Il Primo Ministro inglese Rishi Sunak e la sua Ministra degli interni Priti Sushil Pate, ambedue discendenti di famiglie di origine indiana, fanno coerentemente parte di quella razza padrona divenuta tale per avere venduto se stessi e la propria anima ai padroni dei quali hanno assunto le vesti e il corpo. I due sono i figli legittimi dell’imperialismo britannico che con ferocia inaudita ha invaso l’India, saccheggiandola e massacrandone la popolazione, tanto che si calcola che nell’ottocento la conquista dell’India da parte britannica sia costata al popolo indiano da 100 a 165 milioni di morti per fame e carestie, mentre la corona britannica si ingrassava con la sue ricchezze e costruiva l’Impero.
Questi figli bastardi dell’imperialismo britannico, hanno studiato nelle migliori Università inglesi dove hanno assimilato il disprezzo profondo per il popolo e i poveri, hanno praticato l’arroganza dei ricchi, realizzando un’efficace sintesi fra questi valori e quelli tradizionali del paese di provenienza dei loro genitori, ovvero, l’odio di casta che oggi si riversa sui poveri ed i migranti, su quelli che cercano rifugio per sfuggire alla povertà e alla guerra, considerati da costoro nient’altro che feccia, degli intoccabili, che come tali non vengono lasciati avvicinare e comunque vanno immediatamente espulsi, repressi, allontanati in ogni modo. Essi sono degni di finire in fondo al mare o di essere trasportati in un qualche paese, purché lontano dagli occhi e soprattutto lontani dal naso perché non si possa percepire nemmeno l’odore che emana la povertà.
Sunak e Pate non hanno avuto bisogno del nazismo e del razzismo nazista e fascista per formarsi ma è bastato loro attingere alle tradizioni e agli usi dell’impero britannico che sottomise l’India, attraverso un’alleanza delle classi dominanti del paese che avevano venduto al conquistatore le loro anime e i loro corpi, che si erano a questi assimilati nella gestione di un impero e di un potere che è ricorso a guerre come quelle
dell’oppio, per imporre ad un intero popolo, quello cinese, il consumo di stupefacenti ed arricchirsi sulla sua rovina. Tali sono sta le le guerre del 1839–1842 1856–1860 che l’impero inglese ha condotto contro la Cina, strumentalizzando i suoi possedimenti indiani per coltivarvi l’oppio che vendeva ai cinesi e per utilizzarne gli uomini per farli combattere nelle sue truppe al soldo dei suoi generali.
Memori di questa esperienza, della quale questi bastardi hanno fatto tesoro oggi che sono al governo del paese impongono al popolo inglese una legislazione sull’emigrazione vergognosa che prevede la detenzione per i migranti irregolari su zattere gigantesche, ancorate al largo delle coste, perché non abbiano a contaminare
con la loro presenza il suolo inglese e predispone strumenti ed accordi per trasferirli coattivamente in paesi africani pagati per detenerli .
Con questo atto il governo inglese in carica ha cancellato la natura democratica dello Stato britannico, ha negato i principi della Magna Carta, ha perso ogni diritto di rivendicare qualsiasi azione intrapresa in difesa dei diritti umani. che alla bisogna e quanto conviene esso dice di voler difendere, come, ad esempio, quando interviene pesantemente nella guerra Ucraina in nome della libertà dei popoli, ma in realtà in difesa dei suoi sporchi interessi e per danneggiare l’Unione Europea, nella funzione di Stato vassallo dei suoi cugini coloniali.
I governi conservatori britannici hanno trasformato il paese nel crogiolo del neonazismo e del razzismo moderno, conferendo ad esso nuovi caratteri di xenofobia, di odio razziale, di disprezzo per i poveri, di culto della disuguaglianza: oggi il governo britannico rappresenta la feccia dell’umanità, divenuta governo, che pretende di sedere a pieno titolo nel consesso delle Nazioni civili.
L’espulsione delle Nazioni unite di questo Stato canaglia sarebbe la sola misura giusta ed opportuna per rispondere a queste scelte; l’interruzione dei rapporti diplomatici con questo governo la sola giusta reazione di ogni Stato sedicente democratico che sostiene di avere a cuore i diritti della persona umana.
Non è un caso che esso guardi con simpatia e amicizia, come non mai, al governo di Giorgia Meloni.