La Guerra e l’Europa

L’Unione Europea esce trasformata da questa guerra voluta dagli Stati Uniti proprio in funzione strategica antieuropea. Alimentando l’intervento NATO in Ucraina a partire dal 1995, portando avanti la destabilizzazione del paese attraverso strumenti e tattiche che abbiamo ricordato, alimentando l’illusione di un’immediata adesione alla NATO e alla U. E., impossibili nel breve periodo. Così si è alimentata un’illusione: quella di poter militarmente recuperare la Crimea e di sopprimere fisicamente i separatisti del Donbasss, pensando che la Russia non poteva che soccombere. La leadership Ucraina ha accettato di bagnare di sangue il terreno del paese per far germogliare una nuova Ucraina non russofona, che guarda ad occidente, destinata a scavare per generazioni un solco tra sé e il popolo russo. Se è vero che il
responsabile dell’aggressione è un autocrate, spregiudicato, ignobile, sanguinario, la guerra non potrà che dividere e contrapporre i popoli certo i goveri dell’Ucraina hanno fattodi tutto per giungere alla guerra.

L’Europa senza energia

L’obiettivo perseguito dagli USA – che hanno utilizzato i loro ignobili vassalli inglesi, divenuti da titolari dell’impero i gurkha dei “coloniali” americani – di recidere la naturale alleanza economica tra Europa e Russia è ormai certamente raggiunto: si tratta solo di consolidarlo. Le industrie europee, prevalentemente manifatturiere e di trasformazione, vedono salire il costo dell’energia a livelli stratosferici. Piuttosto che averla con le infrastrutture esistenti devono dotarsi di degassificatori, acquistando il gas da altre fonti e diversificare le forniture di petrolio, dipendendo da un mercato dell’energia gestito in dollari, a tutto danno dell’euro. Non è un caso che la ripresa ben avviata in Europa stia già frenando, mentre l’inflazione cresce, destabilizzando il mercato del lavoro e le condizioni sociali di vita delle popolazioni.
In questa fase l’operazione è ancora in corso e non si sa quanti morti – da una parte e dall’altra – lascerà sul campo, né si sa come e quando la carneficina finirà, né quali saranno le delimitazioni delle nuove sfere di influenza, né quali saranno i nuovi equilibri, ma si possono fare delle ipotesi. È come aver dato un calcio alla scacchiera e, dovendo
necessariamente continuare a giocare, occorre vedere come si posizioneranno nuovamente i giocatori in campo.
Si possono provare a fare però delle ipotesi.

Il riarmo dell’Europa e la NATO

Un primo effetto di quanto sta avvenendo è il riarmo della Germania, che non è solo il gigante dell’economia europea, ma il motore dell’aggregazione dell’U. E., perseguita spregiudicatamente attraverso l’uso strategico dell’economia. La strategia tedesca è passata, in una prima fase, dall’aggregazione del nucleo duro dell’Unione, ha promosso l’assorbimento rapido dei paesi ex sovietici, prodotto e patrocinato la crisi balcanica, predisponendo il loro inglobamento nell’Unione pezzo a pezzo e gradualmente, mano a mano che essi introiettavano e applicavano le modifiche istituzionali ed economiche richieste. Questa operazione è avvenuta di concerto con l’espansione della NATO, l’uso delle sue truppe e dei suoi bombardieri, che hanno scaricato bombe intelligenti e “umanitarie” sugli ospedali di Belgrado (per chi lo avesse dimenticato). Quella stessa NATO utilizzata spregiudicatamente dall’azionista USA quando gli ha fatto comodo è oggi stata utilizzata per produrre la crisi ucraina e con essa un ulteriore elemento di disturbo alla crescita di una U. E. coesa, facendo trovare l’Europa di fronte al fatto compiuto: se dirà un si immediato (ed impossibile) all’Ucraina ne andrà della sua coesione, se dirà di no seminerà delusione, farà pensare al tradimento, indebolirà la sua forza attrattiva.
Come trappola è insolitamente raffinata e ben pensata, per essere un prodotto solo yankee, e non vederci lo zampino dei perfidi inglesi che hanno storicamente avuto interesse a un’Europa debole e divisa, significa negare l’evidenza.
Quel che non sembrano aver calcolato, ne gli uni ne gli altri, è che con il riarmo tedesco l’Europa disporrà in una prospettiva non molto lunga di un esercito proprio e questo esercito può fondersi con la Force de Frappe francese e con gli eserciti degli altri paesi e quindi potrà far a meno non sono di canadesi e statunitensi, ma anche dei servi sciocchi britannici, il cui ruolo servile degli interessi USA non sarà dimenticato ad una lettura storica degli eventi in corso.

La Russia guarda ad oriente e all’India

Un altro rilevante risultato dell’operazione in corso sarà che, inevitabilmente, la Russia è destinata – obbligata – a guardare ad oriente e verso l’India. Con il risultato che diventerà la riserva strategica di petrolio e gas dell’economia cinese e indiana, con un mercato prevalentemente aperto all’economia cinese e a quella indiana, mentre già da ora i suoi assett produttivi principali diverranno di proprietà cinese, vista la debbolezza finanziaria russa. Questo fatto non potrà che trasformare la Russia in un paese vassallo della Cina e aumentare notevolmente, in prospettiva, le forze economiche e militari che la Cina (e l’India) può schierare sul settore del pacifico contro gli USA.
Il rapporto della Russia con l’India .- significativamente astenutasi sulle sanzioni – promette positivi sviluppi sul piano del commercio, finanziario e si collaborazione strategica nell’oceano indiano e lungo le coste che lambiscono l’area islamica, proiettando la potenza militare russa verso una posizione di controllo in all’altra area di rilevanti materie prime, non solo in gas e petrolio. Così l’attuale vittoria statunitense in Europa finirà per ritorcersi contro gli strateghi del Pentagono e i loro sogni di egemonia incontrastata dell’area del Pacifico. Ma si sa, il capitalismo vive di immediatezze.
La Cina verso un novo sistema economico finanziario mondiale.
Ciò che gli americani sono troppo stupidi per capire è che lo scontro vero non è in corso nel Pacifico, ma soprattutto in Africa e America Latina, dove le tante vie della seta messe in piedi dai cinesi stanno infeudando le economie locali a quella cinese, trasformando le élites locali in sub agenti del capitale finanziario e del sistema economico cinese che, basandosi sulla cooperazione allo sviluppo e praticando tecniche di rapina attenuate, non pretebdendo di dettare l’agenda politica, lascia maggiori spazi di autonomia economica e politica agli Stati che accettano di entrare nella sua orbita.
È al momento evidente che il capitalismo e l’imperialismo di origine anglosassone non è in grado di ristrutturarsi e rimodellarsi per competere con il capitalismo imperialista cinese, il quale parte da posizioni di forza per prepararsi ad incalzare, con una strategia della quale al momento appaiono privi, sia l’universo dei paesi islamici che il gigante indiano.