C’è del marcio in Toscana

Una premessa: parliamo di Toscana non tanto perché è la Regione in cui vivo, ma per altri due buoni motivi.
Il primo è che il caso che andrò ad esaminare ha avuto una notevole risonanza nazionale. Il secondo è che la Toscana è una regione da sempre governata dalla sinistra (absit iniura verbis) e quindi fa più specie che essa sia al sesto posto nella
scala italiana delle regioni per le infiltrazioni mafiose. È bene ricordare che allorché Saviano osò parlare dello sbarco della criminalità organizzata in Lombardia, l’allora Presidente della Giunta Maroni pretese uno spazio in televisione per difendere la pretesa “onorabilità” del suo territorio, onorabilità che fu poco dopo clamorosamente smentita dalle inchieste giudiziarie; ma quella era una regione di destra ed il popolo toscano pensò che quei fatti non lo riguardassero; e invece!

I fatti

Il 15 aprile 2021, in piena emergenza pandemica, viene alla luce un’inchiesta della Procura di Firenze relativa all’interramento di rifiuti tossici sotto la strada regionale 429 “di Val d’Elsa” (ex strada nazionale 429), nel tratto che unisce Brusciana nel Comune di Empoli e a Dogana nel Comune di Castelfiorentino. Il IV lotto che “avrebbe abbreviato i
tempi di percorrenza tra la Val d’Elsa e la strada a scorrimento veloce (FI-PI-LI) [1] era stato inaugurato il 19 dicembre 2019 in pompa magna, presenti i sindaci e l’assessore regionale alla “legalità” Vittorio Bugli. Secondo le indagini che hanno portato all’apertura dell’inchiesta giudiziaria sono state sepolte sotto il manto stradale 8 tonnellate di rifiuti tossici, prodotti come cascami della lavorazione del cuoio. L’inchiesta si sta allargando ad altri sversamenti avvenuti in altri luoghi delle provincie di Siena, Firenze e Pisa. I residui delle concerie andrebbero trattati prima di essere smaltiti in maniera sicura e non nociva, mentre sarebbero stati sversati bypassando la costosa fase del ritrattamento.

Un po’ di storia

La concia delle pelli è un’attività che circa il 10% degli abitanti del “Distretto del Cuoio” svolgono attualmente. Il distretto del cuoio è centrato in Santa Croce sull’Arno, comprende i comuni di Bientina, Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d’Arno, San Miniato, Santa Croce sull’Arno e Santa Maria a Monte nella provincia di Pisa, e Fucecchio in provincia di Firenze e produce circa il 98% del cuoio nazionale. Esso è attivo da oltre un secolo e mezzo ed oggi conta oltre 900 piccole aziende. Fino ad un ventennio fa la concia avveniva secondo un metodo tradizionale detto “vegetale”, da cui la dizione di “cuoio vegetale”[2]. La lavorazione, comunque, comportava un importante inquinamento delle acque reflue, che venivano trattate opportunamente con un depuratore che, iniziato negli anni sessanta, ha subito ampliamenti e migliorie. Le cose sono cambiate sullo scorcio del secolo scorso. I vecchi metodi di concia sono stati soppiantati da metodi più moderni, in particolare la concia al cromo, più economica e soprattutto più rapida. Ma il sottoprodotto di questa lavorazione ha come prodotto di scarto il “keu”[3]. Il suo smaltimento ha fatto nascere un nuovo business in cui la
criminalità organizzata, sempre attenta agli affari legati ai rifiuti, si è prontamente inserita.

I personaggi

Con il sorgere del problema dei rifiuti con puntualità la ‘ndrangheta si presenta, nella figura dell’“imprenditore” Francesco Lerose, vicino alla famiglia Aracri di Cutro (KR), già agli arresti da aprile ed a cui nel gennaio di quest’anno sono stati sequestrati beni per 5 milioni di €. L’accusa è ovviamente quella di non aver riciclato correttamente il keu, ma
di averlo fatto interrare sotto la nota strada regionale. Ma può portare a termine una tale operazione un singolo gruppo criminale senza che gli amministratori locali lo vangano a sapere? Potevano non sapere che fine facevano i loro rifiuti tossici i vertici delle associazioni imprenditoriali del cuoio? Il Capo di Gabinetto della Giunta Toscana, Ledo Gori, dopo essere stato riconfermato dal Presidente Eugenio Giani si è dovuto dimettere, per le ombre che gravano su di lui e per le pressioni delle opposizioni e dell’opinione pubblica (salvo ricomparire ben presto quale consulente del Comune di
Viareggio). Le dimissioni sono fioccate nei vari enti [4]. Resiste invece alla richiesta di dimissioni che provengono da più parti e da molto tempo, per quanto indagata, Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno.

Gli amministratori

Il 26 maggio del 2020 il Consiglio Regionale della Toscana approvava un emendamento alla legge riguardante i rifiuti che abrogava “l’articolo 12 della legge regionale 32 del 2020 e apportava modifiche all’articolo 13 bis della legge regionale 20 del 2006, in sostanza puntava a sottrarre il consorzio Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione di integrazione ambientale (Aia). L’emendamento è finito sotto il vaglio della Corte Costituzionale e quindi annullato. Tutto ciò non sembra proprio un caso! C’è da precisare che l’attuale Presidente della Giunta Regionale Eugenio Giani non risulta indagato e che all’epoca dell’emendamento era Presidente del Consiglio Regionale e quindi non aveva compiti gestionali. Nel frattempo la Regione ha istituito una Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose che ha recentemente presentato le sue conclusioni (7 marzo): le relazioni sono due, una di maggioranza sostanzialmente PD che esclude qualsiasi connessione tra l’emendamento di cui sopra e l’affaire keu [5] ed una di minoranza (destre e M5S)[6]. Il PD non manca di rinnovare la solidarietà a Giulia Deidda.

Conclusioni

Questa vicenda fa riaffiorare considerazioni già fatte, ma che è bene ribadire. L’accumulazione del profitto comporta una continua diminuzione dei tempi e un’accelerazione delle procedure, e queste vengono perseguite costi quel che costi (agli altri, ovviamente). Ma c’è un risvolto ancora più maleodorante: l’abbattimento dei costi viene perseguito senza tener alcun conto dei diritti alla salute dei cittadini e ciò assottiglia a dismisura il confine tra affare e malaffare; da sempre le mafie lucrano sui rifiuti, facendoseli affidare, smaltendoli illecitamente, ma se le mafie fanno i loro sporchi
affari sono gli imprenditori che, pur di abbassare i costi per innalzare i profitti, affidano loro i cascami delle loro produzione, fingendo di non sapere che il basso prezzo richiesto per le operazioni di smaltimento nasconde lo sversamento degli stessi nell’ambiente. Infine queste operazioni non possono che avvenire sotto lo sguardo
colpevolmente distolto delle amministrazioni locali. C’è però una curiosa affezione dei “socialisti” per i rifiuti tossici da interrare sotto le strade di nuova costruzione, come ben sapevano Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Nihil sub soli novi!

[1] Firenze-Pisa-Livorno.
[2] Con ciò si intende un cuoio pur sempre di origine animale, ma trattato con prodotti vegetali.
[3] “Il keu è un residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli; si caratterizza come un granulato sinterizzato”. https://it.wikipedia.org/wiki/Keu_(scienza_dei_materiali). Contiene elementi nocivi e necessita di essere trattato prima di essere smaltito.
[4] “Finiti al centro dell’inchiesta Keu, Mancini non è più presidente di Aquarno. Anche Famiglietti e Gliozzi avrebbero lasciato le cariche in Assoconcia”. Corriere della Sera del 21 marzo 2021, https://www.quinewscuoio.it/santa-croce-sull-arno-dimissioni-in-aquarno-e-associazioneconciatori.htm.                                                                            [5] https://www.gonews.it/2022/03/02/commissione-infiltrazioni-mafiose-toscana-relazione-fine-lavori/.
[6] https://www.toscanachiantiambiente.it/indagine-keu-e-infiltrazioni-mafiose-in-toscana-incalzano-leopposizioni/

Saverio Craparo