Si sono svolte le elezioni legislative in Polonia, registrando una partecipazione superiore al 73%, la più alta di tutte le elezioni polacche dopo la fine del regime comunista nel 1989. Il primo partito resta il Pis (Diritto e Giustizia), che conquista il 35,4% delle preferenze e 194 seggi. Quello di estrema destra Konfederacja. ottiene il 7,2% e 18 seggi, Piattaforma civica il partito di Donald Tusk conquista il 30,7% dei voti, Terza via il 14,4%, Nuova sinistra l’8,6%. Insieme accumulano il 54% delle preferenze, in seggi nel Seijm, la Camera bassa, sono 248 seggi su 460. La maggioranza assoluta. È la fine del governo del Pis di Kaczynski e di 8 anni di incubo che hanno devastato il Paese. Il Presidente della Repubblica Duda, anche lui del Pis, potrebbe conferire l’incarico di formare il Governo all’anima nera del partito Jaroslaw Kaczynski, per prendere tempo, in quanto leader del partito più votato, ma è praticamente impossibile recuperare i voti per formare un governo, tanto più che il patito Konfederacja è indisponibile ad ogni alleanza.
Se si confrontano i due grafici che seguono, il primo riproducete il precedente Parlamento e il secondo quello nuovo, è possibile vedere il risultato del voto che è stato netto, malgrado i tentativi precedenti del Pis di cambiare le leggi elettorali a proprio vantaggio e controllarne gli esiti mediante la magistratura compiacente che il partito controlla. Ora bisogna esplorare le possibilità di una maggioranza per la formazione del nuovo governo, anche se la coalizione dei tre partiti che dovranno formarlo deve affrontare e superare molti problemi.
Il ripristino dello Stato di diritto
Occorre prioritariamente ripristinare prestigio e indipendenza della magistratura e lo stato di diritto. Migliaia di polacchi sono scesi in piazza per difendere i giudici: ora uno dei primi obiettivi è l’abolizione della “Camera disciplinare”, giudicata illegittima dalla Corte di Giustizia Europea: una sorta di Inquisizione per i togati, istituita dai governi Pis presso l’Alta Corte (costituzionale) per rimuovere e sanzionare i magistrati scomodi. Prima si chiamava “Commissione disciplinare”, ora ha cambiato nome, ma non sostanza; questa è una delle pietre dello scandalo nel duello tra Varsavia e Bruxelles e uno dei motivi per cui la Polonia si è vista tagliare 35 miliardi di euro di fondi comunitari a causa della distruzione dello stato di diritto. Ma ci sono altre violazioni della legalità gravissime: la Corte costituzionale, ad esempio, è stata riempita di giudici vicini a Kaczynski e sono costoro che nel 2020 hanno deciso di mettere al bando quasi totale l’aborto.
Un altro metodo usato da Pis per colpire la magistratura è stato quello di trasferire i togati non allineati in tribunali che non c’entrano nulla con le loro competenze, così che un giudice penale può ritrovarsi a giudicare casi di sfratto o un giudice civile può venire chiamato a pronunciare sentenze su omicidi: un mobbing governativo contro i togati
che necessita di un’attenta revisione. L’associazione dei giudici che si batte da anni per restituire autonomia alla giustizia, “Iustitia”, ha fatto cinque proposte per tornare a un sistema giudiziario slegato dalla politica, per ripristinare lo stato di diritto e restituire la dignità ai giudici. “Speriamo che Tusk, se diventerà premier, ci ascolti” dicono i giudici intervistati a commento del voto.
Piattaforma civica, il partito di Donald Tusk sarà certamente la chiave di volta della politica polacca, adeguando il Paese alle scelte dell’Unione, riconciliandolo con Bruxelles e al tempo stesso contribuendo in modo determinante alla nascita della nuova Commissione e a bloccare il progetto del gruppo dei Conservatori di Giorgia Meloni di entrare nella coalizione di maggioranza che gestisce l’Europa, facendo in modo che l’estromissione del Pis dal governo determina una consistente battuta d’arresto dei populisti e l’isolamento di Orban. La nuova maggioranza al governo a Varsavia inciderà certamente sulla posizione dei capi di Stato e di Governo oltre a far crescere il peso delle forze contrarie ai populisti nel Parlamento europeo anche ai fini dell’elezione della nuova Commissione.
Guerra, agricoltura e Terza via
Il sostegno da parte di Terza Via (Trzecia Droga) che è una coalizione politica di partiti di orientamento centrista democristiano e liberale con una componente verde e il sostegno di un nascente movimento dei contadini. Vuole, aumentare le entrate del bilancio dello Stato, riformare l’istruzione, attuare una politica climatica basata sulle energie rinnovabili, semplificare il sistema fiscale, depoliticizzare il personale nelle aziende statali e negli uffici statali, separare l’ufficio Procuratore Generale dal Ministero della giustizia, indire un referendum sull’ammissibilità aborto – problema sul quale il partito è diviso. Rigorista in economia il partito propone il sostegno agli imprenditori e alle famiglie e ha un programma di “agricoltura attiva” in ambito sociale, Si fa carico di richieste contraddittorie come la costruzione di alloggi e dormitori, investimenti nell’industria degli armamenti, sostegno alle imprese di trasporto, nonché proposte per introdurre due domeniche di shopping al mese, tutela delle famiglie e possibilità di detrarre dalle tasse i contributi per l’assicurazione sanitaria, la riforma globale del sistema sanitario, la parità di retribuzione per donne e uomini, il ripristino dei finanziamenti per la riproduzione in vitro, la modernizzazione degli standard di assistenza perinatale, maggiore disponibilità di asili nido e l’introduzione di un sistema di cauzioni per l’importazione di prodotti agroalimentari dall’Ucraina, apportando soprattutto modifiche al piano strategico della politica agricola comune, abolendo i “corridoi di solidarietà” par l’Ucraina, adottando la legge sull’assistenza personale, aumentando i salari – tra gli altri. per insegnanti, infermieri e paramedici – nonché le spese per l’ammodernamento militare negli stabilimenti di armi polacchi. Da questa
formazione verrà al nuovo governo una richiesta di moderazione negli aiuti all’Ucraina, anche a causa della crescente ostilità generale verso i profughi che si stanno trasformando in emigrati stanziali che fanno concorrenza ai polacchi sul mercato del lavoro.
Diritti civili, diritti umani, muro – politica migratoria, nuova sinistra
Il terzo partito della coalizione del futuro governo – Nowa Lewica – ha un vasto programma contenuto in 155 proposizioni: il partito si batte per la laicità della scuola “Elimineremo la religione dalle scuole. Liberando le aule e alleggerendo il programma delle lezioni, alcune scuole potranno abbandonare il sistema dei turni. Utilizzeremo i fondi risparmiati per organizzare lezioni di sostegno per studenti con bisogni speciali. Pari opportunità, parità di genere” (preposizione 19 del programma) mentre alla preposizione 85 si dice: ”Uno Stato laico. Metteremo fine alla posizione privilegiata della Chiesa cattolica e denunceremo il concordato. Porteremo la religione fuori dalle scuole e nelle aule catechistiche e porremo fine al finanziamento pubblico degli stipendi dei catechisti. Attueremo il principio finora irrealizzato della neutralità religiosa degli uffici e delle istituzioni statali, che devono servire tutti i cittadini indipendentemente dalla loro religione o dalla sua mancanza. La Procura non è lì per perseguire la “blasfemia”, quindi abrogheremo l’art. 196 cp sull’insulto al sentimento religioso.” Inoltre si vuole la “Separazione finanziaria tra Chiesa e Stato. Aboliremo i privilegi finanziari e fiscali del clero, compreso il Fondo della Chiesa. Porremo fine alla pratica di trasferire beni immobili alle chiese gratuitamente o quasi per niente. Toglieremo la deroga prevista per le chiese al divieto di acquisto di terreni agricoli. Introdurremo l’obbligo di registrare le entrate delle chiese e delle associazioni religiose.” Il programma prevede inoltre una lotta spietata contro la pedofilia e l’abolizione dell’obiezione di coscienza a praticare l’eutanasia o cure mediche.
Il partito nuova sinistra porterà nel nuovo governo certamente la richiesta di attuazione delle preposizioni 77 e 78 del suo programma “Amore per tutti. Introdurremo la piena uguaglianza matrimoniale, nonché l’istituto delle unioni civili indipendentemente dal genere.” e chiederà “Zone senza odio.” Faciliteremo la procedura di riconciliazione di
genere legale e medica. Vieteremo le cosiddette “terapie di conversione” e altre pratiche dannose e pseudoscientifiche rivolte alle persone LGBTQ+. Amplieremo l’art. 119, 256 e 257 cp per reati d’odio basati sull’orientamento psicosessuale e sull’identità di genere.” aprendo così la strada alla liberalizzazione del paese dall’oscurantismo del Pis, si recita nelle proposte di programma. Altra richiesa degli sbarramenti di muri e filo spinato alle frontiere con l’est Europa.
Di ciò detto relativamente sull’attuazione dei diritti politici e civili il partito si fa sostenitore una politica di attenzione per l’ecologia, di un programma di edilizia pubblica, di potenziamento della sanità pubblica, di miglioramento dei trasporti pubblici e di tutti i servizi verso la comunità e sostiene una politica di aumento salariale e di realizzazione di strutture di welfare per le famiglie, per i giovani, per gli anziani, per i disabili, la cui assistenza viene sottratta all’appalto e alla gestione della Chiesa cattolica che da questa attività trae lauti profitti in Polonia.
Decisamente un programma di azione politica che farebbe bene leggere ad ogni partito di sinistra e che, se attuato, porrebbe fine all’anomalia polacca.
La Redazione