Woody Guthrie Questa terra è la mia terra!

Giorni fa su un canale sky ho rivisto il film “Questa terra è la mia terra” (Bound for glory) tratto dalla biografia di Woody Guthrie. Questo personaggio dell’“altra America” che sono convinto solo in pochi conoscono, ha influenzato tutta una generazione di cantautori, da Bob Dylan a Bruce Springsteen, da Robbie Robertson a Billy Bragg e Steve Earle.
Era un idealista, a lui non interessava né il denaro né la popolarità, ma solo il desiderio di giustizia verso una classe operaia sfruttata e per niente garantita. Nei suoi testi non si parla di “american dream” o della terra promessa, ma di vagabondi che balzano su treni in corsa1, di grande depressione, di presa di coscienza e di lotta , un mondo quasi sempre dimenticato.
Woody Guthrie, era nato nel 1912 in Oklahoma ed è morto a New York nel 1967, è vissuto in una piccola città cresciuta nel periodo del boom petrolifero. La sua famiglia aveva fatto fortuna con il petrolio ma una volta esauriti i giacimenti cadde in disgrazia. L’infanzia di Woody fu terribile: il dissesto economico familiare, la sorella morta per l’esplosione di una stufa, la casa distrutta dal fuoco, il padre bruciato nella casa in fiamme, la morte della madre per malattia.
Woody ormai solo, inizia a vagabondare per tutti gli Stati Uniti, imparando a sopravvivere facendo qualsiasi genere di lavoro. Impara a suonare la chitarra e l’armonica. Per un breve periodo suona in un gruppo country perfezionando il suo strano modo di suonare la chitarra, inizia a scrivere canzoni che parlano della vita
della gente, dei lavoratori, delle loro lotte, degli scioperi e della fatica quotidiana per la sopravvivenza. Lui stesso dice: “Scrivo le cose che vedo, le cose che ho visto, le cose che spero di vedere, da qualche parte, in un posto lontano”. Approda a New York alla fine degli anni Trenta e incontra Pete Seger e Alan Lomax, due folksinger che stanno riscoprendo la musica popolare. Woody scrive moltissime canzoni e diventa ben presto un punto di riferimento della musica folk americana. All’entrata in guerra degli USA con gli alleati nella II guerra mondiale, Woody è imbarcato nella marina mercantile, la nave viene affondata e lui approda come naufrago in Sicilia insieme all’inseparabile cantante Cisco Huston.
Alla fine della guerra riprende a suonare e incidere canzoni, ma è un personaggio scomodo, si schiera con il sindacato e questo gli porterà molti problemi, allora c’erano le liste nere che rendevano la vita difficile agli oppositori. Nei primi anni ’60 le sue condizioni di salute peggiorano, si manifesta una grave malattia ereditaria che lo porterà fino alla morte.
Dal punto di vista melodico le sue canzoni non erano irresistibili, a lui serviva la chitarra per accompagnare le sue storie, esprimere i suoi sentimenti, i valori in cui credeva. Ma lui le voleva così; per capire questo “eroe” è necessario leggere i suoi testi, il significato delle sue parole e non la sua musica. Perché, come scrive Bettelli nel suo libro, il suo scopo era di dare voce a chi voce non poteva averne, raccontare la lotta contro la fame, la disoccupazione, i soprusi. Nella sua chitarra aveva scritto ‘quest’arma uccide i fascisti’. La chitarra era il suo fucile, le parole pallottole infuocate che colpivano i ricchi proprietari terrieri e gli affaristi e davano consapevolezza agli sfruttati. È stato lui, forse, il primo folksinger bianco, ha scrivere “ protest songs “ di ispirazione blues a cavallo degli anni ‘40/50. In quegli anni l’America cambiava, le epoche si inseguivano e
lui imbracciando la sua chitarra cantava l’altra faccia del sogno americano, quello con poche speranze da coltivare, era lui che cantava di uguaglianza e di pari dignità ed opportunità in questa “dannata” America. Lo cantava nel brano più celebre, ‘This land is your land’, dove si esprime più o meno cosi: ‘questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra…questa terra è stata creata per te e me’. Un sogno , una utopia questo era
Woody. Ma in tanti hanno ascoltato, e poi dato voce a suoi sogni; Bob Dylan, per esempio, nel suo primo album, scrisse una canzone, ‘Song to Woody’, dove cantava ‘Guardo un mondo che è tuo, tue le cose e le genti, tuoi i poveri e i pezzenti, i principi ed i regnanti. Io però so che sai tutto quello che dico ed ancora più assai…’.
Ma anche Bruce Springsteen dal vivo ha sempre inserito qualche pezzo di Guthrie.
Nelle sue parole c’è l’America, quella delle pianure sterminate, delle grandi città che illudono tutti. Ci sono gli scritti di John Steinbeck, Jack Kerouac, e di tutta la Beat generation. Non vi nascondo che il film, a distanza di tanti anni, credo fosse del 1977, mi ha fatto riflettere sul presente. Certo, è passata una vita, però quelle parole, quei sogni, credo che siano ancora maledettamente attuali.

Questa terra è la tua terra, questa terra è la mia terra
dalla California fino all’isola di New York,
dalla foresta di sequoie, fino alla corrente del golfo,
questa terra è stata creata per te e per me.

Percorrendo quel nastro di strada
vedendo sopra di me quell’infinita strada nel cielo,
vedendo sotto di me quella valle tutta d’oro, dissi:
questa terra è stata creata per te e per me.

Ho vagato e girovagato e sono tornato sui miei passi
alle spiagge scintillanti dei suoi deserti di diamanti,
tutt’intorno a me risuonava una voce:
questa terra è stata creata per te e per me.

C’era un grande muro alto che cercava di fermarmi
un cartello dipinto diceva: Proprietà Privata.
Ma dall’altra parte non c’era scritto niente –
questa terra è stata creata per te e per me.

Mentre il sole splendeva io giravo senza meta
i campi di grano ondeggiavano e le nuvole di polvere rotolavano;
una voce cantava mentre saliva la nebbia:
questa terra è stata creata per te e per me.

Una bella mattina di sole all’ombra del campanile
vidi la mia gente davanti all’Ufficio Assistenza
loro erano lì affamati, io ero lì che mi chiedevo se
questa terra è stata creata per te e per me.

Bibliografia:
1)‘Le canzoni di Woody Guthrie’, a cura di Maurizio Bettelli (edizioni Feltrinelli).
2) Questa terra è la mia terra.Autobiografia di Woodie Guthrie ( edizione Savelli )
3) “Born to Win” (“Nato per vincere”), una raccolta di poesie, disegni e scritti vari,
4) “Woody Sez” raccolta di articoli scritti per la rivista “People’s world”
5) Il romanzo “Seeds of man” il seme dell’uomo).
6) A. Portelli, La canzone popolare in America: la rivoluzione musicale di Woody Guthrie, 1975, Dedalo, Bari.
7) Canzoni e poesie proletarie americane / Woody Guthrie, Joe Hill e altri a cura di Alessandro Portelli, 1977, Savelli, Roma.

Ballads of Sacco and Vanzetti
Testi e musiche di Woody Guthrie
I just want to sing your name
Red wine
Suasso’s lane
The flood and the storm
Vanzetti’s rock
Root hog and die
Sacco’s letter to his son
You souls of Boston
Old judge Thayer
We welcome to heaven
Vanzetti’s letter
Two good men
Woody Guthrie: chitarra e voce
Pete Seeger: banjo e voce in “Sacco Letter To His Son”
Sacco e Vanzetti anarchici italiani ingiustamente condannati a morte per omicidio e rapina e uccisi
con la sedia elettrica nel 1927.
La loro innocenza fu riconosciuta dallo stato del Massachussetts nel 1977.

[1] Non si tratta di barboni ma di un sistema alquanto insolito di fare propaganda per un sindacato rivoluzionario come l’Industrial Workers of the World (I.W.W) ridotto alla semiclandestinità, riuscendo a raggiungere gli operai e i braccianti nelle varie aree del paese.

jankadjstrummer