1) Storicamente, le epidemie e le pandemie fanno parte della storia dell’umanità. Consiglio a tale proposito (ma ovviamente conoscete meglio di me) la lettura degli illuminanti libri scritti da Carlo Maria Cipolla sul tema;
2) La medicina, come ben sapete, non è una scienza esatta ma una continua ricerca fatta di sconfitte (tante) e vittorie (alcune), seppure il linguaggio “bellico” sia ormai desueto per l’approccio allo studio e alla cura delle malattie;
3) Negli ultimi anni se, da una parte, maggiore è stata la sensibilità verso la difesa della vita (spesso anche al di là di quello che poteva essere considerato ragionevole appena qualche decennio fa) – ovviamente in occidente – vi è stata anche una radicale (e per certi versi di senso opposto) riconversione “ordoliberale” (prima che liberista) della sanità. Non più intesa (dopo le conquiste della fine degli anni ’70) come “universale” ma sempre più collegata a parametri quali il reddito, l’efficienza, il risparmio, il bilancio (tanto che le USL sono diventate ASL e questo non, e non solo, nel profondo nord, ma anzi, con l’ampio innamoramento delle sinistre).
4) Ciò ha provocato un corto circuito fra quelle che potremmo chiamare l’eccesso di cure e il suo opposto, la riduzione, i tagli, gli accorpamenti selvaggi, le privatizzazioni. Le due cose insieme non stanno. Per cui quello che si teme oggi è che il sistema sanitario semplicemente non regga, proprio perché le USL sono diventate ASL
(esempio lampante: la mancanza dei minimi DPI, quali mascherine e guanti, non prodotti perché non convenienti e non richiesti dal mercato verso cui tutto deve essere orientato).
5) Sulla questione delle libertà individuali ci sono diverse e disparate opinioni. Certo. il disciplinamento funziona e potrebbero prenderci anche gusto, ma francamente a me pare che di questo tipo di disciplinamento non ci sia per nulla bisogno e si tratta di misure dettate soprattutto dal panico di dover chiudere reparti all’ammissione di
nuovi malati.
6) Nessuno ha preparato alcunché e anzi si siano trovati a doverci scontrare con interessi contrapposti (confindustria, sanità, polizia) per cui si è costruito un percorso di questo tipo. Certo i canti ai balconi, i battiti di mani ecc… possono sembrare idiozie para-qualcosa ma per come la vedo io, perdurando lo stato di cose, inizieranno per molti i problemi reali e la voglia di cantare passerà. E comunque c’è anche questo, c’è anche la popolazione comune che ritiene questo un modo per partecipare a qualcosa che non si sa bene cosa è.
7) La questione è semmai medica, ovvero, questa politica sanitaria nata per diminuire la “curva” funzionerà? E anche se funzionasse se uno il virus non lo prende e non c’è il vaccino non ci sarà comunque nessuna immunità.
Da questo punto di vista potrebbe anche, paradossalmente, funzionare meglio la risposta inglese? Chi lo sa? La medicina cerca spesso le chiavi sotto un lampione solo perché c’è luce e non dove le abbiamo perse.
8) L’isolamento e la quarantena, sempre da un punto di vista storico, sono le misure che, da sempre sono state prese in tali occasioni. Spesso generando più che disciplinamenti, delle situazioni potenzialmente conflittuali ed esplosive.
9) Sulla scarsa aggressività o virulenza di questa epidemia non mi pronuncio, ma a me pare che si tratti di una forma particolarmente pericolosa non in sé (come quasi tutte le malattie…) ma per le complicazioni che può portare. Tutti abbiamo malattie pregresse, problemi vari. quindi francamente preferirei non prenderla, per dirla con Catalano.
10) Per come la vedo io potremmo aggiungere anche le conseguenze geopolitiche per una diversa definizione delle alleanze egli interessi italiani. La Cina ha giocato un gioco egemonico spettacolare diventando da untrice a beniamina degli italiani, non è qualcosa che forse durerà o che si confermerà ma intanto ha piazzato un poderoso
assist tanto può attendere….
11) C’è poi il lato relativo alla disintegrazione del progetto dell’Unione Europea, che, se avessimo una qualche rimembranza sinistra potrebbe essere aggredita iniziando lo sgretolamento del percorso ordoliberista di impronta tedesca messo alla base di questo progetto. Un progetto dichiaratamente irrazionale (per dire gli USA sono liberisti ma mai cederebbero la sovranità della Federal Reserve e mai si impiccherebbero con parametri assurdi come il 3%.) ma che ha conquistato i cervelli (o quello che c’è rimasto) del quasi totale spettro (il termine mi pare giusto) della politica italiana. Si ripetono refrain folli sul debito pubblico, su ideologie Freemaniane del “non ci sono pasti gratis” sulle privatizzazioni che, in ogni dove, hanno devastato i servizi pubblici e ora si ritorna a
parlare di non toccare il patto di stabilità. Questa Unione Europea va semplicemente stracciata perché ci porta, davvero, verso strade oscure. Questa sarebbe l’occasione.
Andrea Bellucci