LA CLAVA SULLA STORIA – LE “FOIBE” E IL PAREGGIO IDEOLOGICO

Questo breve articolo non può riassumere, neppure sommariamente, la storia delle “foibe” per la quale si rimanda all’amplissima bibliografia.[1]
Del resto la discussione sulle vicende del confine orientale non si è certo distinta per puntiglio storiografico e filologico ma, bensì, per l’uso della clava.
Bisogna partire dall’inizio, ovvero dalla Legge 30 marzo 2004, n. 92 che ha istituito, a pochi giorni dal 27 gennaio, “Giorno della memoria” dedicato alle vittime nei campi nazisti (per un numero di vittime che oscilla fra i 10 e i 17 milioni di persone) il “Giorno del Ricordo”.[2] La legge fu votata a larghissima maggioranza,[3] esclusa una ridottissima pattuglia della c.d “sinistra radicale”, in quello che fu quasi un plebiscito. Va ricordato che quella legislatura vedeva un governo di Centro-destra con a capo Berlusconi, lo stesso Presidente del Consiglio che la stampa c. d “progressista” e i circoli intellettuali “riflessivi”[4] attaccavano sul piano della “moralità privata”, sui costumi sessuali, sulle battute in nome di una Italia “normale”. In questa e vera e propria opera di “revisione” non si trovava niente di meglio che cedere alla narrazione fatta propria dai neo-fascisti su una questione oltre che complicata e dolorosa, del tutto incistata nella storia d’Italia e, soprattutto in quella del fascismo. Ecco, il grande assente. Il fascismo. Quel regime ventennale che, tra molti consensi delle classi dominanti e dirigenti, della piccola e media borghesia e ampie fasce della popolazione, si fece protagonista, di una politica aggressiva e poi imperialista.[5]
Non si trattava quindi di porre un rimedio ad una “dimenticanza” verso il dramma dell’esodo e delle “foibe” (in realtà, la storiografia il problema lo ha affrontato, ma, evidentemente, non è questo il piano del discorso) ma di aggiungere un altro tassello ad una storia completamente falsata, in cui l’Italia fascista diventa una nazione di vittime,[6] seppellendo la verità storica. Addirittura si è paragonata questa vicenda, che è comunque accadimento tutto inserito nel contesto della seconda guerra mondiale, al genocidio nazista, in un delirio di cifre il cui unico scopo è quello di pareggiare i conti (uccisi dai fascisti = uccisi dai comunisti) anche mescolando vicende diverse e svoltesi su piani temporali distanti.[7]
Del resto come dare torto ad una destra che non fa altro che portare avanti il proprio programma, supportata dagli stessi che avrebbero dovuto osteggiarlo? La “storia condivisa” appare quindi niente altro che l’accettazione del punto di vista dell’avversario, in un contesto in cui la storia non c’entra proprio nulla, perché proprio dal suo studio dovrebbe emergere che essa è fatta soprattutto di conflitti, di diversità, di tensioni, che solo se riconosciuti come tali possono essere utili alla crescita democratica, in caso contrario la loro negazione vedrà solo la vittoria “militare” di una parte rispetto all’altra…
E, come ha scritto Enzo Collotti [8], questo vittimismo impedisce una vera riappacificazione con le popolazioni di quei luoghi. Con buona pace della lotta ai “totalitarismi”, termine che, criticato in maniera serrata negli anni precedenti, è riemerso dalle macerie della guerra fredda. Un simulacro che serve solo a rendere più ardua la ricerca e impossibile l’analisi della realtà.

Andrea Bellucci

[1]Indispensabile la lettura di J. Pirjevec, Foibe. Una storia d’Italia, Einaudi, Torino,2009.
[2]Vedi http://www.camera.it/parlam/leggi/04092l.htm
[3]Per il dettaglio del voto vedi http://documenti.camera.it/apps/votazioni/VotazioniFinali/cercavotazioni.Asp?Legislatura=14
[4]Per questa definizione, esiziale per la storia e l’analisi della sinistra, vedi P. Ginsborg, Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi, Einaudi, Torino,2006 (ed. or. 1989 e sgg.)
[5]Purtroppo nella retorica italiana questo aspetto è spesso sottaciuto, non tanto per la diffusione del mito degli “Italiani brava gente” (vedi A. Del Boca, Italiani brava gente?, Beat, 2014) ma proprio nella cancellazione dell’Italia fascista come potenza aggreditrice.
[6]T. Schlemmer, Invasori, non vittime, Laterza, Bari, 2009.
[7]Un caso esemplare è stata la recente puntata di “Passato e Presente” dove si sono messi insieme accadimenti del tutto diversi. Vedi la disamina critica di Gigi Bettoli, http://www.storiastoriepn.it/i-peggiori-crimini-del-comunismo-mieli-pupo-le-foibe-e-vittorio-vidali/
[8]https://ilmanifesto.it/foibe-la-memoria-corta-degli-italiani/