Quanto sta avvenendo suggerisce alcune considerazioni che al momento non possono essere formulate che in ordine sparso.
A livello internazionale l’adozione di fatto di “un’economia di guerra” comporta uno sforzo finanziario e una distruzione di risorse alla quale sarà inevitabile debba seguire una fase di ricostruzione.
Di questa contingenza cercherà di approfittare certamente, come si è detto. il Governo inglese per mascherare gli effetti economici nefasti della Brexit che si annunziavano ma la messa in cresi del modello economico basato sulle piattaforme della logistica e il passaggio a economie coese di area peserà e farà pesare negativamente in termini di
maggiori costi le enormi distanze tra i paesi anglofoni che dovrebbero costituire l’area alternativa all’Unione Europea. La gigantesca immissione di liquidità nel sistema da parte USA faciliterà l’infeudamento al gigante americano dei paesi satelliti della sua area economica. Se poi la politica tendenzialmente maltusiana adottata dal governo inglese – poi parzialmente corretta ma non sostanzialmente abbandonata dovesse rivelarsi un disastro dal punto di vista sanitario il borioso Johnson non potrà che pagarne le conseguenze.
In ogni caso con il senno di poi per l’UE potrebbe essere una fortuna essersi liberati dell’Inghilterra e potrà cercare di limitarsi a recuperare parti del Regno Unito (Scozia Irlanda del Nord) confidando sulla forza oggettiva degli interessi economici prevalenti
Sul piano generale i massicci investimenti pubblici programmati dai paesi europei faranno arretrare la tendenza alle privatizzazioni soprattutto nel campo dei servizi ma soprattutto dell’industria portando a costituire filiere nazionali o di area nei settori strategici, tutti da individuare.
La sottovalutazione della pandemia da parte di Trump avrebbe potuto danneggiarlo se i democratici avessero deciso di contrapporgli come candidato Santers, sostenitore della sanità pubblica generalizzata per tutti. Ma la nomenclatura del partito democratico ha scelto il sostegno a Baiden blindandolo e facendo perdere le primarie a Sanders
del quale nel momento in cui scriviamo sembra prossimo il ritiro. In queste condizioni basterà a Trump riempire le tasche di ogni americano con un congruo assegno, monetizzando la salute, per mantenere il consenso. L’occasione del Covid 19
gliene da la possibilità!
Anche la Cina avrà probabilmente un rimbalzo economico dalla guerra che ha affrontato ma dovrà fare i conti con le strategie messe in atto sia pure in ordine sparso dalle economie europee. Chi rimarrà al palo è la Russia e il resto del mondo per ora estranei al coinvolgimento nella pandemia.
E l’Italia
Quanto è avvenuto e sta ancora avvenendo sembra aver messo fuori mercato il piazzista della paura, capo della Lega, che è stato oscurato e spazzato via dalle cronache dal Covid 19 che ha dimostrato che il pericolo viaggia in business class, come il paziente uno di Codogno, piuttosto che sui barconi. Speriamo di non vederlo ricomparire, almeno non in una posizione politicamente egemone, per colpa di errori dei suoi competitors. Un errore certamente il mancato immediato sostegno della protezione civile alla proposta di costruzione di un ospedale da realizzarsi in 10 giorni presso la Fiera di Milano per mostrare il disappunto per la nomina di Bertolaso a dirigere una iniziativa emergenziale. Il certo successo dell’iniziativa che si profila si risolverò in un sostegno insperato per l’immagine pubblica di Regione Lombardia e dei suoi amministratori.
Questo avviene mentre il Governo mantenendo un costante rapporto con i tecnici e gli scienziati ha recuperato – valorizzandolo – il principio di competenza ha mantenuto con il Ministro della Sanità un atteggiamento sobrio e ha dato senza dubbio a Conte la possibilità di crescere in credibilità come leader.
Ciò che esce a pezzi dalla vicenda è il Regionalismo e il processo di autonomia differenziata. Quanto è avvenuto, le disparità delle strutture regionali in una materia di loro competenza rispetto alla quale tutte dovrebbero avere le stesse potenzialità impone una riflessione sul rapporto da stabilire tra poteri del governo e problemi decentrati e questo non solo in materia sanitaria, ma anche relativamente all’istruzione. La differente qualità e quantità dei servizi erogati, la diversa efficienza, i diversi costi la differente allocazione delle risorse, la capacità differenziata in materia di spesa di quanto è disponibile rendono non procrastinabile un grande piano di razionalizzazione dei servizi e della loro efficienza, valorizzando il ruolo delle strutture pubbliche, bloccando processi di un ulteriore dannoso decentramento di competenze e poteri.
La Redazione