Lo scandalo delle mazzette nella UE, le cui indagini sono ancora in corso, appare una cartina di tornasole dell’intera costruzione Europea.
Una costruzione nata su un equivoco e sviluppata attraverso strade abbastanza prevedibili, ma che, trasformatasi in ideologia e, spesso, in teologia, ha fatto aggio sulla realtà.
L’idea di base della costruzione unione uropea è che i fascismi e i nazismi siano stati il portato dei nazionalismi e che, quindi, la seconda guerra mondiale sia scoppiata a causa di questi comportamenti sciovinisti. In realtà i fascismi e nazismi non erano propriamente nazionalisti ma imperialisti (lo scrivevano a lettere cubitali e lo declamavano ad alta voce. Nulla di misterioso, quindi) e il loro imperialismo era nato in
contrapposizione a quelli già esistenti (Britannico e Statunitense). Tuttavia quello da cui erano tutti accomunati davvero era l’anticomunismo viscerale. Stranamente, ma non tanto, nella costruzione dell’identità europea l’aspetto di classe dei fascismi è scomparso ed è stato riesumato, sotto altre e più complesse spoglie, un liberismo non solo morto e sepolto, ma concausa, esso sì, dell’ascesa dei fascismi.
Una Ue costruita sull’ideologia ordoliberista non può, per forza di cose, trasformarsi in una congrega socialista e, per converso, rischia di finire sotto il trattore qualunquista della destra, che pure di capitalismo e privazione dei diritti sociali se ne intende.
Se quindi la UE nasce e prospera non come unione politica socialista, essa non prevede neppure grandi estensioni della partecipazione democratica. In questo senso è indicativo il diritto “europeo” e la stessa “costituzione europea” (che non esiste in questa forma), i quali hanno come obiettivi principali la concorrenza e la stabilità dei prezzi (in palese contraddizione, tra l’altro, con l’art. 1 della nostra Costituzione antifascista).
Questa sottrazione di democrazia, per quanto la stessa UE, nelle sue tentacolari diramazioni emani norme ad ogni piè sospinto su privacy, trasparenza e chi più ne ha più ne metta, diventa una prateria per le lobby ultracapitaliste. Ma non solo. Siccome l’economia non va a giro senza politica e tutte e due non stanno insieme senza la geopolitica, lo scandalo delle tangenti dal Qatar apre una prospettiva interessante. Nel mentre la stessa UE, sdraiata sulle direttive USA, si sta autocastrando in merito alla guerra fra la Russia e l’Ucraina (una guerra in cui l’Europa, anche non unita, avrebbe avuto un’occasione straordinaria per farsi protagonista di un’azione di pace) e alza la voce contro l’IRAN (cosa senz’altro giustificata dalla situazione in corso in quel paese ma che appare ridicola e chiaramente strumentale se fatta insieme all’Impero USA, che sulla difesa dei diritti civili può vantare ben pochi meriti ) porta avanti collaborazioni con paesi al cui confronto il regime degli Ayatollah sembra la Svezia degli anni ‘70. Qatar, Arabia Saudita (tacendo del Marocco, la cui situazione è diversa ma per il quale è necessario che non si parli del Sarhawi).
Questa permeabilità alle azioni lobbiste, in questo caso illegali, in altri casi perfettamente regolari, non dovrebbe scandalizzare più di tanto, ma dovrebbe invece far riflettere sulla situazione della democrazia e non solo in Europa. Una democrazia dalla quale la partecipazione è espulsa, sostituita malamente da procedimenti burocratici sempre più assurdi e farraginosi. Assurdi e farraginosi perché fatti senza e al di fuori dalla politica.
Ma ben al di dentro degli interessi concreti delle classi dominanti (e questa cosa è se non politica?) e quelli, seppure ben remunerati, di una classe politica ridotta al ruolo di paria benestante che nulla può contro poteri giganteschi.
La delega al cubo della UE si sta trasformando in un boomerang per lo stesso concetto di democrazia e nei momenti di crisi sistemica come questo può succedere che, alla fine, anche quel poco di partecipazione venga visto esso stesso come origine dei mali sistemici.
Un film già visto. In Bianco e Nero.
Andrea Bellucci