I “Grandi” scienziati ed il loro retroterra

Il governo dei “migliori” ha dichiarato di voler attingere tra grandi manager, economisti,
collaudati banchieri, eminenti scienziati. Ciò che a prima vista stupisce è la presenza di questi ultimi. A scorrere i loro curricula, guardando la loro produzione scientifica, vedendo la loro elevata produzione di ricerca, osservando la loro carriera accademica, si ha l’impressione che si abbia a che fare con dei fisici di livello internazionale. Viene, comunque, da chiedersi perché precocemente abbiano abbandonato il mondo della ricerca per dedicarsi ad attività di natura essenzialmente diversa, lontana dalla propria
formazione e neppure formalmente culturale. C’è da dire che l’ultimo di loro ha numerosi e noti predecessori.

Enrico Medi

Noto soprattutto per il suo commento, assieme a Tito Stagno, del primo atterraggio dell’uomo sulla luna nel 1969. Di lui si dice che giovanissimo (21 anni) si laureò in Fisica, discutendo la sua tesi sul neutrone con Enrico Fermi. Resta misterioso perché un neolaureato sì brillante non sia stato chiamato a far parte del prestigioso team di via Panisperna, laboratorio diretto appunto da Fermi, all’avanguardia a livello internazionale per la fisica nucleare e fucina di molti famosi scienziati (Ettore Majorana, Emilio Segre, Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti, Giuseppe Occhialini), e sia invece ripiegato sulla geofisica.
Cattolico fervente, fu tra i promotori del referendum abrogativo della legge Fortuna-Baslini sul divorzio e consulente scientifico del Vaticano. Forte dell’appoggio della Chiesa divenne nel 1949 direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e nel 1958 vicepresidente dell’Euratom. Di lui si ricordano un paio di uscite poco professionali. Durante la diretta dello sbarco sulla Luna, ad un Tito Stagno che gli chiedeva se sul satellite della Terra si poteva sentire la voce in assenza di aria, rispondeva ovviamente  di no, ma che gli astronauti avrebbero potuto comunicare appoggiando il petto sul suolo e, parlando, trasmettere le vibrazioni all’ascoltatore anch’egli con l’orecchio sul suolo. In partenza per gli Stati Uniti d’America allo scopo di acquistare per l’Euratom un acceleratore di particelle, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva di quale tipo abbisognasse l’Europa rispose: “Grosso”.

Antonino Zichichi

Altro fervente cattolico, fisico anch’egli, è stato Antonio Zichichi anche lui legato al Vaticano e supportato dalla Chiesa. Si è laureato a Palermo, ma la sua carriera accademica è stata favorita dal suo matrimonio con Maria Ludovica Bernardini, figlia di un potente barone della Facoltà di Fisica di Bologna, Gilberto Bernardini. La sua fama di scienziato è legata ad un esperimento del 1965 da lui guidato in cui, in contemporanea con un gruppo di ricerca statunitense, veniva rilevato un elemento di antimateria, l’antideutone.
Anch’egli ben presto lascia la ricerca attiva per dedicarsi ad interessi di management scientifico; nel 1963 fonda ad Erice (TP) il Centro di Cultura Scientifica Cesare Majorana, dotato di ragguardevoli risorse finanziarie. Lo dirige, ne fa il suo centro di potere: esservi invitati per tenere le scuole estive costituisce, oltre ad un lauto
provento, fonte di prestigio e ciò crea un vasto corteo di fedeli che lo lanciano verso innumerevoli presidenze e titoli onorifici. Meno felice è la sua alluvionale produzione di saggi ed articoli divulgativi. Si fa, per esempio, alfiere di una contestazione della teoria darwiniana dell’evoluzione. Per un suo fantasioso libro sull’infinito matematico si attira le critiche sarcastiche di Piergiorgio Odifreddi. Ha sostenuto che nel processo a Galileo
Galilei non vi fu alcun contrasto tra lo scienziato e la Chiesa cattolica. Dopo molti altri inciampi ottiene la nomination per il premio internazionale Ig Nobel per la fisica e la matematica; il premio viene attribuito annualmente ai produttori di cattiva scienza [1] .

Roberto Cingolani

Ed eccoci al personaggio del momento, il fisico nominato Ministro per la Transizione ecologica nel Governo Draghi. Molte le analogie con i personaggi precedentemente tratteggiati: scarsa produzione scientifica, precoce passaggio dalla ricerca ad attività ad essa estranee, alto apprezzamento dei media, notevole considerazione degli apparati di potere, come mostra la sua attuale posizione governativa, sicuro supporto
esterno. Una la differenza: mentre Medi e Zichichi contavano sull’appoggio dell’apparato ecclesiastico, lui ha molto probabilmente il supporto di un’altra confraternita questa volta, laica. Sui due fisici ultracredenti il web offre spunti critici, su Cingolani si trovano solo lodi sperticate e relazioni su presunti successi. Si sa che si è occupato della progettazione Human Technopole di Milano, il progetto per una cittadella di Scienza della vita e che il 27 giugno 2019 viene nominato Responsabile Tecnologie e Innovazione della società del settore difesa e aerospazio Leonardo, diventando operativo dal 1º settembre 2019; cosa sia Leonardo è presto detto: un’azienda
statale, erede di Finmeccanica, impegnata nel settore degli armamenti anche nucleari. Si tratta di un’azienda di notevoli dimensioni (circa 50.000 addetti), che opera nella cantieristica navale, nel settore degli elicotteri (ex Augusta) ed in quello aerospaziale. È notoria anche per aver avuto dal 2014 al 2017 come Amministratore Delegato Mauto Moretti (sì proprio quello della strage di Viareggio quando era Amministratore Delegato di Trenitalia), il quale ha percepito quale liquidazione la ragguardevole cifra di 9.262.999 € (avete letto bene 9 milioni di euro!).
Torniamo al nostro. Come detto, critiche su di lui non se ne trovano e già questo lascia perplessi; chi è esente da critiche? Da fonte riservata interna al mondo accademico ricevo notizie inquietanti. Cingolani era membro onorevole dell’INFM (Istituto Nazionale per la Fisica della Materia), costituito nel 1994, promuoveva, coordinava e realizzava attività di ricerca di base ed applicata attraverso una rete di 38 unità di ricerca, 4 gruppi
coordinati ed un laboratorio nazionale in cui operavano circa 2800 tra docenti, ricercatori e tecnici e si è distinto a livello mondiale per quantità e qualità di pubblicazioni scientifiche. L’Istituto viene smantellato inopinatamente nel 2005 con la collaborazione proprio di Cingolani, che in compenso ottiene il finanziamento
per costituire il suo laboratorio, quell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova per il quale viene portato in palmo di mano. In 15 anni di esistenza, utilizzando denaro pubblico ed occupando 1890 persone provenienti da 60 paesi, l’Istituto ha prodotto 200 “invenzioni” e richiesto 900 brevetti. Ma che il centro di ricerca non sia il top fu confermato da una relazione accademica, della quale qualcuno ha fatto scomparire ogni traccia. Neppure a livello internazionale il laboratorio genovese gode di grande considerazione. D’altra parte, Cingolani si fa fotografare trionfante insieme al suo robottino (simile per altro a Berlusconi), che appare ben misero accanto ai
robot danzanti di Boston Dynamics.
Ciò non di meno il suo curriculum gli ha aperto le porte della Leopolda, ed è noto, chi trova un amico trova un tesoro !

Saverio Craparo

[1] Tutte le notizie si possono rinvenire su: https://www.google.com/search?client=firefox-b-e&ei=ObBDYMuuB5K6sAfRaDgDw&
q=antonino+zichichi+ignobel&oq=antonino+zichichi+ignobel&gs_lcp=Cgdnd3Mtd2l6EAMyBQghEKABOgoILhCwAxBDEJMCOgcILh
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