La farsa elettorale

Come è noto noi comunisti anarchici non siamo affezionati alle elezioni perché sappiamo che si tratta di una messa in scena delle democrazie borghesi e liberali per darsi una parvenza di rappresentatività del popolo sovrano che sovrano non è. A volte ci domandiamo quale sia il valore tattico del nostro voto in altri casi non abbiamo avuto dubbi di sorta sull’opportunità di non votare.
Certo è che questa volta i partiti votaioli ce l’hanno messa tutta per dimostrare limiti, trucchi, inadeguatezza e quant’altro del voto. IL balletto è cominciato con i giochi dei membri del partito dell’amore, troppo impegnati a districarsi nel mettere a punto un ordine di lista dei candidati nel Lazio. Da quell’ordine dipende non solo l’esito elettorale, ma le lotte interne al partito in vista di quando, sotto la spinta inevitabile del passare degli anni, il cavaliere morirà. Dunque si sono dimenticati di presentare le liste.
Intanto a Milano sono state presentate liste irregolari, assenza di timbri e di vidimazioni, pare anche nelle liste dello sceriffo Penati, oltre che in quelle del ciellino Formigoni.
E così un’infinità di polemiche assordanti, e il gossip delle liste sostituisce quello delle veline mentre la discussione sui problemi concreti del paese si spegne, passa la legge contro l’articolo 18 dello Statuto, si vanno esaurendo le risorse per la cassa integrazione dei lavoratori giunti ad un passo dal licenziamento, tutte le grandi vertenze di lavoro non trovano soluzione, una parte del paese diventa sempre più ricco e una parte ben più numerosa più povera.

Tra Tribunali e decreti

Si invoca l’intervento della magistratura per risolvere il contenzioso ma il governo, preso dal nervosismo, approva la sanatoria delle illegittimità per decreto. E’ come se all’indomani della presentazione delle firme di richiesta di un referendum il governo decidesse per decreto che tutte le firme raccolte sono valide! Ma c’è di più. Un governo sostenitore del federalismo si impone sulle leggi elettorali regionali per affermare la propria volontà centralistica. I consiglieri giuridici del Presidente della Repubblica dimostrano di poco conoscere la legislazione regionale e la distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, in buona sostanza la Costituzione. Pertanto consigliano al Presidente di firmare il decreto. A smentirli provvede il TAR del Lazio e
poi il Consiglio di Stato. E’ il naufragio pieno delle istituzioni borghesi, il loro rendersi ridicoli e poco credibili.
Mentre la sinistra allocca va dietro la carota della questione delle liste si permette al partito di governo di non confrontarsi sui problemi reali e sulle cose gravissime che stanno passando a riguardo di sanità, istruzione e scuola, occupazione, difesa delle libertà civili. Sarà perché gli amministratori DS si sono impegnati a fare i primi della classe nella rincorsa a destra. E’ del sindaco DS di Scarlino la prima delibera che punisce con 500 € di multa la mancata affissione del crocefisso nei locali pubblici, così Comune che vai, libertà che trovi ! Le regioni governate dalla sinistra si affannano a spiegare che loro finanziano le scuole private, ed è vero visto che la sinistra ha approvato la legge 62 del 2000 e tante, tante convenzioni con le scuole private cattoliche.
Altrettanto si dica per la sanità dove cresce in modo esponenziale la presenza dei privati in convenzione, dimenticando che in alcune scuole private, anche in Italia – perlopiù scuole materne – si scatenano impuniti i preti pedofili (vedi il caso della scuola materna parrocchiale di Cento -. Ferrara), e che in una clinica privata di Milano si facevano operazioni inutili sui pazienti per beccare il finanziamento regionale e che a causa delle leggi salva premier il processo ai loro crimini andrà in prescrizione. Intanto da mesi il Parlamento è impegnato ad approvare leggi per non far processare un imbrillantinato affetto da giovanilismo acuto.

Elezioni e territorio

In questa situazione si rischia che gli unici a far campagna elettorale siano quelli della Lega a fomentare l’odio, a predicare la secessione, ad attuarla nei fatti a mostrare l’amore per la propria terra facendosi promotori della più massiccia e sistematica delocalizzazione industriale del paese.
A farne le spese i poveracci, quelli, anche piccoli imprenditori, che vivono di piccole furberie e che ci hanno creduto ma sono ridotti allo stesso modo dei pensionati e piccoli risparmiatori convinti dalle banche ad investire e tosati in borsa come tutti quelli che stanno nel “parco buoi”, quelli che si trovano al di là delle transenne della sala borse e sono destinati ad essere rapinati.
Siamo di fronte a un capitalismo di rapina, un capitalismo criminale all’interno del quale si sono costruite le fortune di un cantante sulle navi che si è fatto ricco, scoprendo che “cummannari e miegliu ca futtiri ma si si continua puri a futtiri è ancora miegliu”.

Noi e le istituzioni

Abbiamo detto di essere estranei all’elettoralismo. Siamo sostenitori della democrazia diretta, delle assemblee, della gestione sul territorio della cosa pubblica alla quale partecipano tutti. Sosteniamo la possibilità della delega a condizione che essa possa essere revocata secondo criteri da stabilire in comune. Siamo per un’economia solidale, sana, capace di garantire a tutti una vita dignitosa. Siamo a favore della pace e della
solidarietà internazionale verso tutti i popoli. Sosteniamo le politiche di accoglienza, l’uguaglianza di genere e la libertà di pensiero.
Per questo motivo non ignoriamo che l’affermarsi e il prevalere di forze regressive costituisce un grave pericolo per tutti e perciò pur restando ben attenti a non farci coinvolgere a scontri tra tifoserie, tra i diversi schieramenti dobbiamo saper selezionare i nostri comportamenti in relazione a chi abbiamo di fronte, indipendentemente dalla casacca che indossa.
I risultati sondagistici delle elezioni prossime venture ci appassionano il giusto ma se possiamo salvarci degli spazi minimi di operatività facciamolo.

La Redazione