SULLA PANDEMIA E SULLA SCIENZA

Il rimprovero più frequente che viene fatto al Governo sulla gestione della crisi epidemica coinvolge immediatamente l’insieme di esperti dei quali esso si serve
per assumere le sue decisioni. Gli scienziati appartenenti a diverse discipline vengono a loro volta accusati di inviare raccomandazioni e messaggi contraddittori e di non avere un’unica visione dei problemi e soprattutto delle soluzioni.
Si dimentica che il Covid è un virus nuovo e che solo uno studio sul campo delle sue caratteristiche e dei suoi effetti può dirci come affrontarlo e sconfiggerlo. Non dimentichiamo che le cure fino ad ora somministrate costituiscono una sperimentazione
sul campo e cercano di arginarne gli effetti. Per quanto riguarda il modo per combattere la sua diffusione il metodo adottato è quello della quarantena, ideato dalla Repubblica di Venezia, peraltro applicato a chiazze e con mille deroghe rese necessarie dalle esigenze dell’economia e dai bisogni ineludibili di tutti.
È per questo motivo che abbiamo scelto di pubblicare un numero speciale, dedicato al covid, in parte per dare conto del ruolo e delle acquisizioni della scienza, sempre alla ricerca di conoscere e spiegare i fenomeni e perciò incerta e ricca di interrogativi, priva di certezze assolute. Al tempo stesso abbiamo cercato di dare conto di quanto sta avvenendo in una parte del continente, l’Est Europa, consapevoli del destino comune che lega tutti in un mondo nel quale occorrerà ripristinare la libera circolazione delle persone.
Non poteva mancare a completamento del quadro di riferimento il ruolo, la funzione e il modus operandi di negazionisti e sovranisti i quali si barcamenano nel tentativo di portare una opposizione alle posizioni del Governo per preparare un ribaltone politico e andare a gestire i frutti del grande debito contratto e dei finanziamenti che arriveranno
dall’odiata Europa in parte come contributo a fondo perduto e in larga parte come debito garantito.

Basta Covid. Parliamo d’altro

Lo abbiamo fatto anche per rimuovere l’argomento covid dal numero ordinario della Newsletter perché da troppo tempo non ci occupiamo dei tanti problemi che intanto si accumulano e contribuiscono a influenzare le nostre vite.
Cogliamo anzi l’occasione per rilevare che la crisi covid ha mostrato i profondi limiti del nostro modello di sviluppo, ha rimesso in discussione l’organizzazione del lavoro e dello sfruttamento, ha allargato le disuguaglianze sociali, ha innescato una profonda crisi demografica – accelerando un fenomeno già in atto – della cui portata non riusciamo oggi ad intravedere le conseguenze. Ha inoltre reso necessario un ripensamento sulla crisi climatica e le modalità con le quali affrontarla mettendo in luce una connessione profonda fra tasso di inquinamento ambientale e fenomeni pandemici possibili, molto oltre quello attuale.
Su tutti questi temi converrà riflettere per le profonde implicazioni e ricadute sulle vite di tutti ma in particolare sui rapporti sociali produttivi, sulla struttura economica sulla distribuzione delle risorse, sul consumo del pianeta e su tanti altri problemi minori, compresa le modalità dell’abitare, del rapporto con la natura e della conservazione delle
specie.
Si tratta di una sfida ciclopica tra le più grandi che l’umanità ha dovuto affrontare nella quale va collocato il problema di dare a tutti in tutto il pianeta un’assistenza sanitaria perché viviamo necessariamente in un mondo interconnesso dove la salvezza e la salute di ognuno sono la garanzia possibile della salute e dell’esistenza per tutti.
Partendo da queste riflessioni generali consegniamo ai nostri lettori questo numero.

La Redazione