Cosa c’è di nuovo – Voci di corridoio

Negli ambienti vicini alla Corona britannica si mormora che le orecchie del sovrano vibrino impazzite al solo sentir pronunziare il nome di Donald Trump, mentre re Carlo III si aggira per i corridoi della Lancaster House in attesa di lasciarla a disposizione per la riunione dei 26 (divenuti 30) dei “volenterosi”, dichiaratisi pronti a subentrare agli Stati Uniti, a sostegno dell’Ucraina al grido di “Hasta la victoria siempre!. Il re, per  sottolineare la sua approvazione, ha lasciato a presidiare la sua residenza la propria guardia personale, ma la sua mente è lontana e va all’immagine bolsa e massiccia di quel plebeo coloniale, speculatore arricchito e bancarottaro dai capelli dipinti di giallo, che vorrebbe portargli via una gemma della corona del regno, il Canada, passando alla storia per il liquidatore finale dell’impero.
Keir Starmer ha riunito i rappresentanti degli ultimi cascami rimasti dell’impero britannico, Canada, Australia e Nuova Zelanda, contendendo il timone dell’iniziativa al decotto Emanuel Macron, per sentirsi definire dalla stampa britannica il nuovo Churchill e promette agli inglesi “lagrime e sangue”. Del resto il Commonwealth britannico conserva ancora una parvenza di esistenza, almeno a livello istituzionale , la comunità francofona è solo un reperto storico.
Trascura però il fatto di non disporre più delle truppe messe a disposizione dalle colonie
per schierarle in guerra, a morire per la maggior gloria dell’impero: volta dovranno essere i rammolliti giovani britannici a calcare con gli scarponi i campi di battaglia, a meno di non ricorrere come ora è di moda a mercenari prezzolati per retribuire i quali però le risorse cominciano a scarseggiare.
I convenuti di questo aggregato di scappati di casa, collegati ai vertici della Unione e della Nato, sognano di poter svolgere una eventuale attività di peacekeeping, qualora il tentativo degli americani di imporre alle parti un cessate il fuoco abbia successo. I convenuti intendono “contribuire a rendere sicura l’Ucraina a terra, in mare e in cielo”, garantendo di voler “assicurare un forte sistema di monitoraggio per garantire che qualsiasi violazione dell’accordo venga identificata e denunciata.”
In realtà mentre il gruppo dei volenterosi dichiara di prepararsi a vigilare sulla pace
mentre si prepara alla guerra, affermando di voler mettere l’Ucraina in grado di difendersi e di scoraggiare le future aggressioni russe. In tal modo costoro si oppongono di fatto anche al cessate il fuoco, perché una delle condizioni ragionevoli posta da Mosca è la smilitarizzazione e la neutralità dell’Ucraina, con la condizione che truppe appartenenti ai paesi belligeranti che hanno rifornito di armi l’Ucraina non partecipino alle attività di interposizione. Per ottenere questo scopo i volenterosi si dichiarano pronti a imporre nuove sanzioni contro la Russia per indebolirne la
“macchina da guerra“ e costringere Vladimir Putin a sedersi al tavolo delle trattative.
Su un versante parallelo Unione europea a 26 vara la spesa di 850 miliardi per il piano di ReArm Europe, assumendo irrealistici obiettivi bellicisti nella vana rincorsa a bilanciare l’arsenale atomico russo e nella prospettiva ancora più improbabile di eguagliare la forza militare convenzionale della Russia, malgrado lo sperpero di risorse attuato attraverso una spesa militare che già adesso è tre volte superiore a quella russa.
Di queste scelte si avvantaggeranno le destre che vedranno crescere il loro consenso, a fronte del deteriorarsi crescente delle condizioni di vita delle popolazioni, ade degrado del welfare, del deperimento dei sistemi scolastici e di formazione, dei sistemi sanitari e di tutela della salute, delle infrastrutture per migliorare le condizioni di vita, soprattutto dei meno abbienti, a fronte del degrado sempre maggiore del territorio ,anche a causa dei mutamenti climatici.