IN MEZZO AL GUADO

Mentre Trump si prepara ad ascendere al trono e ad essere incoronato quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti Biden, approfittando del periodo di
interregno, lancia l’ultima polpetta avvelenata della sua politica guerrafondaia, consentendo agli ucraini l’uso di missili in territorio russo per rispondere alla
presenza di truppe nordcoreane che ancora nessuno ha visto sul campo di battaglia.
Si tratta di un’operazione d’immagine poiché al Pentagono sanno bene che questa scelta tenacemente voluta da Zelensky, non cambierà le sorti della guerra, ma produrrà soltanto un numero crescente di vittime ucraine, posto che sul campo di battaglia la Russia ha creato le condizioni per attestarsi sulle sponde del Dnper come confine naturale, dividendo di fatto in due il paese. Ipocritamente la Meloni e gli altri leader occidentali cianciano di continuazione degli aiuti militari,mentre si fregano le mani preparandosi a gestire la ricostruzione di quello che resterà dell’Ucraina per fare un regalo a quelle aziende che si occuperanno di farlo. facendosi pagare dai popoli d’Europa.
La riunione del G20 in corso in Brasile diviene una sceneggiata che mostra l’inconsistenza di questo organismo a gestire il futuro, posto che le decisioni su ciò che
avverrà saranno prese da Trump che dalla kermesse è assente e che i veri attori della
gestione futura di un mondo ormai multipolare fanno capo ai BRICS, piuttosto che ai
paesi del G20.
In questo contesto la posizione del governo italiano, presidente di turno del G7,
appare patetica e priva di spessore, se si considera che i tanto paventati successi del
governo sono sconfessati da 23 mesi di costante riduzione della produzione industriale
che la paventata introduzione di dazi doganali da parte degli Stati Uniti incideranno
negativamente sulle esportazioni del paese, che le prospettive dell’area europea sono tutt’altro che rosee.
In questa situazione la politica del governo fa acqua da tutte le parti, il piano Mattei produce soltanto fallimentari coltivazioni del ricino per ricavarne olio (i fascisti non si smentiscono!), con l’aggravante di aver scelto terreni inadatti alla sua coltivazione, con un raccolto inesistente, e di avvelenare gli animali degli improvvisi contadini che hanno
accettato di coltivarlo, come è avvenuto in Kenya; affermando di contrastare i migranti, si organizza il pasticcio albanese, con il risultato di immobilizzare a fare nulla 200 agenti di custodia e di spendere una cifra enorme senza peraltro raggiungere nemmeno il risultato, e questo a prescindere dai rilievi avanzati dalla magistratura relativamente ai rimpatri.
Sul piano delle riforme istituzionali il fallimento dell’operazione relativa all’approvazione della legge sull’autonomia differenziata è sugli occhi di tutti e, in ragione dei rilievi sollevati dalla Corte costituzionale, mette fortemente in discussione il premierato .poiché la Corte esalta e valorizza il ruolo del Parlamento. Si prepara poi per decreto una riforma della giustizia che mira a mettere sotto controllo, attraverso la separazione delle carriere, l’operato del pubblico ministero, selezionando di volta in volta i reati da perseguire secondo criteri di comodo di chi governa.
Tutto questo avviene mentre la sanità è sempre più allo sfascio, non c’è più un treno che arrivi in orario e si arriva al punto di farlo partire in anticipo per conseguire il risultato, mentre l’istruzione è sempre più al degrado e un ministro ad essa preposto, demente, incompetente, paranoico, farneticante, ciancia di migranti, imputando a loro la responsabilità dei femminicidi, negando l’evidenza, costituita dal fatto che ad uccidere Giulia Cecchettin è stato un giovane di buona famiglia, bianco e italiano da generazioni
Ci sarebbero tutte le ragioni per scrollarsi di dosso questo governo. Se ciò non avviene non è a causa dell’assenza di una scadenza istituzionale, perché i governi cadono anche al di fuori delle scadenze elettorali quando è venuta meno le loro ragion d’essere e il sostegno politico che essi riscuotono. Il problema è costituito dalla non credibilità
dell’alternativa, costituita da una sinistra guerrafondaia e miope, che non riesce ancora a trovare un programma credibile e convincente con il quale andare agli elettori per coinvolgerli in un effettivo impegno e in una significativa battaglia politica. Per farlo deve riuscire a trovare un bilanciamento tra difesa dei diritti e dei bisogni e delle condizioni materiali di vita, rispondendo in tal modo alle domande reali che emergono dalla società.

La Redazione