Referendum costituzionale

Al momento non sappiamo ancora quando si voterà.
L’inquilino di palazzo Chiggi mantiene sulla data del voto il più rigoroso riserbo, mettendo in atto la sceneggiata della trattativa sulla riforma della legge elettorale.
Una parte della minoranza interna al suo partito, composta da pusillanimi doppiogiochisti, dice di condizionare il si alla riforma costituzionale all’approvazione di una diversa legge elettorale. Un’altra parte sembra essersi schierata definitivamente ma di parte di costoro – come d’Alema – si conoscono bene trascorsi e ambiguità. Sulla strada della salvezza della Costituzione ci si tura il naso.
L’ambiguità e l’eterogeneità dei sostenitori del No alimentano la tendenza di molti ad
astenersi, a chiamarsi fuori dal gioco, ma questa posizione è sbagliata e pericolosa.
Noi non siamo elettoralisti, ne crediamo alla democrazia di mandato, ma sosteniamo la
necessità/possibilità di un controllo diretto e costante delle istituzioni, la possibilità di avere istituzioni che consentano la verifica periodica e costante del mandato e la sua revoca, anche al di fuori della sua scadenza istituzionale a fronte di comportamenti e scelte che violano il mandato ricevuto.
Ma siamo consapevoli che un referendum istituzionale è altra cosa e ha un’importanza
fondamentale per conservare le regole che permettano di cambiare, costruendo una società più giusta e che offra prospettive di evoluzione nella direzione della partecipazione di tutti alla sua gestione, che si batta per l’uguaglianza, la solidarietà e la liberazione dal bisogno.
Questi obiettivi si sostengono con una lotta di popolo e da questa ricevono legittimazione e forza, come fu per la Costituzione del 1948, nata dalla Resistenza al fascismo che fu anche lotta di classe.
Per la verità anche questa riforma costituzionale è nata dalla resistenza … ma all’arresto si Senatori e Deputati ora e per il futuro, a causa della politica di rapina perpetrata da coloro che la compongono.
Questa riforma è sostenuta da un Presidente del Consiglio megalomane e bugiardo,
agente degli interessi delle grandi banche d’affari, sostenitore di una battaglia ideologica contro la classe operaia, che nega la lotta di classe, che sostiene un modernismo affaristico di speculatori e faccendieri, che ha stretto una forte alleanza con le élite internazionali che operano per la sempre maggiore concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi.
Questa riforma ha il sostegno di un ex presidente della Repubblica, uno dei personaggi
più nefasti e squallidi per la storia di questo paese, già cacciatore di comunisti, nemico della Repubblica dopo aver giurato sulla Costituzione, doppiogiochista e guerrafondaio, che merita dal popolo italiano una piena sconfessione del suo operato. E’ tempo di liberarsi definitivamente di questa presenza con un pronunciamento popolare inequivoco!
Questa riforma è sostenuta dai centri direzionali del capitale finanziario ed industriale
internazionale, interessati a una “normalizzazione” degli assetti istituzionali dei paesi
mediterranei, realizzata attraverso l’espunzione dalle loro Carte costituzionali dei principi di uguaglianza, solidarietà e autogoverno, mediante la partecipazione popolare, affinché di questi principi si perda anche il ricordo. Il futuro preconizzato da queste forze è la dittatura della minoranza, a somiglianza di quanto avviene nelle aziende dove il possessore del 20-30 per cento del capitale controlla l’azienda attraverso un accordo di cartello e la neutralizzazione delle altre componenti “azionarie” dell’azienda.
Non è un caso che le leggi elettorali come l’italicum ricalchino questo modello di
Governance.
Di fronte alle difficoltà del loro vassallo i mandanti dell’operazione stanno ora  scendendo in campo e si schierano a sua difesa, minacciando. Lo fa l’Ambasciatore USA in Italia, lo fa la Merckel, lo fanno i maggiorenti dell’Europa, lo fanno direttamente le banche e le grandi agenzie di reating minacciando la crisi degli investimenti e un disastro dell’economia già in atto e prima del voto che non si sa ancora quando avverrà lo faranno mille e mille volte.
Nel frattempo il Governo studia l’elargizione della quattordicesima a una parte dei
pensionati e prepara il varo dell’APE con l’intento dichiarato di attenuare la legge Fornero ma in realtà facendo un ulteriore favore alle Banche alle quali si offre la prospettiva di affari sicuri con i mutui ventennali imposti agli aspiranti pensionati.
L’informazione servile e la televisione asservita al Governo nascondono l’opposizione al
premier, fanno sparire gli scontri fuori dalla manifestazione di chiusura del festival dell’unità, finalizzati a sopprimere ogni voce contraria alla riforma costituzionale e questo mentre il Governo potenzia gli stanziamenti di soldi pubblici a favore delle strutture create per sostenere il si.
É perciò che, consapevoli di quali sono le forze in campo e della posta in palio, invitiamo tutti a partecipare al voto referendario, tanto più che non viene chiesto di conferire un mandato, una delega, ma invece proprio di ritirare la delega a un ceto politico di nominati, di faccendieri, di servi dei padroni.
La nostra speranza è che il NO contribuisca a bloccare la deriva autoritaria del paese,
consentendo una inversione di tendenza radicale che può avvenire solo attraverso la
partecipazione, la responsabilizzazione, l’azione in prima persona di tutti, il rifiuto della delega per riprendere in mano la rappresentanza dei propri interessi e la realizzazione dei propri bisogni, in un assetto sociale caratterizzato da uguaglianza, solidarietà e libertà.

La Redazione di Crescita Politica

No al rafforzamento degli esecutivi.
No alla dittatura delle multinazionali e della finanza internazionale attraverso il controllo sui Governi e del Parlamento.
No all’instaurazione di un sistema politico e istituzionale
autoritario e dirigista.