I “mancia pane tradimento”

Il percorso di oleodotti a gasdotti provenienti dalla Russia passa per i Paesi Baltici e Polonia e quelli per il petrolio attraversano la Polonia per arrivare in Germania e soprattutto l’Ucraina. Da questo transito i paesi che lo consentono lucrano diritti di passaggio senza alcun costo.
Va da sé che l’attivazione del Nord Stream 2, che è stato completato il 6 settembre 2021 – un gasdotto di 1230 km che trasporta il gas naturale dai giacimenti dell’Ust-Luga in
Russia con Greifswald nella Germania nord-orientale – bypasserebbe i Paesi Baltici e l’Ucraina, danneggiando l’economia di questi paesi (ma, sia detto per inciso, , anche
se in misura minore, anche quella dei paesi di Visegrad).
Sta qui una delle una delle cause del conflitto sull’Ucraina che oppone la Russia alla Nato: il principale danneggiato è l’Ucraina che vive delle rimesse russe per i diritti di passaggio.
La strategia USA di attacco all’Europa Gli Stati Uniti stanno facendo di tutto per bloccare l’apertura di Nord Stream 2, perché vogliono impedire che l’Europa possa approvvigionarsi di energia a basso costo. Va da sé che se l’energia è più cara i costi di produzione delle
merci europee aumentano e la competitività dell’economia USA cresce.
Dividono, inoltre, l’Europa tra i paesi più ricchi, che beneficerebbero dell’energia a basso costo se Nord Stream 2 entrasse in funzione, dai paesi ex sovietici che si alimentano con i costi parassitari di passaggio degli oleodotti e gasdotti provenienti dalla Russia, interessati a mantenere questa dipendenza. Costringono le economie europee ad approvvigionarsi di gas liquefatto, molto più costoso, che gli USA e il Qatar, loro alleato, trovano difficoltà a vendere e che ha un costo molto maggiore del gas russo e quindi fa comunque salire il costo dell’energia: in ogni caso un grande affare che avvantaggerebbe l’economia USA, rendendola più competitiva.
Infine, con l’ingresso dell’Ucraina nella NATO gli USA renderebbero strategicamente ricattabile la Russia, portando i missili NATO a ridosso del confine, ma dividendo un paese dove larga parte considera i russi come fratelli.
Dal punto di vista USA questa strategia è perfetta: è mortale per le economie europee, come tutti possono costatare, poiché causa l’aumento stratosferico dei costi dell’energia, sia per consumi domestici che industriali, e perché tutto questo non potrà impedire la crescita dell’inflazione; risponde ai bisogni dell’amministrazione Biden, in calo di consensi all’interno, canalizzando l’attenzione verso il nemico esterno: la Russia (e l’Europa). Poco importa se una delle conseguenze è la creazione di un asse tra Russia e Cina, perché la strategia americana guarda al breve periodo e mira a colpire l’Europa.
Necessità di una risposta globale.
A fronte di questa situazione, anche volendo prescindere dal pericolo di una guerra in Europa, occorre rilanciare il movimento pacifista e chiedere come primo passo, da ora e subito, l’espulsione delle basi USA dall’Italia, camuffate da basi NATO, e soprattutto l’espulsione dal territorio italiano dei missili a testata nucleare americani, evitando di rendersi complici di una politica guerrafondaia tra regimi capitalistici che si contrappongono in difesa degli interessi economici e di potenza di potentati industriali e finanziari dei quali sono espressione.
Questa battaglia deve partire riportando l’attenzione sulle 59 basi ed installazioni militari con personale statunitense, comprese quelle Nato. Sono circa 13.000 i militari statunitensi presenti in Italia e di stanza in basi collocate soprattutto sul confine orientale, ma anche a Sigonella in Sicilia e in altre parti del paese, come ognuno può constatare anche semplicemente consultando Wikipedia.
Nel confermare l’urgenza della richiesta ricordiamo il ruolo ormai conclamato che l’intelligence collegata a queste strutture ha avuto nell’esecuzione della strategia della tensione, che tante morti a causato al paese, come recenti inchieste della magistratura stanno dimostrando.

La Redazione