In gran segreto il 18 agosto dal porto spagnolo di Burriana, vicino a Valencia è salpata la nave, Louise Michel e giovedì 27 agosto ha salvato 89 migranti alla deriva nel Mediterraneo, tra cui 14 donne e quattro bambini con l’obiettivo di cercare un porto sicuro per far sbarcare i passeggeri o per trasferirli su una nave della guardia costiera europea La Louise Michel, che è gestita da un equipaggio composto da 10 attivisti francesi e batte bandiera tedesca, deve il suo nome a una combattente per la
Comune di Parigi, internazionalista, femminista anarchica francese. Prima di diventare una nave da soccorso apparteneva alle autorità doganali francesi; rispetto alle navi delle ong che operano nel mar Mediterraneo è più piccola, ma più veloce. Lo scafo è bianco e rosa brillante ed è decorato con un’opera d’arte di Banksy, il noto artista di strada inglese, che finanzia l’intera missione umanitaria, e raffigura una bambina con un giubbotto di salvataggio che sostiene un salvagente a forma di cuore.
Fermare l’emorragia di umanità e l’indifferenza europea
La Louise Michel è la nave della missione umanitaria nel Mediterraneo finanziata dall’artista Banksy. ha poi raccolto altri naufraghi fino ad imbarcarne 219 e cercando di proteggerne altri 33 che si trovano su un gommone di salvataggio. Ha poi chiesto aiuto alle autorità italiane e a quelle maltesi un porto sicuro. La nave è lunga appena 31 metri, potrebbe trasportare al massimo 120 persone ed era così carica da non potersi spostare. La Guardia costiera ha recuperato le 49 persone più vulnerabili tra
quelle messe in salvo dalla Louise Michel.
Il coinvolgimento di Banksy nella missione di salvataggio nel Mediterraneo centrale risale a settembre 2019, quando ha inviato un’e-mail a Pia Klemp, l’ex capitana di diverse imbarcazioni di ong che ha salvato in mare migliaia di persone negli ultimi anni.
“Ciao Pia, ho letto della tua storia sui giornali. Sembri un tipo tosto”, ha scritto l’artista di strada “Sono un artista del Regno Unito e ho realizzato dei lavori sulla crisi dei migranti, ovviamente non posso tenermi i soldi. Potresti usarli per acquistare una nuova barca o qualcosa del genere?
Per favore fammi sapere. Banksy”.
Klemp, che inizialmente pensava fosse uno scherzo, crede di essere stata scelta da Banksy per via del suo affrontare la questione dei migranti come un fatto politico e non solo umanitario. “Non vedo il salvataggio in mare come un’azione umanitaria, ma come parte di una lotta antifascista”, ha infatti dichiarato alla stampa e chiarito che il coinvolgimento di Banksy nelle operazioni si limita a fornire sostegno finanziario: “Banksy non pretenderà di sapere meglio di noi come gestire una nave”.
. La nave raccoglie le segnalazioni da Alarm Phone, la piattaforma di volontari che raccoglie gli Sos dei barconi di migranti in difficoltà, Attualmente nel Mediterraneo centrale per far fronte all’emorragia di vite ci sono solo la Sea Watch 4, la Mare Jonio della missione italiana Mediterranea e il veliero Astral di Open Arms con a bordo anche l’italiano Riccardo Gatti al quale si devono, oltre che centinaia di salvataggi, anche la prima inchiesta giudiziaria contro una nave mercantile italiana coinvolta in un respingimento illegale verso la Libia. Con una velocità massima di 27 nodi, la Louise
Michel è in grado di superare in velocità la famigerata guardia costiera libica e di recuperare i migranti prima che siano costretti a salire sulle loro motovedette che li riportano nei campi di detenzione in Libia”, ha detto Klemp. Le organizzazioni internazionali, in particolare la missione di supporto dell’Onu in Libia Unismil e l’Uhchr, hanno denunciato l’incapacità delle autorità libiche di limitare e contrastare le violenze di massa nei centri di detenzione dei migranti.
Nonostante la Libia non sia un luogo sicuro per il rimpatrio dei migranti, l’atteggiamento d Italia e Ue di esternalizzazione delle frontiere continua a prevedere pagamenti nei confronti della guardia costiere libica per non far arrivare i migranti in Italia e in Europa. Questa politica, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), solo quest’anno ha prodotto più di 7.600 migranti intercettati e riportati in Libia nei campi dove avvengo atti di tortura e stupro sistematici.