FILLON O MACRON: I PROGRAMMI DELLA DESTRA GOLLISTA E DELLA “SINISTRA” DI DESTRA IN FRANCIA

Per Fillon la Francia «non ha bisogno di qualche riforma ma di un vero shock» soprattutto in economia (tenendo presente che immagina per il 2017 un deficit largamente superiore al 3% del Pil, in parte per tener conto delle spese straordinarie già annunciate dal Governo uscente e in parte per finanziare le prime decisioni del nuovo Governo).
Il programma di Macron prevede invece 50 miliardi di investimenti pubblici, 60 di riduzione della spesa (ovvero di freno all’evoluzione inerziale della spesa) e 20 di alleggerimenti fiscali perché il Paese per quello che potremmo definire l’epigono francese di Renzi è convinto non ha bisogno di uno shock ma di misure che accompagnino, sostengano, amplifichino cambiamenti già in atto.
Le principali misure economiche previste da Fillon sono:
– Il taglio di 100 miliardi della spesa pubblica (pari all’8% del totale) in cinque anni
-Cinquanta miliardi di riduzione della pressione fiscale diretta (40 per le imprese e 10 per le famiglie)
-Aumento del 2% dell’Iva (circa 16 miliardi) per diminuire gli oneri contributivi a carico delle aziende
-Cancellazione dell’imposta patrimoniale (5,5 miliardi) per non far fuggire i “ricchi” e anzi attirarli
-Abolizione della durata legale dell’orario di lavoro settimanale (cancellazione cioè delle 35 ore), lasciando alle singole aziende la possibilità di concordare (con i propri dipendenti, anche tramite referendum) gli orari, nel rispetto del solo limite europeo delle 48 ore settimanali; passaggio a 39 ore dell’orario effettivo di lavoro settimanale nella funzione pubblica (pagate 37, almeno per un periodo)
-Taglio di 500mila posti di funzionari (su 5,4 milioni)
-Pensione a 65 anni entro il 2022
– Armonizzazione del calcolo della pensione tra dipendenti pubblici e privati, allineando i primi (per i quali valgono gli ultimi sei mesi) ai secondi (25 ultimi anni)-
-Abolizione dei trattamenti pensionistici speciali (di cui godono attualmente numerose categorie di dipendenti pubblici) pensioni Sulle pensioni, Macron ha rimandato al prossimo 2 marzo una proposta dettagliata, ma nel piano generale c’è anche l’opzione per le pensioni “à la carte”, ovvero personalizzate in base a criteri che saranno evidentemente esposti nei prossimi giorni.
– Diminuzione progressiva dell’indennità di disoccupazione ‘impero. Rizzoli, 2003..

Gli altri obiettivi essenziali di Fillon sono:
– la difesa della “sovranità nazionale”
– antiamericanismo e simpatia per la Russia:
-Pesanti sanzioni per chiunque intrattiene relazioni con lo Stato islamico, utilizzando gli articoli del codice penale che consentono condanne fino a 30 anni per chi «è colpevole di collusione con il nemico»
-Creazione di una super-Procura anti-terrorismo
-Espulsione immediata per tutti gli stranieri che rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale
-Armare la polizia municipale
-Costruire nuove carceri per 16mila posti
-Aumentare di 10 miliardi il budget della Difesa
-Stabilire quote per l’immigrazione legale
-Creare un meccanismo di controllo amministrativo del culto musulmano, sorvegliando l’attività degli imam e vietando finanziamenti esteri alle moschee
-Abolizione dell’Aiuto medico d’urgenza, rivolto agli immigrati irregolari
-Prevedere due anni di residenza in Francia prima di poter accedere agli aiuti sociali
-Uso obbligatorio dell’uniforme nelle scuole materne ed elementari
-Modifica della legge sul matrimonio omosex affinché l’adozione “completa” (cioè quella che prevede l’irrevocabilità e il totale distacco dai genitori biologici) venga consentita solo alle coppie eterosessuali

La risposta di Macron

Tenendo conto che i tassi d’interesse sono inferiori all’aumento del Pil per consentire la crescita Macron propone un piano di investimenti pubblici da 50 miliardi con due destinazioni principali: lo sviluppo delle competenze (15 miliardi serviranno a finanziare la formazione di un milione di giovani poco qualificati e un milione di disoccupati, anch’essi a bassa qualificazione e la transizione energetica per lo sviluppo di un’economia sempre più moderna ed eco-sostenibile. Dieci miliardi andranno agli enti locali per la modernizzazione dei loro servizi, nell’ambito di un “patto quinquennale” con cui regioni, province e comuni si impegnano a realizzare una riduzione complessiva dei costi di pari entità. Mentre però i primi sono “una tantum”, i secondi sono strutturali, quindi “perenni”.
Il Piano predisposto da Macron prevede tagli della spesa pubblica per di 60 miliardi (concentrati sulla PA e sanità) – Novità anche su lavoro, sicurezza, ambiente – Per la cultura in arrivo il bonus alla Renzi: 500 euro per gli under 18. Il suo programma è articolato su tre grandi punti: rispettare gli impegni finanziari con l’Europa, in particolare il mantenimento del deficit/Pil al 3%; abbattimento della spesa pubblica per un valore
pari al 3% del Pil (circa 60 miliardi); e piano di investimenti pubblici da 50 miliardi nell’arco del mandato (5 anni). Vi sono due priorità: “un piano di formazione per giovani e disoccupati e la transizione ecologica e energetica”. Per questi due progetti è previsto uno stanziamento di 30 miliardi (15 per ciascuno), più altri 20 da distribuire equamente per sanità, agricoltura, digitalizzazione della PA e trasporti.
Le risorse potranno essere recuperate attraverso un taglio da 25 miliardi, sulla spesa dello Stato, la cui governance verrà completamente rivisitata. “Lo status dei funzionari non sarà toccato ma modernizzato”. In particolare il piano punta sulla non sostituzione di 120mila impiegati pubblici in uscita (50mila della PA, 70mila degli enti locali), sui cui tempi si deciderà in futuro.
Un obiettivo da conseguire è costituito da “una maggiore stabilità fiscale, per cui eviteremo di toccare un’imposta più volte nel corso della legislatura”. L’obiettivo dichiarato di Macron entro fine mandato è di abbassare i prelievi automatici per un totale di 20 miliardi, “per rilanciare potere d’acquisto e investimenti”. A inizio del mandato l’intento sarebbe quello di abbassare le tasse alle classi più povere per 10 miliardi di euro, anche se non sono chiare le modalità con le quali tutto ciò avverrebbe. Altri 10 miliardi saranno poi recuperati nell’arco del quinquennio da un nuovo patto con le autonomie locali: “Avranno in cambio più libertà di manovra – ha spiegato Macron –, anche nella riforma dei ritmi scolastici”.
Sistema educativo, sanità, diritto alla casa, ambiente, lavoro indipendente , Europa
Parlando della scuola Fillon afferma: «Ma perché il nostro paese sia efficiente e competitivo deve avere un sistema educativo che promuove i valori di eccellenza e di merito, contro la l’egualitarismo a tutti i costi promosso dalla sinistra». Perciò i programmi scolastici vanno riorientati su aspetti fondamentali potenziando
l’insegnamento della lettura, della scrittura, della matematica, con una maggiore apertura al mondo, attraverso il rafforzamento dell’insegnamento dell’inglese e l’introduzione dell’apprendistato, con la valorizzazione dell’autorità, della fatica, del trasferimento delle conoscenze, una la maggiore autonomia delle scuole, un livello
di preparazione, di presenza e di remunerazione più alto per gli insegnanti, un coinvolgimento più attivo dei genitori nella comunità scolastica.
Anche Macron vuole riformare la scuola investendo di più sulle periferie e pagando “molto meglio” gli insegnanti. Per la cultura invece è in arrivo un bonus alla Renzi: assegno da 500 euro per gli under 18, finanziati dallo Stato e dalle grandi multinazionali (Google, Amazon, Apple e Facebook).
Sul fronte sanitario, «settore essenziale di coesione sociale e solidarietà», Fillon propone di migliorare l’assistenza sanitaria in tutto il territorio attraverso, ad esempio, la promozione del ricovero a domicilio, di promuovere un sistema sanitario meglio organizzato e più efficiente, continuando a finanziare il settore fino a renderlo un’eccellenza nazionale. Per Macron occorre invece tagliare altri 15 miliardi dall’assicurazione sanitaria. E tuttavia Macron ha dichiarato al quotidiano Les Echos “Non toccherò però alcun posto di lavoro negli ospedali pubblici. Il comparto sarà riorganizzato e modernizzato” e continueranno a essere rimborsate al 100% le cure per le malattie croniche, gli occhiali da vista e gli apparecchi auditivi, mentre per i farmaci
“Verranno venduti all’unità per evitare gli sprechi”.
Per quanto riguarda il diritto alla casa Fillon dichiara: «Oggi, l’alloggio è un motivo di preoccupazione per molti francesi: il 71% di loro ritiene che l’accesso alla casa è difficile».Pertanto bisogna «promuovere gli investimenti pubblici e privati, riducendo l’intervento pubblico e alleggerendo la tassazione, rendendo il diritto a un alloggio sociale più giusto e trasparente nel processo di attribuzione dello stesso, dare maggiori
responsabilità alle autorità locali al fine di promuovere una politica di alloggi differenziata e adattata alla situazione di ciascun territorio». Macron invece propone invece, a partire dal 2019, l’utilizzazione della leva fiscale mediante l’esonero dalla tassa sull’abitazione per le classi medie e povere, ovvero per l’80% di chi attualmente la paga.
Per quanto riguarda gli interventi sul mercato del lavoro Fillon dedica un capitolo del suo programma alla promozione del lavoro indipendente: «È necessario liberare l’energia di tutti i francesi, incoraggiarli a diventare indipendenti, garantendo loro che i sistemi sociali sono coerente, efficaci, finanziati e che non rendono precario il lavoro». Macron invece preferisce intervenire sul piano strutturale e dichiara: “Taglieremo
di 10 miliardi le spese per l’assicurazione dei disoccupati, grazie alle riforme strutturali”. Relativamente al lavoro sono inserite nel sua programma altre novità, come l’addio alle 35 ore settimanali per i giovani, la soppressione dei contributi per la disoccupazione e per la malattia a carico del lavoratore, il taglio netto (10 punti percentuali) delle tasse per le aziende che assumono col salario minimo (SMIC).
Sull’Unione Europea. Fillon si dichiara a favore di un’Europa nuova, più politica, ma anche di una Francia più sovrana e più attenta al proprio interesse nazionale.«La decisione del popolo britannico di lasciare l’Ue mette il Vecchio Continente di fronte a una svolta storica che ci impone, come affermo da diversi anni, di proporre un’altra strada per l’Europa», auspicando un’Europa padrona delle sue frontiere e capace di sciogliere il nodo immigrazione, e che sappia controllare sicurezza e difesa. L’Euro deve diventare uno strumento per la sovranità e indipendenza nazionale ed è necessario applicare una politica commerciale sovrana «a protezione dei nostri interessi» promuovendo l’innovazione e la conoscenza attraverso la difesa della proprietà intellettuale. Macron propone invece non solo il rispetto del deficit/Pil al 3% ma anche degli accordi di Schengen e l’istituzione di una polizia comune per combattere la criminalità organizzata e il terrorismo. Per quanto riguarda la sicurezza, il suo programma prevede la creazione di 15mila nuovi posti nelle carceri, l’assunzione di 7.500 poliziotti e di 2.500 gendarmi entro il 2020, e il ritorno della “polizia di prossimità”.
Altro argomento importante, anche agli occhi dell’Europa, è la politica ambientale che Fillon intende: attenzione alle questioni che riguardano il clima. «Considero un dovere lasciare ai nostri figli e nipoti questo pianeta in una condizione ambientale migliore rispetto a quella che abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti». A suo avviso il clima può essere salvaguardato grazie all’energia nucleare e rinnovabile: raccomanda perciò la chiusura delle centrali a carbone, prolungando la vita dei reattori nucleari di altri 60 anni.
Si vuole così mettere fine al principio di precauzione che da al governo il potere di adottare le misure per proteggere la salute o l’ambiente: un principio questo che blocca l’innovazione e sarebbe una scusa per non agire: «Le questioni legate all’ambiente, l’energia, lo sviluppo sostenibile non sono per me temi ideologici, non dovrebbero costituire vincoli» e perciò il candidato gollista propone di sostituire il principio di precauzione con quello di «responsabilità».
Molto meno attento a queste problematiche Macron il quale si limita a rilevare che l’industria a diesel va disincentivata e va costituito un mercato unico dell’energia europeo, riducendo progressivamente la produzione nucleare.

La proposta di Fillon per una Francia di destra di domani

Malgrado l’inchiesta della magistratura francese sugli “affari di famiglia” di Fillon -accusato di avere pagato moglie e figli come assistenti parlamentari con i soldi dello Stato – le quotazioni del candidato della destra gollista sembrano crescere nei confronti di Macron che gli condente il ruolo di sfidante della Le Pen, contando sulla conquista dell’elettorato di centro. Il fatto è che gli elettori di destra e di centro possono essere
abbagliati dai prodotti mediatici come è Macron, ma poi guardano alla sostanza e il programma di Fillon è realmente di destra. Basta guardare più a fondo al suo programma: Fillon propone una riforma della giustizia dichiarando che «è in crisi e deve necessariamente essere riformata». Il programma del candidato di destra prevede la riorganizzazione del sistema giudiziario e la modernizzazione dei processi e propone una «indispensabile» stabilizzazione legislativa a cui si può giungere grazie a una pause législative. E ancora, di restituire alla giustizia i mezzi adeguati alle sue esigenze,
ottimizzando le risorse finanziarie, riabilitando la pena e le condizioni di detenzione. Terzo pilastro del programma in fatto di giustizia è la salvaguardia dell’indipendenza e dell’imparzialità dei giudici che si può raggiungere per Fillon attraverso la riforma del CSM.
Una delle priorità di Fillon è sicuramente la sicurezza. Nel capitolo dedicato alle proposte sul tema, il candidato repubblicano spiega come «gli attacchi terribili che hanno devastato la Francia nel 2015 hanno fatto emergere i nostri problemi di approccio alla sicurezza interna, che si è rivelato sbagliato per anni. Il mio governo aveva avviato le riforme necessarie per risolvere questo problema, ma non c’è stato modo di fare molto, o almeno quanto avrei voluto». La delinquenza per Fillon è il risultato «della mancanza di sanzioni, di una visione globale, dell’integrazione e della fiducia nel settore. L’impunità ha portato ad una mancanza di autorità sociale che si riflette sulla scuola e sul fatto che tutte le istituzioni devono evolversi per recuperare il
terreno perduto». Per far fronte a questa situazione, Fillon propone di lottare implacabilmente contro il terrorismo, riunendo tutte forze dell’ordine nazionali in un grande ministero dell’Interno e di riformare con urgenza l’organizzazione dei servizi segreti, di rinforzare i sistemi di difesa alle frontiere, utilizzare sempre più i sistemi informatici e di riconoscimento biometrico, accrescere la cooperazione con l’Europa, conferire ai sindaci la responsabilità di ordinare controlli da parte della polizia e ripristinare la certezza della pena.
Legato al tema della sicurezza c’è quello dell’immigrazione. Anche perché, come spiega lo stesso Fillon «La Francia è terra d’immigrazione dalla metà del XIX secolo». E tuttavia nel 2017 «si dovrà rompere questo lassismo per dare alla Francia una politica di immigrazione vera e propria costruita attorno a cinque priorità»:
– il controllo dell’immigrazione legale,
– far sì che l’immigrazione non sia più un onere per lo Stato (permettendo per esempio l’accesso alle prestazioni sociali solo dopo 2 anni di residenza regolare in Francia),
– riformare le procedure di concessione di asilo,
– riformulare un nuovo trattato di Schengen che garantisca maggiore sicurezza ai cittadini europei e subordinare l’acquisizione della nazionalità francese al processo di integrazione degli immigrati.
«L’indipendenza della Francia, la sua sovranità, la sua capacità di difendere i propri interessi vitali e dei suoi cittadini, è basato interamente sul suo esercito». È per questo che per Fillon la difesa dovrebbe essere uno dei pilastri dello stato sovrano. Pertanto occorre procedere alla «raccolta di fondi per la nostra difesa, la modernizzazione del deterrente nucleare, l’addestramento dell’esercito sia per le esigenze di oggi e che di
domani, la valorizzazione dell’industria delle armi, un pilastro del sistema di difesa Francia e il rafforzamento del legame tra i militari e la nazione».
Fillon propone poi di «cambiare le regole del dialogo sociale», dando «l’ultima parola ai dipendenti attraverso referendum aziendale, stabilire la libertà di candidatura al primo turno delle elezioni professionali, innalzare le soglie per i rappresentanti dei lavoratori, limitare il tempo speso per l’esercizio dei mandati al 50% del tempo di lavoro».
Il conservatorismo di Fillon, in risposta alle richieste della Francia profonda e rurale, di stampo vandeano si esprime compiutamente a proposito della famiglia a proposito della quale scrive nel suo programma:«Se il concetto di famiglia ha subito trasformazioni, rimane nella sua evoluzione un’istituzione fondamentale della società che bisogna preservare, rispettando la scelta delle persone: non è imporre una famiglia modello, ma per creare un ambiente favorevole per tutte le famiglie». Così Fillon propone una
revisione della politica per la famiglia francese attraverso il ripristino dell’universalità degli assegni familiari e del contratto di responsabilità genitoriale abolito nel mese di gennaio 2013; una migliore gestione della dipendenza familiare, lanciando una grande campagna nazionale per finanziare la ricerca sull’Alzheimer, una politica proattiva nei confronti delle persone con disabilità e la lotta contro la povertà estrema e l’esclusione
sociale che dovrà essere portata avanti attraverso l’adozione da parte del Parlamento di piano pluriennale che affronti questi temi.
Sul tema dei diritti per le donne, Fillon si dichiara paladino della lotta contro le discriminazioni di genere e propone delle misure di inclusione e di aiuto per le madri sole tra cui il diritto sociale alla casa, enfatizza la necessità di una lotta contro la violenza sulle donne, proponendo un rafforzamento dei sistemi di segnalazione e sicurezza nelle aziende, e di garantire la protezione dei bambini e ribadisce l’importanza di una lotta per l’uguaglianza tra uomini e donne che dovrebbe essere portata avanti attraverso campagne di sensibilizzazione e tolleranza zero nei confronti delle discriminazioni di genere in ambito politico.
Tra i suoi progetti c’è anche il rilancio culturale della Francia. Gli obiettivi sono tre: «la riduzione del divario culturale attraverso l’educazione, l’attenzione al nostro patrimonio, sostenere le azioni delle autorità locali, la mobilitazione di radiodiffusione pubblica», «sostenere l’istituzione francese, la difesa intransigente della eccezione culturale e del diritto d’autore e il supporto di artisti e creatori» e «rendere il nostro patrimonio
culturale vettore del nostro sviluppo economico, ottimizzando il credito d’imposta del cinema e sostenere il turismo».

La scelta tra l’originale e il clone

Come è possibile rilevare da una comparazione dei programmi dei due candidati le capacità progettuali e la visione di Macron risulta parziale e approssimativa, venata di quel pressapochismo tipico dei politici già di sinistra ora divenuti semplicemente sinistri come Blair, Renzi e appunto Macron. Nel loro futuro brucianti sconfitte a dimostrazione del fatto che la convergenza della sinistra al centro non paga elettoralmente, che alla
copia si preferisce l’originale e che senza un programma dai contenuti di sinistra si perde il voto del proprio bacino elettorale e non si guadagna il consenso della destra.

G. C.