Santo per sbaglio: Carol Wojtyla

Tra i tanti santi della Chiesa cattolica Carol Wojtyla, il fascistoide papa polacco è certamente quello più fallace anche se nuovo quasi di zecca. Si tratta di un papa molto sensibile al fascino del denaro che egli rastrellò con tutti i mezzi più abietti, al fine di finanziare la sua lotta contro il “comunismo” dei paesi dell’Est Europa. Per raggiungere i suoi scopi Wojtyla non si fece scrupolo di avvallare la gestione truffaldina di Marcinkus dello IOR e delle finanze vaticane, autorizzò la concessione di lettere di affidavit al banchiere Calvi, poi assassinato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, permise i traffici innominabili intorno alla banca vaticana della Banda della Magliana.
Sotto il suo pontificato avvenimenti mai chiariti come quello del rapimento di Emanuela Orlandi funestarono il Vaticano.
Si scopre ora che favorì carriere ecclesiastiche di pedofili manifesti e conclamati che avevano però il merito dei essere degli eccellenti e abili procacciatori di donazioni a favore della Chiesa cattolica. Da ultimo il caso del Cardinale Theodore McCarrick arcivescovo a Washington sul quale la Santa Sede ha reso pubblico un dossier decisamente imbarazzante. Nelle carte e nelle testimonianze si racconta di
violenze e abusi conclamati e di episodi giudicati irriferibili dalla stessa Santa Sede. Tuttavia il prelato era estremamente abile nel procacciarsi finanziamenti per le attività “sporche” della Santa Sede e perciò ha goduto della protezione degli apparati ecclesiastici.
Si potrebbe parlare di un incidente di percorso, se quello segnalato non fosse come è, un caso apicale di un comportamento diffuso: ricordiamo il fondatore della congregazione clericale dei Legionari di Cristo Marcial Maciel Degollado, noto e conclamato pedofilo e violentatore di donne e fanciulli la cui congregazione tante risorse economiche ha apportato e apporta alla Chiesa con le proprie migliaia di
preti, Università, istituzioni ancora oggi. Da ultimo,ma non ultimo, il caso dell’ex vescovo di Cracovia il cardinal Henryk Gulbinowicz. Polacco nominato anch’egli da Wojtyla che ha avuto un ruolo centrale nel consentire alla Chiesa cattolica polacca di gestire i servizi sociali come un racket, per conto dello Stato e di governare la gestione dei bambini malformati nati dagli aborti rifiutati alle donne polacche: un santo decisamente strabico o meglio spregiudicato che ha permesso alla sua Chiesa nazionale di banchettare sul
corpo delle donne.

Il clero e l’omosessualità

L’omosessualità dei prelati è del resto a suo modo particolare perché intrisa dalle stigmate del potere.
L’ambiente del seminario, il divieto delle pratiche sessuali, la richiesta di castità imposta, il potere esercitato da chierici e religiosi nei confronti dei fanciulli, potenzialmente soggetti deboli, vittime ideali di un rapporto di subordinazione psicologica, favoriscono l’esercizio di queste pratiche da parte di prelati che poi comunicano tra loro e operano proteggendosi reciprocamente con il linguaggio e la pratica del potere. Questi comportamenti sono del resto diffusi e riguardano non solo i prelati della Chiesa cattolica, ma anche quelli della Chiesa ortodossa che pure – si dice – dovrebbero essere potenzialmente esenti in quanto possono, rinunciando alle posizioni apicali nel clero, sposarsi.
Non tutti si rendono conto che il problema vero non è l’omosessualità ma la pedofilia, una scelta che odiosa perché esercitata nei confronti di minori, coattivamente associata a un rapporto di dominanza e di potere. non è un rapporto d’amore ma l’esercizio della sopraffazione soprattutto psicologica di un essere umano rispetto ad un altro.
In questi casi non sono oggetto di scandalo le scelte sulle preferenze sessuali della persona ma l’uso della divinità e di tutto l’apparato rituale e psicologico di dominanza che si associa all’esercizio della professione ecclesiastica. È questo che appare ed è ripugnante.