Raggi a Roma: un’occasione persa

A prescindere dalla campagna mediatica tesa a demolire la presenza del movimento 5stelle al Comune di Roma e considerato che guardandosi in giro vi sono amministrazioni comunali di vario segno che hanno fallito rispetto al programma con il quale sono state elette alcune considerazioni si impongono.
Noi non troviamo simpatici i 5stelle, soprattutto perché non crediamo che si possano risolvere i problemi sociali senza una profonda trasformazione della struttura di governo, dell’economia e dei valori sociali, come essi sembrano credere. Rimproveriamo al movimento di spargere a piene mani l’idea che l’onestà sia la panacea di tutti i mali e che l’opposizione a questo sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo possa essere fatta attraverso una lunga marcia nelle istituzioni e il gioco
parlamentare. In poche parole vediamo i 5stelle come un ostacolo all’azione diretta e alla presa di coscienza in prima persona nella partecipazione alla vita pubblica, li vediamo come i sostenitori della delega a una classe politica comunque selezionata, lasciando che la partecipazione si sfoghi e si esaurisca sul web.
Del resto anche loro concordano di fatto su questa nostra visione delle cose. Infatti dinnanzi al compito immane di governare Roma e di incidere sul groviglio di interessi stabilizzatosi e consolidatosi nell’amministrazione capitolina essi mai si sono rivolti al popolo romano, mai lo hanno informato, mai lo hanno chiamato alla mobilitazione.
Come le altre forze politiche, come tutte le altre, hanno mantenuto una totale opacità sulla loro attività, sui processi decisionali interni, sulle scelte da effettuare. A fronte di un programma opaco e lacunoso mai hanno discusso pubblicamente le loro scelte mai si sono confrontati a livello pubblico e di quartiere prima di portare qualche decisione o provvedimento in Consiglio Comunale. Da qui il loro immobilismo totale e la crescente incomprensione da parte dei cittadini.
Ad esempio una politica di trasparenza sullo stato reale di indebitamento del Comune, portata a conoscenza di tutti, avrebbe consentito di far maturare decisioni condivise, avrebbe reso comprensibili le scelte effettuate e da adottare, evitando di appoggiarsi alle opinioni di “esperti” compromessi e di funzionari corrotti e interessati, in quanto competenti da tempo …. in intrallazzi.
Naufraga così il mito dell’alternatività di questo movimento, a ricordarci che solo prendendo in mano direttamente la gestione dei nostri interessi possiamo uscire dalla palude nella quale ci troviamo.