Padre Pizarro

Serena Dandini: Sono sconvolta lei praticamente mi sta dicendo che neanche lei crede.
Padre Pizarro: Ancora con sto crede. E’ lavoro! Me interessa soltanto ogni tanto paa curiosità de capì come è fatto l’universo quello vero. . . anche perché noi poracci pe tutto il giorno stiamo in un mondo de fantasia…                                                             da “Parla con me”, Rai3, 6 marzo 2008

Nell’ultimo spettacolo di Corrado Guzzanti, “Aniene2”, andato inonda a giugno sulle reti di SKY e poche settimane fa su “Cielo”, un canale dei digitale terrestre, il geniale comico ha riproposto uno dei suoi personaggi più riusciti: “Padre Pizzarro”.
Non è certo questo il luogo dove poter riassumere il contenuto di quella esibizione, che merita di essere vista per intero. Rintracciabile del resto molto facilmente in rete. Ad esempio: http://vimeo.com/44919586 .
E’ però necessaria per rimarcare che in questo curioso paese a forma di stivale, ormai, le uniche menti lucide, politicamente lucide, sono rimaste quelle dei comici (escludendo Grillo!).
Il video di Padre Pizzarro andrebbe fatto vedere a tutta quella miriade di ex-compagni o compagnucci che ormai si dibattono da decenni in una totale incapacità di leggere, comprendere e studiare (studiare? Quando mai!) il mondo che hanno intorno.
L’intorpidimento delle loro capacità intellettive impedisce loro di vedere la realtà, che risulta così sommersa da una tale quantità di detriti che ritengo davvero impossibile riuscire prima o poi a dipanare.
Prima, ai tempi della c.d 1° repubblica, gettati in tutta fretta acqua, bambino e bacinella, si appassionarono alle alchimie elettorali, studiando sistemi e strategie che li avrebbe fatti sicuramente vincere. Poi, si sa com’è andata.
Dopo, con un demagogo come Berlusconi al governo, deviarono verso una critica sempre più moraleggiante e “nazionalistica” (quel che è bene per l’Italia, etc…) fino ad inventarsi soluzioni davvero singolari come il PD, struttura mai decollata per l’evidente incapacità della realtà “oggettiva” di adattarsi ad una fantasia folle e pittoresca. Adesso, coltivati per un buon ventennio i valori del “protagonismo”, del “partito leggero” della “fine delle ideologie”, della “responsabilità”, del declino della lotta di classe, si stupiscono di trovarsi di fronte una loro creazione: Matteo Renzi, che, votato dalla destra alla primarie per Sindaco di Firenze, correrà alle primarie, mai stabilite nello statuto del PD (che verrà modificato per questo!).
E di questa creazione si stupiscono, appunto, ma non hanno parole per contrastarla, perché quelle parole sono state proprio da loro abbandonate e rese obsolete.
Quello che pochi decenni fa sarebbe apparso chiaro (ma che chiaro è a chi non ha ancora il cervello all’ammasso) e cioè che Renzi è un fior di reazionario (a destra della DC degli anni ’50) che presenta idee di destra, classiste e regressive, non lo è più, perché questi termini: classe, destra, reazione, sono stati “rottamati”.
Le uniche accuse che restano in piedi, quindi, sono quelle “moraleggianti” (“non è adatto a fare il premier”, non è “serio”), che, a me pare, non porteranno che acqua al mulino del buon Matteo.
Il quale, anche a chi non mastica di politica, e per rimanere nel tema della “morale” appare uno fasullo dalla testa ai piedi, ma che, novello Re di Prussia dell’“Antimachiavelli”, fa della pseudo-indignazione la sua battaglia contro il “cinismo” delle attuali classi dirigenti (e così facendo, esattamente come Federico II, si comporta come il peggiore dei machiavellici[2]).
Ma in tutto questo ambaradan di cosa si parla nel dibattito politico? Del nulla, perché le cose che contano stanno fuori e sopra le nostre teste in quella che Luciano Gallino chiama lotta di classe al contrario[3].
Quello che, pur a costi davvero alti, ci rincuora è che , ogni tanto, la verità “effettuale” (per dirla con Machiavelli) torna a prevalere sulle “narrazioni”.
Così è il caso del nostro Marchionne (idolo di Renzi, tra l’altro) che, anche un po’ goffamente (forse perché ben conscio che “tutto resterà impunito”) tira giù una dopo l’altra le penose maschere con le quali ha fatto abbindolare decine di migliaia di lavoratori dai propri rappresentanti sindacali e politici (Fiom esclusa, ovviamente, che oggi viene persino elogiata da Romiti!): non c’è nessun piano “Italia” e, anzi, la Fiat torna a bussare cassa allo Stato (elogiando lo Stato Brasiliano, e qui mi sovviene che nessuno sì è ora stracciato le vesti chiedendo la testa di Battisti!), come ha sempre fatto.
Nel silenzio di tomba della sinistra italiana viene voglia di tornare subito a bomba al buon Padre Pizzarro e al suo rincuorante cinismo, che altro non è che il vecchio materialismo al quale si dicevano adepti quelli che ora non sanno più di cosa parlare.
Forse candidare Guzzanti alla primarie del PD sarebbe la vera idea rivoluzionaria di questo paese.

[2] Sarà bene precisare che Machiavelli non era machiavellico, essendo stato forse l’ultimo uomo politico italiano davvero di genio.
[3] L. Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe, Laterza, 2012.

Andrea Bellucci