EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA

Da qualche decennio, dopo la Finanziarizzazione dell’economia, la privatizzazione e svendita di patrimoni industriali, la globalizzazione dei capitali (ma non delle persone) e la devastazione dei più elementari diritti sociali (conquistati con lotte durissime nel secolo scorso), sostituiti da una parodia dei diritti civili in salsa capitalista (ovvero li godi se hai i soldi), assistiamo ad un viaggio (peraltro prevedibile e previsto) nel tempo, che ci riporta direttamente all’Ottocento.
Un posto dove il capitale fa ormai quello che vuole e, quando può usa il soft-power di una “narrazione” politicamente corretta, ma quando può ne fa tranquillamente a meno, rivestendosi dei panni che gli sono consoni (intendiamoci: per il capitale,tutti i panni sono consoni, a favore di diritti civili ma anche no. L’importante, ovvio, è che non si mettano in discussione i rapporti di produzione, poi va bene tutto).
Nell’area Fiorentina, anzi campigiana (da Campi Bisenzio) sono emersi 2 di questi casi di specie.
Il primo, che data ormai ad un paio di anni orsono, è quello della GKN, ben noto alle cronache sia per le modalità con cui si è prodotto, sia per la reazione (assai inaspettata in questo periodo storico) della rappresentanza sindacale, che ha messo in piedi un percorso inusitato ed eccezionale.
La GKN produce materiale per automotive, venne acquisita nel 2018 dal fondo Melrose. Un fondo speculativo che ha come “mission” quella di acquisire aziende, “risanarle” e venderle distribuendo i proventi ai propri azionisti.
Sarebbe il tipico comportamento vampiresco del capitale finanziario (e lo è) se non fosse complicato dal fatto che in quel fondo ci sono probabilmente anche le pensioni di altri operai e lavoratori. Possiamo dire male quanto di vuole dell’Italia degli anni ‘70 del secolo scorso (e rimpiangerla è inutile), una una filiera di comportamenti così strutturata (vendita – fondo speculativo- fondo pensione privato – chiusura azienda) sarebbe stata impensabile in quel periodo storico.
Quindi la Melrose acquista la GKN la “risana” e poi con una mail licenzia tutti i dipendenti. La storia è più complessa di così, ma non è questa la sede per una approfondimento di storia industriale. Quello che ci preme è evidenziare la reazione delle rappresentanze sindacali dell’azienda. Esse hanno avviato una lunga battaglia, che dura ancora, portando all’attenzione della classe politica la bomba sociale che questa chiusura avrebbe provocato. Ma non solo, si è rilanciata la produzione operaia con l’occupazione e l’autogestione, dimostrando che i padroni, siano multinazionali o singoli “uomini del vapore”, sono più vecchi e inutili delle ideologie socialiste che essi credono di aver consegnato alla storia. Una battaglia che è diventata nazionale. Condotta da persone capaci, politicamente preparate e con una militanza attiva che non si vedeva da decenni.
A fronte di questa durissima lotta, che ancora prosegue (con operai che non ricevono lo stipendio da mesi) e della quale non si conosce la fine, sta la vicenda altrettanto paradigmatica di “Mondo Convenienza” un big player dell’arredo, il cui punto di forza come dice la sua home page (https://www.mondoconv.it/) è il prezzo.
Ovviamente si tratta di realtà dove il prodotto conta pochissimo, contano appunto il prezzo, la velocità di consegna e, insomma, la “rivoluzione” logistica avviata da Amazon ormai decenni orsono.
Ma questa rivoluzione qualcuno la deve realizzare, e questo qualcuno deve permettere i “prezzi bassi”.
Ed essendo la logistica il punto di forza (oltre ai “prezzi”) ecco che gli addetti alla consegna sono diventati ormai i nuovi neo-proletari tardo settecenteschi. Orari infiniti. Stipendi da fame. Questa manodopera è spesso reclutata fra immigrati, i più sottoposti a ricatti e più deboli.
Anche loro però hanno alzato la testa, ma, in questo caso la risposta dell’azienda, ma anche, e soprattutto delle istituzioni è stata assai diversa. Se la GKN, azienda con manodopera specializzata “bianca” e sindacalizzata ha avuto attenzione da parte dell’intera società, dei sindaci (obtorto collo) ed ha avuto una risonanza nazionale, i lavoratori di “Mondo Convenienza” hanno avuto le manganellate della polizia e, come l’agenzia Pinkerton, anche i pestaggi da parte di squadracce di picchiatori. A Quest’ultimo, gravissimo, fatto, non c’è stata alcuna sollevazione e solamente i sindacati di Base hanno permesso che, perlomeno, non quanto avvenuto non passasse in silenzio. Anche nel caso della GKN i sindacati confederali sono stati tirati per la giacchetta, dimostrando la loro sempre più evidente perdita di un reale contatto con il mondo del lavoro. Che nel 2023 si pestino lavoratori in sciopero, gli si aizzino contro altri lavoratori (che anche questo è accaduto) e li si manganelli avrebbe dovuto vedere una risposta corale e decisa, in primis da parte della CGIL.
Per leggere la cronaca di quei fatti e della vicenda, ancora tutta aperta, qualche materiale in rete si trova. Ad esempio a questo link https://www.dirittiglobali.it/2023/06/mondo-convenienza-sfruttati-e-picchiati-i-lavoratori-insciopero/ (articolo tratto dal Manifesto).
Mentre sto scrivendo queste righe giunge la notizia che oggi, 23 luglio 2023 si terrà “una manifestazione a sostegno dei lavoratori di Mondo Convenienza in sciopero dall’inizio giugno per vedersi riconosciuti diritti fino ad oggi negati, un lavoro dignitoso e non insicuro. Indetto dal sindacato di base Si Cobas di Firenze e Prato, il corteo attraverserà la città fino a piazza del Comune. Lì dove da giorni stazionano, nel disinteresse delle forze dell’ordine, i furgoni di Mondo Convenienza: “Sono caporali e capetti che stanno provando a ricattare il Comune – ricorda il sindacato – ‘colpevole’ di essersi schierato fin dall’inizio dalla parte dei diritti e della dignità, contro l’uso di modalità intimidatorie che ricordano tempi bui del nostro paese. Per questo c’è bisogno di scendere in piazza, e che il territorio abbracci questa lotta coraggiosa”. Tutte le forze di sinistra dell’area fiorentina hanno aderito e parteciperanno alla manifestazione”
(Riccardo Chiari, il Manifesto 23/7/2023).
Speriamo che ci siano davvero tutti, anche i sindacalisti confederali. Come ha insegnato la GKN la lotta può pagare solo se diventa generale.
In questi periodi così oscuri, che operai specializzati licenziati in tronco ed immigrati sfruttati, abbiano ancora la voglia e il coraggio di lottare, anche al di là delle sigle e della solita “prudenza” e “tattica” che hanno demolito le forze rivoluzionarie in questo paese, apre perlomeno un barlume di speranza.
“Eppure il vento soffia ancora”

Andrea Bellucci