Allora, oggi è il Santo Natale, il gran varietà religioso
comincerà alle ore 9 e 30. Il cappellano Charlie vi farà
sapere come il mondo libero riuscirà a far fuori il
comunismo: con l’aiuto di Dio e di alcuni marines! Dio
ci si arrapa con i marines! Perché noi ammazziamo
tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi
facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro
apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli
riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è
arrivato prima del corpo dei marines e quindi a Gesù
voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene
alla nostra arma!
(Sergente Hartman, “Full Metal Jackte” – S.
Kubrick, 1987)
1. PRIMARIE: UN RITO VUOTO E STANCO.
Dunque il gran varietà religioso-kitsch del Partito liquido, ma non troppo, della “sinistra ufficiale italiana” è in pieno svolgimento.
La farsa triste e malinconica delle fake-primarie (a cui non credono neppure i partecipanti), chiusa la parte dedicata ai militonti del PD, il 30 aprile, si aprirà al mondo esterno con la partecipazione dell’universo mondo per la scelta del prossimo segretario. Personaggio pressoché inutile alla guida di quello che appare ormai come un ramo d’impresa di una qualunque, e mediocre, azienda di marketing e comunicazione.
Quando, con la fine assistita del PCI e la sua trasformazione in PDS, affidata a personaggi tristi e imbarazzanti come Occhetto, Veltroni o D’Alema, pensavamo che quel passo fosse stato compiuto in maniera del tutto errata, mancando un’analisi reale del Partito Comunista Italiano, ma, in fondo, (malgrado gli attori evidentemente di secondo ordine a cui era toccato, in mancanza d’altro, una parte davvero spropositata) quella critica conteneva anche un ultima, flebile, speranza.
Credevamo di aver visto tutto, ma non pensavamo che dal partito ex-comunista saremmo arrivati al partito da soap-opera di questi anni. E questo ci fa dubitare se non avessimo capito male già prima, in quanto una classe dirigente così inetta e un popolo di militonti così ottuso non nasce dall’oggi al domani. Va coltivato.
La triade Emiliano-Orlando- Renzi è un evidente finzione. Renzi deve stravincere, anche se di fare il segretario del Partito inutile non gli interessa per nulla. Tra l’altro non ha nessuna capacità in tal senso (e neppure nell’altro) e anche i “poteri forti” che in realtà sono le solite classi dominanti lo hanno bellamente scaricato.
L’inettitudine del personaggio e della sua corte di miracolati, appare evidentemente troppo anche per il capitalismo nostrano e straniero.
Renzi è un perdente di successo che ripete frasi di tre parole convinto che sia ancora il ragazzo “simpatico” di qualche anno fa, ma, come tutti i bambini “prodigio” cresciuti in fretta, da grande appare davvero un personaggio fantozziano e ridicolo.
2. MILITANTI DI NEANDERTHAL
Ma lasciamo perdere il personaggio, costruzione mediatica senza un filo di consenso nella popolazione italiana, pur ormai usa a tutto.
La situazione dei partiti nel nostro paese è ormai nella fase finale della distruzione. Tutti i soggetti politici nel panorama italiano sono rappresentazioni postmoderne di un stesso spettacolo. La discussione è inutile, visto che tutti la pensano allo stesso modo, anzi non pensano, riguardo alle questioni fondamentali: capitalismo, libero mercato, politica estera. Per il resto la divisione è su questioni o ridicole oppure di carattere così generico che potrebbero essere affrontate e risolte meglio da una qualunque assemblea di condominio.
Torniamo quindi al congresso del PD, alla scelta del segretario e alla “scissione” realizzata dal vecchio gruppo dirigente. Una scissione tutta “politica” nata non certo sulle questioni dirimenti (non sull’infame jobsact, o sulla legge elettorale, o ancora, sulla distruzione della Costituzione).
È invece una astuta mossa di vecchie volpi che, nella sufficiente certezza di elezioni politiche da realizzarsi con il proporzionale, sanno benissimo che il loro movimento peserà anche e soprattutto con il 4/5%.
Se qualcuno scambia questa opzione per una qualche idea di “sinistra” ha davvero le idee confuse. Certo, il personale appare più, diciamo, “all’altezza della situazione” soprattutto per il deserto attuale. Deserto nel quale un democristiano di seconda fila, come Cirino Pomicino oggi appaia uno statista.
Quello che fa impressione è l’esaltazione davvero acritica e ottusa della massa di partecipanti alle primarie (che, forse, non sono neppure esattamente una massa, ma lo sono rispetto agli iscritti al PD) nei confronti di un Deus ex Machina che paradossalmente ha perso tutto. Qui il realismo degli ex-compagni pare vacillare un po’. Non si tratta più di esaltare un nuovo leader come qualche anno fa, rispetto al quale, secondo una liturgia modificata dall’assoluta indifferenza per contenuti e modalità operative (nella fattispecie di quella che fu una conquista banditesca del partito) ma di aderire acriticamente ad un credo senza neppure una “flatus vocis” di qualche messaggio significante.
È una deriva quasi mistica (quasi perché in realtà legata a prebende reali, vista l’occupazione degli uomini del capo di ogni luogo di potere) che inquieta anche se viene da chi del fideismo ha fatto una scuola di vita.
Ma al di là delle questioni di bottega colpisce in questa compagine la totale assenza di qualunque dibattito, presa di posizione, idea che travalichi i confini di un miserabile orto mentale. Nessuna idea sulla situazione internazionale, sulla fase finanziaria, sulle questioni del terrorismo. Encefalogramma piatto.
3. INTERMINABILI ANNI 80
Le discussioni, i toni, le prospettive questo periodo storico appaiono una lunghissima coda degli anni ‘80, mancando ormai del tutto ogni aspetto di quegli anni (che dettero il via alla distruzione scientifica di ogni opposizione sociale).
L’assenza di ogni discussione politica, il fideismo rassegnato, il conformismo, la pesantezza dell’agire di una forza politica che ha ormai distrutto ogni minimo interesse concludono il cerchio di una trasformazione ormai avvenuta. Il PD attuale non è più un nemico di classe, o un avversario politico, è il nulla pneumatico con cui è persino difficile confrontarsi anche da parti avverse.
4. IL GRANDE FARDELLO
Tuttavia questo è quello che passa il convento e con cui dobbiamo confrontarci. Se è pur vero che nella realtà effettuale il PDR è stato brutalmente usato e scaricato è anche vero che i media, sempre attenti a chi potrebbe di nuovo tornare, presentano il congresso di un partito (Seppur svuotato di ogni senso) come se si trattasse di una tornata politica nazionale. Renzi appare qui di nuovo vincitore e Presidente del Consiglio reale e la narrazione, pur azzoppata riprende. Forse c’è un lavoro da finire. La stampa borghese, sempre meno credibile anche ai suoi lettori (per cui si inventano le fake-news, che sarebbero le notizie non date, in un cerchio davvero geniale) cerca di rimettere in moto le proprie “verità”.
Come se non fosse accaduto niente (sconfitta epocale al referendum, bocciatura della legge elettorale) si riparte accusando chi ha un minimo di buon senso di “voler tornare indietro”, proseguendo quindi la china della distruzione della ragione.
Ecco, in questa situazione generale, è difficile capire cosa accadrà nel 2018, anche se qualunque cosa accada, è evidente che il lavoro di una “sinistra” non del tutto “sinistrata” dovrà ripartire da alcuni fondamentali per attraversa un deserto che si presenta lungo e molto pericoloso.
Andrea Bellucci