Il senso della misura

Silvio Berlusconi si è beccato il Sars-Cov-2; per la verità, diciamocelo, tra tutti i leader del centrodestra-destra era colui che meno si era esposto a critiche avventate alle misure di prevenzione del contagio e che meno aveva flirtato con l’estrema destra negazionista; ma si sa il vecchio satrapo non sa rinunciare ai suoi divertimenti “eleganti” e questo gli è costato più di quanto non l’abbiano inquietato le inchieste giudiziarie.
Non è di lui che, però, vogliamo parlare me del degno successore di Vittorio Feltri alla direzione di “Libero” (mai nome fu tanto inappropriato, almeno quanto l’altro di “Verità” al giornale diretto da Belpietro).
Nel suo fervore adulatorio, nella sua fedeltà ottusa al padrone dell’house organ, nel suo viscerale bisogno di asservimento, Pietro Senaldi, che aveva appena dichiarato che a differenza di Zingaretti i laeder del centro desta avevano saputo megli gestire il loro rapporto con il virus) ha dedicato alla notizia sulla malattia del vecchietto l’intera prima pagina del suo, chiamiamolo per intendersi, giornale. Già questo è piuttosto squallido!
Ma dove si sorpassa decisamente il limite della decenza è nel titolo; “Cribbio che sfortuna”. Ora, a parte il fatto che non c’è sfortuna laddove si corrono coscientemente dei rischi palesi per inseguire le proprie insanie, il problema è ben altro.
Ma come non accorgersi che il rilievo dato all’ammalarsi di un singolo (per altro supportato da tutte le cure possibili ed immaginabili) quando circa 40.000 individui in Italia (oltre 800.000 nel mondo) hanno avuto, loro sì, la sfortuna di imbattersi nel virus e di morire a causa di ciò, spesso abbandonati a se stessi. Un po’ di pudore, cribbio!

S.C.