La Lega marcia all’assalto dell’Emilia Romagna per “liberarla”, dopo essere diventata il partito più votato; ora punta alla Regione per prendere in mano le leve economiche del potere sul territorio.
Dopo aver espugnato Forlì e Ferrara e alcuni comuni minori la Lega cavalca lo scontento per l’azione di amministratori locali che hanno perduto il legame con il territorio. Soprattutto in Romagna la tenuta della sinistra è in crisi e la Regione viene erosa in quelle che ne erano le roccaforti.
Perduta Piacenza, attirata nell’orbita lombarda e amministrata da una giunta di centro destra, con una sindaca di origine bergamasca, il crollo delle amministrazioni di sinistra si è esteso al delta del Po e ai lidi ferraresi, per poi toccare la stessa Ferrara, congiungendosi col territorio forlivese da tempo in mano alla destra. Si tratta di una presenza ben radicata che si appoggia sulle banche locali e ha buoni rapporti con l’agricoltura e l’imprenditoria del territorio.
Ora la destra punta al ravennate, dove ancora il PD tiene alleandosi con i repubblicani locali e grazie a un mondo industriale e bancario non ostile. Il fatto è che dopo il siluramento di Vasco Errani i ravennati hanno perso molti punti nel Partito, a tutto vantaggio della componente modenese e emiliana.
A contrastare la Lega il Governatore uscente Bonaccini, diffidando della politica nazionale del Partito, lavora per intessere un patto di alleanza con i sindaci di ogni colore e soprattutto con quelli eletti o sostenuti da liste locali. Il Governatore uscente ha visto nella tassa sulla plastica prevista dal Governo in finanziaria un attacco all’economia regionale e ha reagito prontamente varando un piano di sostegno alle aziende del settore, concentrate sul territorio regionale, prontamente finanziato, utilizzando accantonamenti di bilancio disponibili, frutto di oculata amministrazione.
Grazie a questi rapporti e ai provvedimenti adottati conta di ottenere la riconferma e appare sicuro di vincere, non rendendosi conto fino in fondo che in molti casi i rapporti tra gli amministratori locali e la popolazione non sono dei migliori, a causa del progressivo allargarsi della forbice tra ricchi e poveri e della crescente insofferenza verso gli immigrati, indispensabili all’economia regionale. ma mal sopportati grazie alla narrazione leghista e alla diffusione di sacche di illegalità e degrado nelle città, non contrastate, come a Ferrara, dalle amministrazioni locali.
Se in economia Bonaccini è intervenuto efficacemente non altrettanto ha fatto sul piano istituzionale avendo richiesto per la Regione l’autonomia differenziata anche per il settore scolastico, provocando la sinistra di classe e i movimenti che operano nella scuola, da sempre forti di un largo consenso in Regione e che hanno condotto grandi battaglie in difesa della scuola pubblica. Contro questa sua decisione una petizione del comitato Bolognese di “Scuola e Costituzione” ha già raccolto migliaia di firme, invitandolo a rivedere le sue posizioni.
In questa situazione un indubbio vantaggio del Governatore uscente è la personalità e le incompetenze della candidata legista, una ex “zecca rossa”, già barista al Link, il centro sociale di Via Fantoni a Bologna, ora riciclata come amministratrice (sic!) e attuale consigliera comunale a Bologna, dove si distingue per interrogazioni futili e provocatorie in Consiglio comunale e che di recente ha diradato le proprie presenze, emulando il suo capo politico, con sollievo dei cittadini bolognesi che ascoltano le trasmissione radio delle
sedute del Consiglio comunale.
Basterà l’impresentabilità della candidata leghista a far rieleggere Bonaccini? Fanno ben sperare le manifestazioni indette da cittadini svoltesi a Bologna in occasione dell’apertura della campagna elettorale leghista, che hanno visto in piazza Maggiore più di diecimila cittadini e in di 7000 in piazza Piazza Grande a Modena opporsi alla prospettiva del predominio, infastiditi dall’invito salviniano e fascista a liberarsi.
E non è tutto, altre manifestazioni sono annunziate passo passo nei luoghi della propaganda salviniana. Ma purtroppo come abbiamo detto la penetrazione leghista c’é.
Farebbero bene il PD, le sinistre e Bonaccini a ricordarsene e ripristinare la loro presenza nei territori, conferendo all’amministrazione regionale una maggiore efficacia, sciogliendo le ambiguità soprattutto sul progetto di autonomia differenziata, continuando a sostenere il sistema sanitario di eccellenza che è stato costruito e concentrando gli investimenti su scuola e servizi in modo da confermare e sviluppare il modello di gestione a carattere sociale del governo della Regione.