C’è del marcio in Danimarca

Il Parlamento danese ha approvato una legge con 70 voti favorevoli e 24 contrari con la quale ha deciso di deportare verso un cosiddetto paese partner i richiedenti asilo e coloro che richiedono e ottengono la protezione internazionale. I richiedenti non metteranno più piede sul suolo danese. Le loro domande verranno esaminate in un paese partner che accoglierà i migranti quando la loro domanda sarà stata accettata, e espellerà quelli che avranno ricevuto un rifiuto. Il “paese terzo” scelto come partner è ancora ignoto, ma si vocifera che si tratti del Ruanda che ad aprile 2021 ha firmato con la Danimarca un memorandum d’intesa sulla cooperazione in materia di asilo e migrazione. Il messaggio è chiaro: «Se fai domanda di asilo in Danimarca, sai che verrai rimandato in un paese al di fuori dell’Europa», [cosi] «Speriamo che le persone smettano di chiedere asilo in Danimarca», ha dichiarato il Governo in una conferenza
stampa.
A presentare la proposta è stato il Governo socialdemocratico della prima ministra Mette Frederiksen, una donna di centro sinistra, che all’inizio dell’anno aveva dichiarato di aspirare a «zero richiedenti asilo» in Danimarca, Naturalmente la proposta è stata sostenuta anche dall’opposizione di centro destra. La Danimarca non è nuova all’adozione di una serie di misure per scoraggiare l’immigrazione, soprattutto dopo la crisi migratoria del 2015. Una legge approvata cinque anni fa già consentiva alle autorità danesi di sequestrare (o meglio depredare) degli oggetti di valore i richiedenti asilo e la Danimarca ha avuto la sfacciataggine di dichiarare «sicura» l’area attorno a Damasco, per spingere i siriani a fare ritorno nel Paese d’origine.
Che un Governo socialdemocratico adotti questo tipo di scelte politiche non stupisce: poiché il suo obiettivo primario è il benessere della comunità che governa, la concessione della cittadinanza aumenterebbe i costi dello Stato e dei servizi per i cittadini e ciò metterebbe in discussione lo Stato sociale danese. Perciò la Danimarca si chiude nei suoi confini, anche se la sua decisione rimette in discussione i diritti alla protezione dei rifugiati stabiliti a livello internazionale, prova ne sia che l’Unhcr (l’agenzia ONU per i rifugiati) ha comunicato di essere «contraria alle iniziative nazionali che trasferiscono forzatamente i richiedenti asilo in altri Paesi e minano i principi della protezione internazionale dei rifugiati».
Ma viene da chiedersi se si tratti solo di una questione economica. Non abbiamo infatti scordato che la contigua e socialdemocratica Svezia, è stata un campione nell’adozione dell’eugenetica, prova ne sia che la legge per selezionare la razza è rimasta in vigore per 41 anni, dal 1935 al 1976, e le vittime della sterilizzazione forzata degli “imperfetti”sono state circa 60000.. Si, c’è proprio del marcio in Danimarca!

La Redazione