Ordoliberista del PD (che comincia ad appassire anche essa, stante i cambiamenti epocali a livello geopolitico), quella ancora confusa dei 5 Stelle (oscillante fra populismo, liberismo ed un richiamo generico ad una politica monda dagli scandali, ma priva di contenuti).
Mentre della sinistra non vi è notizia. MDP è nata per fare le scarpe a Renzi e riprendere il PD, SI e Civati non appaiono presenti neppure a se stessi. La Falcone e Montanari pensano di essere ancora ai tempi dei girotondi. Nel frattempo, dopo la farsa assembleare del Brancaccio, leader eletti da nessuno hanno più o meno deciso cosa vogliono fare: ovvero l’ennesima lista a sinistra del PD che andrà tra il 3 al 4%. Non nascerà nulla da queste forze. Rimane PRC e il rinato PCI con proposte politiche più serie ma elettoralmente inesistenti.
Se avessimo non una sinistra, ma una forza di classe capace di ragionare, il “che fare” del 2017 sarebbe quello di evitare la nuova ascesa della destra e di distruggere definitivamente il PD (non Renzi, che del PD è figlio legittimo).
A volte per fare questo è necessario anche prendere brutti e scomodi treni blindati. A patto di saperci scendere al momento opportuno. Ma vista la situazione generale e lo stato di salute della fu-sinistra è più probabile che quel treno da blindato si trasformi in un convoglio piombato.
Andrea Bellucci