Che c’è di nuovo

Mario Draghi piscia fuori dal vaso

Il premier Draghi, di solito molto accorto, ha perso una buona occasione per stare zitto e parlando ha pisciato letteralmente fuori dal vaso.
Enrico Letta, per una volta – timidamente – formulava una proposta di sinistra, proponendo una tassa per le eredità e le donazioni superiori a 5 milioni di €; per farlo occorrerebbe portare dal 4 AL 20% l’aliquota massima di tassazione per le eredità e le donazioni tra genitori e figli superiori a 5 milioni di euro.
L’operazione riguarderebbe l’1% dei contribuenti italiani e consentirebbe di recuperare 2,8 miliardi.
Per inquadrare il contesto nel quale si colloca la proposta giova ricordare che gli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti hanno scritto su Repubblica che negli ultimi 20 anni i 5.000 italiani più ricchi (pari allo 0,01% della popolazione) hanno visto «triplicare» la propria quota di patrimoni complessivi, mentre il 50% più povero ha accusato «una riduzione del 80% della ricchezza”. Per i due ECONOMISTI “il principale motivo di concentrazione della ricchezza» è frutto dell’eredità che gode in Italia di una tassazione
di estremo favore: infatti l’aliquota per eredità o donazioni superiori a 5 milioni di euro tra genitori e figli, attualmente quella italiana è tra le più basse d’Europa, il 4%., mentre in Germania è al 30%, in Spagna al 34%, in Gran Bretagna il 40%, in Francia il 45%.
La destra dice che bisogna guardare alla tassazione complessiva e tenere conto del fatto che in Italia la casa è la forma principale di detenzione della ricchezza: «Se i figli non hanno liquidità sono costretti a vendere la casa, un risultato indesiderabile se si tratta dell’unica casa di famiglia» hanno aggiunto i due economisti citati rilevando che c’è poi da tener conto della riforma del catasto che è fra gli obblighi previsti dal PNRR e che innalzerà la tassazione. Tuttavia, questi problemi risulterebbero «limitati nel caso di
grandi successioni, diciamo superiori a 1 milione di euro o anche di più». Proprio la fascia che la proposta di Letta vorrebbe “colpire”.
Si potrebbe pensare che finalmente un dirigente del PD ha detto una cosa di sinistra, ma bisogna considerare che la proposta andrebbe attuata nella prossima legislatura; non solo, ma il Segretario del partito ha fissato l’asticella ben alta, per evitare che “i ricchi piangano”. Ciò malgrado l’idea non è piaciuta al premier che ha dichiarato presentando il decreto Sostegni bis: «Non ne abbiamo mai parlato, ma non è il
momento di prendere i soldi ai cittadini. Bensì di darli».
Presidente Draghi dobbiamo darli anche a chi ha più di 5 milioni di €? Non aveva detto ai quattro venti che la tassazione deve essere progressiva?
Ebbene, questa reazione la dice lunga su chi dovrà pagare i costi del PNRR i cui finanziamenti sono in gran parte da restituire, trattandosi di prestiti. Saranno i cittadini italiani a doverli pagare, e soprattutto quelli ben al di sotto dai redditi oggetto della proposta del PD, visto che i ricchi sono pochi e se nsibili, e quindi restii a pagare, mentre i poveri sono tanti e quindi da loro si prende di più e poi sono deboli e quindi
facili da costringere a pagare.
Con la sua reazione, giustificata dalla maggioranza della stampa osannante poco più che un espediente per tenere a freno le richieste leghiste di introduzione della flat tax (una tassa piatta, calcolata come percentuale costante, basato su una aliquota fissa), l’uomo della provvidenza comincia a chiarire come intende operare per risanare il paese: soprattutto rimuovendo i controlli sugli appalti e portando al 40% la percentuale destinabile a sub appalti, ripristinando le assegnazioni degli appalti alle proposte più basse.
Se l’attuazione dei provvedimenti seguirà le stesse logiche, le riforme promesse e ventilate saranno segnate dall’abolizione del codice degli appalti in nome della ripartenza degli appalti e dei cantieri, senza che vi sia alcuna garanzia per il lavoro. Non si ha infatti alcuna notizia di provvedimenti relativi a contrastare gli incidenti sul lavoro: la riforma della P. A. non prevede un significativo aumento degli ispettori del lavoro né
alcuna norma di contrasto alla crescita incontrastata dei sub appalti che come è noto a tutti avvengono a spese della sicurezza dei lavoratori i quali sono costretti a coprire i minori costi con la perdita delta vita.
I provvedimenti annunciati da Draghi sembrano sempre più caratterizzare un intervento draconiano a favore del profitto e a tutto svantaggio dei più deboli.
Avanti così: Confindustria e padroni applaudono!