Il 22 dicembre 2023 il Parlamento ha approvato la legge n. 206, uno dei provvedimenti bandiera del Governo Meloni, “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27/12/2023. Viene istituito il “percorso liceale del made in Italy, che si inserisce nell’articolazione del sistema dei licei” e che si provvede alla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del «made in Italy». Il Ministero dell’istruzione e del merito ha poi emanato una circolare contenente indicazioni per provvedere alla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso formativo del nuovo liceo.
I programmi del nuovo liceo prevedono di acquisire conoscenze, abilità e competenze approfondite nelle scienze economiche e giuridiche, all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consenta di cogliere le intersezioni tra le discipline; b) dei significati, dei metodi e delle categorie
interpretative che caratterizzano le scienze economiche e giuridiche, competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione dei specifici settori produttivi; strumenti necessari per la ricerca e per l’analisi degli scenari storicogeografici
e artistico-culturali nonché della dimensione storica e dello sviluppo industriale ed economico dei settori produttivi; di strutture e competenze comunicative in due lingue straniere moderne, corrispondenti al livello B2 del quadro comune europeo di riferimento, per la prima lingua, e al livello B1 del quadro comune europeo di riferimento, per la seconda lingua; sviluppo dei processi di internazionalizzazione anche attraverso il potenziamento dell’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in una lingua straniera veicolare, senza oneri aggiuntivi a
carico della finanza pubblica e ferma restando la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati; il rafforzamento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento attraverso la connessione con i percorsi formativi degli ITS Academy e con il tessuto socio-economico produttivo di riferimento, favorendo la laboratorialità,
l’innovazione e l’apporto formativo delle imprese e degli enti del territorio; l’inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni, attraverso il potenziamento dei percorsi di apprendistato.
Una volta adottato il regolamento nel rispetto dei principi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche nonché di spazi di flessibilità per l’adeguamento dell’offerta formativa alla vocazione economica e culturale del territorio nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa possono essere attivati, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, i percorsi liceali del made in Italy. Ma siccome il tutto deve avvenire “senza determinare esuberi di personale amministrativo, tecnico e ausiliario e di personale docente in una o più classi di concorso e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” viene contestualmente soppresso il Liceo, Scienze Umane, opzione economico e sociale, in atto dal 1° settembre 2010 con la riforma Gelmini e che in questi anni ha dato buona prova di sé per l’equilibrio del suo piano di studi e per il crescente interesse e apprezzamento delle famiglie in termini di iscrizioni.
Il Liceo economico-sociale delle Scienze umane
Il Liceo economico-sociale opzione delle Scienze Umane, anche se rappresentava una novità per l’Italia si poneva in una prospettiva europea finalizzata a fornire competenze avanzate nello studio dell’economia, del diritto e delle scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia). Utilizzando un approccio allo studio di tipo interdisciplinare. Vi era tuttavia un equilibrio tra le discipline dell’area umanistica e scientifico-matematica, accentuato dallo studio di due lingue straniere che confermavano la vocazione internazionale di questa scuola, fornendo una qualificazione culturale e professionale di
respiro europeo che si poneva in relazione positiva con il mercato. Potevano essere così sviluppate le competenze necessarie ad una lettura critica della realtà contemporanea nella sua complessità, integrando i diversi saperi, supportando lo studio con l’utilizzazione di moderne tecnologie didattiche.
Il fine era quello di sviluppare nello studente le competenze necessarie per una lettura critica della realtà contemporanea nella sua complessità, attraverso l’integrazione tra i diversi saperi, realizzata con il supporto di moderne metodologie didattiche. Un tale piano di studi veniva attuato grazie all’approccio scientifico allo studio della realtà attraverso la metodologia della ricerca e utilizzando un approfondito studio delle lingue straniere, supportato da scambi culturali con l’estero. molto graditi agli studenti, che venivano indirizzati dai docenti verso la scelta di percorsi interdisciplinari, che tenevano conto dell’apertura al territorio. Questo percorso veniva verificato in incontri con esperti
esterni e stage nei possibili luoghi di lavoro.
L’utilizzazione della metodologia del problem solving e l’apprendimento attivo mediante l’esperienza sul campo, caratterizzava la didattica adottata. Questa struttura dell’insegnamento era stata rafforzata dall’inserimento di questa scuola in una comunità online tra reti di scuole del medesimo orientamento, il che aveva consentito l’adozione di una didattica sperimentale tesa a fornire agli studenti sempre nuove opportunità e strumenti critici di apprendimento.
Il liceo scientifico sociale assicurava una formazione equilibrata e articolata consentendo l’iscrizione a tutti i corsi di laurea, in particolare ai dipartimenti di economia e commercio, giurisprudenza sociologia e diritto ed organizzazione aziendale, scienze politiche, lingue e letterature straniere, discipline della mediazione linguistica e culturale.
La sua denominazione come scuola faceva riferimento a un chiaro indirizzo professionale che permetteva agli studenti un più facile e immediato approccio al mercato del lavoro: La decisione del governo cancella un lungo lavoro sul piano didattico scientifico attraverso un’apparente coinvolgimento dei docenti che fanno parte del vecchio liceo e che sono stati chiamati ad avallare con un voto praticamente obbligato la trasformazione della loro scuola, pur di non perdere cattedre e posti di lavoro.
L’intreccio diabolico tra Valditara e Lollobrigida
La decisione di approvare la legge istitutiva della nuova scuola interviene ad anno scolastico iniziato e viene applicata utilizzando tempi e scadenze approssimative che generano incertezza negli utenti tanto più che da tempo sono iniziate le attività di informazione che precludono alla scelta degli istituti da frequentare il prossimo anno. Si potrebbe pensare che tutto questo viene fatto per motivi propagandistici, poter alzare la bandiera di un ministro inconsistente, alla disperata ricerca di dare contenuti al nome del suo ministero. Tanto più che per la fretta di far partire le nuove classi si fornisce un orario limitato al primo biennio senza indicare i contenuti didattici dell’intero corso di studi, danto così dimostrazione di pressapochismo sia da parte del ministro proponente che da parte di quello della pubblica istruzione. Ma la situazione è più complessa e coinvolge i Ministeri dell’istruzione del merito oltre a quello del made in Italy.
Ciò che viene fornito agli studenti è un titolo di studio dai contenuti vaghi e comunque non funzionale al mercato del lavoro. L’appeal dovrebbe venire dal mega intervento che il Ministero dell’istruzione e del merito prepara con la riforma degli istituti tecnici. Un filo nero lega infatti il nuovo Liceo alla riforma degli istituti tecnici, la cui durata dovrebbe essere portata a quattro anni per dare modo agli studenti che li frequenteranno di accedere agli ITS Accademy, percorsi di specializzazione post studio della scuola superiore, della durata di due o tre anni, a gestione privata con personale proveniente per il 70% che accentua la tendenza alla consegna ai privati della formazione professionale, con buona pace della scuola pubblica. Se poi tutto questo si colloca nell’ambito dell’autonomia differenziata si colgono agevolmente le dimensioni del disastro.
A. C.