Lukašėnka attacca, Kaczyński ringrazia

Il Governo bielorusso ha organizzato un piccolo business nell’offrire a circa 4.000 migranti il trasporto, al costo, si dice, 800 – 1000 € a testa, tutto compreso, per essere trasportati al confine tra la Bielorussi alla Polonia.
Il Governo di Lukašėnka è alla frutta, strozzato dalle sanzioni e dai mancati aiuti dell’Ue. Allora decide di scimmiottare un degno compare, Erdoğan, che da anni ricatta l’Unione, minacciando di lasciare andare i migranti che premono ai suoi confini. Ma non vuole disfarsi dei suoi cittadini, che si tiene ben stretti, e per mettere in atto il suo piano, raccatta sul mercato mondiale quattromila disperati circa, ai quali fa anche pagare il biglietto di viaggio, e li fa trasportare presso il confine, di fronte ai modesti (per ora) reticolati che polacchi hanno costruito a difesa del loro territorio. Siamo a metà novembre e fa freddo.
Quattromila persone possono essere facilmente custodite e controllate sia dall’una che dall’altra parte del confine, ma, al tempo stesso, possono dare l’idea di una minaccia che può crescere: nelle intenzioni bielorusse ciò avrebbe dovuto indurre l’Unione e i
polacchi a cedere e a pagare.
A Kaczyński non è parso il vero: è nei guai con l’Ue. Lo smantellamento dello Stato di diritto, la condanna della CEDU, l’approvazione della legge contro il diritto all’aborto e le restrizioni territoriali contro gli appartenenti alla comunità LGBT, hanno indotto l’Unione a minacciare l’esclusione della Polonia dai fondi del New Generation Plan e se c’è una cosa della quale i governanti polacchi sono ghiotti, sono i fondi Ue, che utilizzano a meraviglia, per le loro attività di concorrenza sleale verso gli altri partner comunitari, attuando ogni operazione possibile di dumping salariale e finanziario.
E dire che 4000 migranti sono meno di quanti ne devono gestire l’Italia o la Spagna in una settimana e che di questi quattromila nessuno e così pazzo da volere restare in Polonia: vogliono tutti attraversare più velocemente possibile il territorio polacco per andare in Germania o in Francia. Questo spiega il pronto aiuto e sostegno politico della Germania alla Polonia che teme l’apertura di un corridoio di migranti, alimentato dalla Bielorussia, e perciò si muove per mutare la posizione Ue sul finanziamento delle barriere di filo spinato ai confini, ora divenuta finanziabile, mentre la NATO mobilita i suoi 5 battaglioni dislocati nei paesi Baltici. Il popolo polacco si divide e mentre i nazionalisti organizzano ronde e battono le campagne per intercettare i migranti, picchiarli e respingerli oltre confine, in molti mettono insieme pacchi di viveri e medicine per i migranti, li lasciano nei boschi segnalandoli ai disperati che vi si aggirano, accendono una luce verde per segnalare le case pronte a dare accoglienza, cercano di contrastare la polizia che buca le gomme di qualche ambulanza privata che cerca di portare soccorso.
Intanto l’operazione di distrazione di massa va avanti e Lukašėnka può mostrare ai suoi cittadini la poca disponibilità dell’Unione ad accogliere eventuali profughi dalla Bielorussia, esibendo il cuore duro dei tedeschi, dei quali peraltro i bielorussi non conservano un buon ricordo, visti i 6 milioni di cittadini del paese eliminati fisicamente dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, minaccia di chiudere gli oleodotti che attraversano il paese esportando verso l’Europa il petrolio e il gas russo.
Altrettanto soddisfatto Kaczyński, gode nel solleticale la xenofobia, il patriottismo e il nazionalismo dei polacchi, ricordando loro che la maggior parte dei potenziali migranti in transito, sono prevalentemente di religione islamica e quindi da odiare, stimolando i cittadini a raccogliesi intorno al Governo per sostenerlo. Sa bene, e al tempo stesso spera, che molti cittadini si lasceranno sedurre dall’odio contro lo straniero, dall’ostilità verso migranti di religione non cristiana, rispolverando l’immagine tanto cara a molti polacchi di difensori della fede; confida nell’aiuto delle gerarchie ecclesiastiche e del clero, che si guardano bene di predicare e praticare l’accoglienza e sostengono le sorti del regime non solo perché esso promana dagli ambienti cattolici più retrivi e con questa ideologia si alimenta, ma perché è cointeressato a gestire il rapporto simbiotico con lo Stato che alle organizzazioni ecclesiastiche ha ceduto l’appalto della gestione, con fondi statali dell’assistenza sociale e di larga parte della sanità, e che vuole clericalizzare la società con leggi liberticide. In cambio di questa alleanza è disponibile a tenere ben saldo il coperchio sugli scandali sessuali del clero, sulla gestione non limpida dei rapporti con i giovani, prova ne sia che gli scandali relativi ai comportamenti di alti prelati e del basso clero venuti a galla sono stati puntualmente silenziati e se ne sono perse le tracce. In questa situazione diventa più difficile sostenere la lotta delle donne e degli uomini polacchi, che con sempre maggiore difficoltà si oppongono al Governo.

G. L.