1 marzo. Uniti si vince

Per lo sciopero dei migranti del 1 marzo, riteniamo utile pubblicare il documento che segue prodotto da una struttura sindacale nella quale sono presenti molti militanti.

Ordine del Giorno sui Centri di Identificazione ed Espulsione e sulla
Giornata del 1 Marzo dei Migranti

Il II° Congresso della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza CGIL, riunitosi a Firenze in data 25.02.10, ribadisce con forza la posizione della CGIL Confederale contro le aberrazioni giuridiche e anticostituzionali dei campi di detenzione per gli
immigrati cosiddetti “irregolari” ovvero i C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione, ex C.P.T., Centri di Permanenza Temporanea). In particolare la FLC-CGIL fiorentina si oppone a qualsiasi ipotesi dell’apertura di un simile centro nella Regione toscana e chiede, in sintonia con la CGIL Confederale, la chiusura di tutti i C.I.E. attualmente esistenti in Italia.
Se il Governo nazionale dovesse decidere di attivare un C.I.E. sul territorio della Toscana è parere di questo Sindacato che si tratterebbe di una iniziativa irricevibile e la Regione toscana dovrebbe negare qualsiasi collaborazione istituzionale. Infatti non è possibile ipotizzare un campo di detenzione che sia “più umano” o “accogliente”: vanno chiusi punto e basta. I C.I.E. sono in palese contrasto con lo spirito della Legge toscana
sull’immigrazione. La Toscana deve continuare a rimanere un esempio per il resto dell’Italia e non potrà mai accettare un lager per gli immigrati sul proprio territorio.
Secondo la FLC-CGIL fiorentina:
– non si può considerare reato una semplice irregolarità amministrativa, e comunque per chi commetta reati esistono le normali procedure penali;
– non si possono prevedere fino a 18 mesi di detenzione solo per una condizione esistenziale di persone che non hanno commesso alcun reato e che spesso sono in condizione di “irregolarità” a causa di leggi che negano la possibilità di avere documenti regolari, creando un paradossale corto circuito;
– non può esistere un diritto separato per le lavoratrici e i lavoratori migranti in questo paese;
– non si deve mai più ripetere l’abominio delle Leggi Razziali in Italia.
Le condizioni inumane dei C.I.E. in Italia sono state oggetto di condanna senza appello non solo da parte dei sindacati ma anche da parte di numerose altre realtà istituzionali e del volontariato (da Amnesty International ai Medici Senza Frontiere, dalla Commissione De Mistura istituita dal precedente Governo Prodi, al Convegno di oltre 100 giuristi tenuto a Lampedusa il 11-12 settembre 2009).
Oggi in Toscana ci sono 309.651 stranieri residenti, di cui il 51% sono donne e 209.790 sono occupati.
Banca d’Italia stima che all’immigrato ritorna solo la metà delle tasse che paga in termini di pensione, sanità e prestazioni a sostegno del reddito. Secondo i dati dell’ISTAT i lavoratori immigrati in Toscana ricevono il 21,6% di salario in meno dei dipendenti italiani in Toscana. Il sindacato deve difendere i diritti di queste donne
e questi uomini, a partire dalla separazione del legame fra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale nel quale centinaia di migliaia di lavoratori stanno perdendo i loro posti di lavoro in Italia e quindi migliaia di immigrati stanno diventando “irregolari” secondo le politiche razziste del Governo delle Destre.
L’immigrazione in Italia non deve essere affrontata come mera questione di sicurezza, nell’ottica del razzismo istituzionale di questo Governo. Le politiche dell’integrazione sono l’unico modo efficace e rispettoso dei diritti umani per accogliere le lavoratrici e i lavoratori migranti: una risorsa per il futuro del nostro paese che va potenziato e non criminalizzato.
La FLC-CGIL fiorentina chiede:
– solidarietà e accoglienza per le lavoratrici e i lavoratori immigrati in Toscana e in Europa;
– regolarizzazione per tutti gli immigrati che lavorano e vivono sul territorio,
– abrogazione della Legge razzista Bossi-Fini sull’immigrazione.
Per questi motivi la FLC-CGIL di Firenze aderisce con convinzione, come già fatto dalla FLC nazionale, alla Giornata del 1° marzo di mobilitazione dei migranti in Italia e sottoscrive la piattaforma:
. No al razzismo
. Regolarizzazione generalizzata per tutti
. Abrogazione del pacchetto sicurezza
. Accoglienza e diritti per tutti
. No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
. Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
. Diritto di asilo per rifugiati e profughi
. Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
. No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti
. Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
. Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
. Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender
. A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro.
In particolare ribadiamo di essere contrari all’introduzione del tetto del 30% alla presenza, nelle classi scolastiche, di alunni privi di cittadinanza; una misura che riteniamo demagogica, ideologica, fuorviante e razzista; una proposta che invece di favorire processi di carattere interculturale, li ostacola, li respinge e provoca lo sviluppo di culture xenofobe.
Per questi motivi la FLC-CGIL di Firenze sostiene e partecipa alla Giornata unitaria dei migranti del 1 marzo a Firenze con il presidio politico e culturale in Piazza S.S. Annunziata nel pomeriggio dalle 16 alle 19.30. e con iniziative didattiche specifiche sul tema nelle scuole e all’Università.
Infine la FLC-CGIL di Firenze sosterrà con convinzione la campagna antirazzista che sarà promossa dalla CGIL Confederale, insieme ad altre organizzazioni, dal 1 al 21 marzo, giornata internazionale contro il razzismo promossa dall’ONU.