INTERVISTA ESCLUSIVA A THE GANG (MARINO E SANDRO SEVERINI) – 2a e ultima parte

7) Jankadjstrummer: La vostra musica, in questa fase, non arriva al grande pubblico
ma la vostra passione musicale, il vostro impegno sociale e politico e la vostra poesia
accomuna migliaia di giovani e meno giovani che vi adorano, siete appagati per questo? è ancora un valore per voi la coerenza?
Vorrei tenere ben separate le due cose anche se poi di fatto e nei fatti non lo sono.
Diciamo che per poter realizzare i nostri lavori è stato ed è indispensabile essere fuori da una logica e da una serie di valori. Vale per la produzione musicale e vale per tutto il
resto. E’ una questione di Stile, ma anche di Vita!
Vorrei precisare che è soltanto una questione di sistemi di produzione, altrimenti farei ardere ancora di più la fiamma della retorica. Noi abbiamo realizzato diversi dischi e concerti con un sistema di produzione che necessitava di una consapevolezza generale del lavoro, alla base c’era un metodo collettivo, di gruppo. Le diversità incontrandosi producevano quell’alchimia di cui il disco ne era testimonianza. Si sapeva come farlo , con chi e perché , a chi ci si rivolgeva, per chi sarebbe stato utile e con quali mezzi di produzione e risorse realizzarlo, tutto questo si è potuto fare ma fino ad un certo punto, con l’etichetta Wea, per esempio, questo non è stato più possibile perché la logica di produzione non era più “aziendale” ma totalmente multinazionale! Te fai un pezzo al resto pensiamo noi. Ecco allora che si perdeva il lavoro vero e non tanto il denaro, era diventato un mestiere, si era persa quella consapevolezza che è garanzia di crescita, di emancipazione ma anche di Sapere! Per i Gang qualunque lavoro deve essere prima di tutto strumento di emancipazione e solo dopo anche di sussistenza altrimenti saremmo solo dei consumatori e non più degli operai. In questo sta il nodo della questione. Questo è il motivo della rottura con la Wea e la scelta di tornare ai nostri modi di produzione con tutte le difficoltà che si possono ben immaginare. Ma se da un lato le risorse di cui disponiamo sono ridotte al minimo dall’altro noi, oggi, abbiamo conquistato il bene più prezioso: la Liberta, che si traduce innanzi tutto nel nostro modo di produrre e non come scegliere la merce da comprare. Questo è un discorso che, oggi come ieri , bisogna affrontare e risolvere al più presto anche in questo ambiente. Quanto al resto, per farla breve, posso aggiungere che ci troviamo in un paese dove alla fine della sinistra e della destra e delle rispettive culture è emersa una nuova Divinità ben più forte di ogni ideologia: il Denaro ! con annessi i suoi Santi: il Mercato, lo spread, il Pil.
Noi restiamo, quindi, più di ieri sull’altra sponda del fiume: quella dell’Eternità. Se questo significa far parte delle tante minoranze eretiche, bene! Lo siamo sempre stati,
ne abbiamo sempre fatto parte.
Ma sono proprio le minoranze che garantiscono la vita democratica di un paese, la fine
di esse è il totalitarismo. Oggi sono comunista più di ieri e resto, quindi, nel Movimento
del fiume della partecipazione. Cerco, più che egemonia, delle affinità con le quali
relazionarmi e costruire attraverso di esse, un paese e un mondo civile, socialista e “
moderno “ Non bisogna indietreggiare nemmeno di un millimetro, ma si deve spingere
avanti e avanti tutta altrimenti, come sta accadendo, la ritirata ci porta a vivere in trincea e costretti a scannarci gli uni con gli altri, cosa che del resto sta già avvenendo.
Sono comunista perché, come scriveva Pasolini, ritengo che oggi non sia altro che un
sentimento che diventa Rivoluzione e che mi porta a rispettare gli Altri e mi guida verso
la direzione giusta, quella del Grande Fiume, verso la stagione di un nuovo grande
umanesimo. Noi facciamo la nostra parte nel lavoro, nella “ costruzione “ della Canzone
profetica e, per dirla tutta, prendo in prestito le parole del filosofo Mario Tronti, “La
Parola e la visione sono armi della profezia. La prima scuote la seconda squarcia.
Entrambe abitano il presente e in esso provocano salti d’epoca e rotture. Profezia che
non è pre-dire ne’ pre-vedere. Il profeta vede nel presente quello che altri non vedono e
dice del presente quello che altri non vogliono ascoltare. Deve far vedere e deve far
ascoltare..”.
E ancora… “Profezia è discorso di libertà. Libertà dal proprio tempo, e da chi lo
comanda. I dominatori non hanno bisogno di profeti. Hanno per servizio i loro funzionari, tecnici del fare e comunicatori del dire. I peggiori : quelli dal volto umano.
Sono gli oppressi ad aver bisogno dell’azione e delle parole profetiche. Profezia è parlare a nome di una parte, una parte del mondo, perché si riconosca, prenda forza da sé e si sollevi contro ”
Questa visione e la “profezia” della canzone che costruisco negli anni e quella del sogno eterno: l’Unita !
8) Jankadjstrummer : Per tutti gli artisti c’è una parabola che si costruisce piano
piano fino al raggiungimento dell’apice della creatività per poi avere una fase di
stallo o addirittura di declino per carenza di ispirazione, queste fasi sembrano non
appartenervi perché vi siete sempre rigenerati fondendo il rock con la cultura
popolare e contadina con una capacità di raccontare storie da veri poeti di strada,
quanto è importante la contaminazione e la ricerca delle proprie radici culturali?
Si tratta sempre di un viaggio e come nell’Odissea, c’è sempre un esilio, una fuga e poi
inesorabilmente il ritorno. Ognuno compie il proprio percorso scegliendo la propria via,
la nostra è stata quella dei canti, con essi ho trovato quello che cercavo, senza esserne
pienamente cosciente, il senso di “appartenenza”! Lungo le strade nel nostro  girovagare per il Paese non abbiamo fatto altro che cercare questa appartenenza l’abbiamo trovata e con essa la Libertà. Siamo convinti che se non trovi prima l’appartenenza non sarai mai un uomo libero in quanto avrai della libertà un’idea falsa e sbagliata…
Questa è, da sempre, la posta in gioco e non il successo, il denaro, il potere, la vera
conquista è la Libertà.
Negli ultimi decenni in questo paese il lavoro di demolizione della democrazia è stato
capillare e ha minato alla radice delle relazioni umane. Si è voluto imporre un’idea della
libertà come il “poter fare quello che ci pare”, fregandosene degli altri, di coloro con i
quali dovresti entrare in relazione quotidianamente. Questa idea della libertà è la fine di
ogni senso di socialità, di comunità di paese e di civiltà.
Quello che io ho imparato viaggiando su queste strade è stata invece una parola :
GRAZIE ! E l’ho ripetuta e la ripeto migliaia di volte tanto che a forza di pronunciarla nel
profondo del cuore e della mente sono arrivato a dirla ai miei genitori, a quelli che mi
hanno “ fatto “ prima di tutto con il loro desiderio …e se sono vivo nella carne e essere
vivo nella carne per me che sono laico è il miracolo dei miracoli.. dico: “Grazie” a loro
due. Grazie a chi mi ha sostenuto nelle scelte quando ero adolescente, agli amici più cari che mi hanno incoraggiato a suonare e cantare anziché giocare a pallone o diventare ingegnere, senza di loro non sarei qua a rispondere a queste domande. E Grazie ai miei maestri e maestre a quelli-e che mi hanno insegnato la Meraviglia ! Che se la vita mia era stata scritta ancora prima che nascessi ebbene bastava scartare di lato e ..inventarsene una, la mia. A forza di dire “Grazie” ho capito che non ero solo, che non lo ero mai stato. E da queste infinite relazioni è rinato il senso di appartenenza ed in me è rinata la Libertà. Questo ha significato, per me, poter scegliere e nella scelta
assumermi le mie responsabilità nei confronti della mia comunità di appartenenza,
comunità che a forza di dire tanti e tanti “Grazie” si è allargata al punto di comprendere
tutta l’umanità!
Ecco perché è indispensabile tornare indietro per andare avanti ed indietro auguro a tutti di trovare quel Cuore antico che è, come lo chiamava Levi, il Futuro!
9) Jankadjstrummer :Per voi è importante parlare e sensibilizzare su tutto ciò che
riguarda il Sud del mondo, quanto è importante un internazionalismo si ispirazione
socialista per frenare le guerre, il potere del dollaro e la colonizzazione spinta nei
riguardi del terzo mondo? …. E poi questa globalizzazione dove ci porta?
Sono più che certo che quello a cui, oggi, stiamo assistendo è frutto di un percorso o meglio di scelte che sono state imposte a questo paese già a metà degli anni settanta. Oggi raccogliamo quello che in modo scellerato è stato seminato. Sarebbe necessaria un’ analisi lunga ed approfondita per capire questa deriva, non sono abituato a trattare questioni “politiche”, e non vorrei sembrare un tuttologo o cose del genere. Mantengo una passione per la politica, quella vera, perché ritengo sia l’arte della mediazione, la più grande delle arti. Quello a cui stiamo assistendo oggi non è affatto la politica come la intendo io ma l’accanimento, lo sputtanamento, l’umiliazione per la politica fatta da chi con i metodi da “banda” si è impossessato dei luoghi della politica, compreso il Parlamento. Nel nostro paese ormai si è consolidata un’alleanza fra poteri sul territorio, il potere del denaro, questa sorta di patto non proprio taciuto che porta inevitabilmente all’affare! Ecco allora che chi ha il denaro investe nella politica o meglio in alcuni “professionisti della politica”, quelli che portano i voti e li spostano dove a loro conviene. E’ il mercato che si impossessa della politica. A questo modello non si sottrae la sinistra perché molti candidati hanno i loro personali sponsor e prima di fare gli interessi della comunità fanno quelli dei loro sponsor o nella migliore delle ipotesi cercano di mediare. A questo punto si possono pure arrestare cento politici corrotti al giorno con i loro corruttori, ma come per il crimine organizzato, per uno in galera ne spuntano fuori altri cento il giorno dopo perché è il sistema che è corrotto e corruttibile fino a che resta quello che è diventato. Ma c’è un altro elemento che inceppa il motore della democrazia: l’assenza della sinistra fuori e dentro il Parlamento. Le motivazioni di questa latitanza sono diverse ma sono convinto che la cornice che tiene insieme il paesaggio delle contraddizioni e delle sconfitte sia soprattutto quella dell’essere finita nella trappola del bipolarismo che ha di fatto strangolato quello che restava delle due forze politiche popolari e di massa come eredi del P.C.I. e della D.C. e in questo mare mosso la sinistra “oltre il PD” è naufragata. Oggi il nemico vero della democrazia sono le oligarchie economiche, occorre una radicale revisione della strategia politica perché molte risposte ai tanti problemi le ritroveremo solo con la lotta. Questo nostro paese e la sinistra per prima, deve trovare la forza e il coraggio di indirizzare culturalmente, economicamente e politicamente un intero paese verso questo grande progetto, questa nuova visione di futuro che guarda al Sud per ritrovare uno sviluppo negato e un’ opportunità di Risorgimento e di Resistenza. Tutte le questioni fondamentali che riguardano questo paese si possono risolvere solo guardando al Mediterraneo come porta del sud verso l’Europa. Non si tratti di una utopia o del solito sogno della terra promessa ma saper cogliere l’occasione che la storia ci consegna. Da questo punto di vista a noi non manca niente, abbiamo tutto ciò che ci serve per “fare il Futuro “ insieme a tutta l’Umanità Nuova, abbiamo le nostre Tradizioni! La tradizione cristiana che oggi è più viva che mai , basta fare dei nomi: Zanottelli, Don Gallo, Ciotti ma anche Puglisi, Ernesto Balducci….e i c.d. nuovi evangelisti, poi la tradizione comunista o socialista e qui torno al Gramsci sconosciuto e al suo rapporto con la modernità ma anche la tradizione delle Minoranze, quelle eretiche, il movimento delle donne, i migranti, le subculture… Chi riuscirà a ricomporre questa nuova Unità di visione e di progetto tra queste tradizioni potrà salvare questo paese.
11) Jankadjstrummer : Tornando alla musica, ancora non sono riuscito a vedere ( spero passi presto il tour da Firenze) il vostro concerto acustico a due chitarre, mi dite come nasce? Avevate l’esigenza di un più stretto rapporto col pubblico, o cosa?
Ti confesso che quando siamo in pochi io mi sento molto di più a casa. Sto bene io e
soprattutto stanno bene le canzoni….La versione in duo ci permette un rapporto
ravvicinato. E’ un po’ come tornare all’osteria e con un pugno di canzoni, due chiacchiere per ridare senso alle cose della vita , certe sere riusciamo addirittura a fare ..l’Unita!
Quello dell’Unità è una sorta di gioco, padre Ernesto Balducci raccontava che nelle
comunità cristiane primitive quando qualcuno partiva per un lungo Viaggio si prendeva
un vaso di terracotta e si rompeva. Colui che partiva ne portava con se un pezzo in
maniera che se un giorno fosse tornato, sarebbe bastato rimettere quel pezzo accanto
agli altri per provare il senso di appartenenza a quella comunità. E noi canzone dopo
canzone ricomponiamo quel vaso! Fatto quello ci sentiamo tutti più appartenenti e
più…Liberi!

Rock in opposition a cura di jankadjstrummer