Donna è bello

Di fronte al degrado della classe politica italiana da parte di molte donne e di non pochi uomini una possibile soluzione viene vista nella valorizzazione del ruolo delle donne nei posti apicali a livello sociale, istituzionale e politico.
In quest’ottica è stata salutata con favore l’ascesa a Presidente della Corte Costituzionale di una donna, la Professoressa Marta Cantabria, certamente dotata di un curriculum scientifico di tutto rispetto, tuttavia divenuta Presidente della Suprema Corte per avvicendamento. È prassi della Corte infatti che negli ultimi nove mesi del mandato ogni giudice svolga le funzioni di Presidente e quindi non costituisce particolare merito ricoprire quella carica per un giudice alla fine del proprio mandato qual’è la Cantabria, peraltro divenuta giudice costituzionale per nomina presidenziale.
Che dire poi della Presidentessa attuale del Senato Maria Elisabetta Casellati Alberti, della quale si leggano con orrore gli scritti sulla libertà religiosa, del resto conformi nell’orientamento a quelli della Presidente pro tempore della Corte Costituzionale. Sarebbe il caso di dire che Dio li fà poi le accoppia!
L’appartenenza di genere, come indice di per sé di competenza, correttezza e di una sensibilità “diversa”, progressista è pertanto una stupidaggine; per noi ne è prova ulteriore il fatto che pur essendo una donna, della Presidente di Fratelli d’Italia non apprezziamo nemmeno una virgola, uno scampolo di pensiero, un sorriso, come proviamo una profonda avversione per le posizioni di Marie Le Pen o della, per fortuna defunta, Margaret Hilda Thatcher, Baronessa Thatcher.
A queste donne preferiamo la Presidente del Consiglio finlandese Canna Marin e non per il suo genere, ma per le sue idee politiche e le sue capacità di amministratrice; e non per essere affiancata da un governo di tutte donne, ma per le sue scelte decisamente coraggiose in campo economico e sociale. Ma per le femministe di regime e in tailleur, giornaliste ben ascoltate, non è elegante guardare a lei come esempio, visto che è cresciuta in una famiglia “arcobaleno”!
Altrettanto scomodi i riferimenti alla Presidente della Slovacchia, Zuzana Čaputová, anch’essa donna da apprezzare per essersi battuta contro la corruzione che ha messo in ginocchio il suo paese, dopo l’assassinio del giornalista investigativo Jan Kuciak e della sua compagna. E potremmo fare altrettanti esempi convincenti!

Il culto della bellezza

Noi siamo convinti che le differenze di genere, come quelle dei caratteri somatici e di pigmentazione della pelle, non possono e non debbono fare differenze e perciò piuttosto che attribuire un ruolo salvifico all’appartenenza di genere preferiamo batterci per il pari accesso di uomini e donne al mercato del lavoro e alla parità di salario, come strumenti di
liberazione dal bisogno, consapevoli che senza liberazione dal bisogno non c’è libertà e uguaglianza; per pari diritti e opportunità, per assicurare alle unioni affettive sostegno nelle attività genitoriali, per riconoscere pari opportunità senza l’utilizzo di “quote rosa”, ma incidendo sull’assetto dell’organizzazione sociale e produttiva, alimentando la solidarietà.
In altre parole solo la liberazione dalle diseguaglianze può offrire a tutte e a tutti la possibilità di dare il proprio contributo alla vita politica e alla consapevole presenza nella società.

A. B.