Le piazze sono piene e affollate, manifestazioni contro il Governo si susseguono, ma i motivi della protesta sono falsati: c’è in atto una ben orchestrata operazione di distrazione di massa. Si protesta contro il green pass, visto come una misura discriminatoria e impropria, si da spazio ai no vax che motivano le loro posizioni sostenendo di opporsi in tal modo a Bigfarma e che esprimono la loro diffidenza verso la scienza e la sua efficacia.
Noi comunisti anarchici abbiamo sempre confidato nella scienza e nei progressi della medicina e, in quanto a Bigfarma, riteniamo che guadagni molto di più con le ospedalizzazioni dei malati di covid e il costo delle loro cure immediate e di
quelle necessarie nel tempo per effetto delle malattie post covid.
Ciò premesso è necessario, urgente, indifferibile e indispensabile, scendere in
piazza contro questo Governo e non contro le Camere del Lavoro. Le ragioni vere del
disagio sociale sono molte: la mattanza giornaliera di lavoratrici e lavoratori sul posto
di lavoro, i due milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta, la riduzione di
fatto dei salari, a causa del caro energia, del bisogno di case, anche per la crescita
degli sfratti per morosità dovuti alla povertà, per la disoccupazione e i licenziamenti. È un dato di fatto che molti lavoratori, pur lavorando, non sono in grado di far fronte al pagamento delle bollette e degli affitti, devono ricorrere alla carità per tentare di riuscire almeno a permettersi un pasto al giorno. Intanto si allargano le dismissioni e le
delocalizzazioni verso paesi con un costo del lavoro ancora minore e si smantellano aziende, malgrado che queste producano profitti, per eliminare la concorrenza e conquistare quote di mercato.
I partiti e il sindacato
I partiti della cosiddetta sinistra rivolgono la loro principale attenzione alla tutela dei diritti civili – questioni certamente importanti, ma che non possono essere affrontate con la pancia vuota e senza un tetto sulla testa. Sembra di avere di fronte gli Stati Uniti che si fanno paladini dei diritti umani e intanto usano il loro esercito per reprimere;
similmente i partiti della sinistra riformista dicono di battersi – peraltro con scarsi risultati – per i diritti civili, mentre manca il lavoro e la parte più debole della popolazione muore letteralmente di fame. Il mancato voto di più della metà degli elettori nelle elezioni comunali costituiscono una delle cartine di tornasole che misurano l’entità del disagio.
Non fa meglio il sindacato che, allettato dai padroni, vagheggia un patto per il lavoro, dimentico del fatto che questi strumenti sono sempre una fregatura e che ai tavoli di concertazione a perdere sono sempre i lavoratori. Molto meglio lanciare una vertenza conflittuale, sia per quanto riguarda il salario, sia lottando contro i morti sul lavoro e per il lavoro e più salario, per contrastare la delocalizzazione, il dumping finanziario e del lavoro, tenendo conto di avere come controparte un Governo, quello attuale, che crede nel mercato come strumento regolatore dell’economia e sul piano istituzionale si prepara subdolamente a far passare il regionalismo differenziato, accentuando così le diseguaglianze.
Un debito smisurato, sotto forma di prestito, che accresce le diseguaglianze I soldi messi a disposizione dall’Europa con il Recovery Fund, è bene ricordarlo, sono in larghissima parte un debito, che impegna la società italiana per decenni. Ebbene questo Governo ha avuto modo di procedere incontrastato a nominare i boiardi di Stato a sua scelta, incaricati di gestire i finanziamenti, di individuare i terminali privilegiati
dell’imprenditoria privata che gestiranno le risorse, senza fornire alcuna chiara indicazione sui progetti e il loro reale contenuto. Le decisioni che si prospettano sono quanto mai arbitrarie e discutibili, a cominciare dall’interesse per il nucleare leggero del Ministro Cingolani, per passare poi all’assenza di piani industriali di filiera che possano offrire reali e percorribili prospettive alla presenza delle industrie in Italia e quindi reali prospettive di occupazione.
Nulla si fa e si prevede a proposito di un intervento organico sulla struttura del mercato del lavoro, per non parlare di fisco e pensioni, si lascia la sanità abbandonata a se stessa, mentre si da in pasto ai gonzi una riforma della giustizia che grida vendetta, perché lascia immutate le pene per i reati a contenuto e cause sociali e depenalizza i reati societari e finanziari, e quelli della grande criminalità, avviando i processi sul binario morto dell’improcedibilità.
La sentenza su Mimmo Lucano insegni!
La Redazione