La fine del matrimonio concordatario

Mentre il Presidente della Conferenza episcopale italiana passeggia nervoso per i 800 mq. della sua casa non si sa se si dispera per la “donazione” all’Ospedale Bambin Gesù, in parziale compensazione delle spese sostenute dall’ente per la ristrutturazione del suo appartamento o per il crescente consenso intorno a una legge che concede qualche diritto alle coppie di fatto etero e omosessuali. Egli sa bene che non si tratta del
matrimonio paritario e che tutta una serie di diritti rimangono riservati alla famiglia tradizionale cattolica, ma il provvedimento è comunque pericoloso perché apre le porte a una possibile evoluzione del diritto di famiglia.
Il pericolo vero viene da quello li che si ostina ad abitare a Santa Marta invece che nei palazzi apostolici, un demagogo, un peronista che sta distruggendo il matrimonio canonico e i tribunali rotali e concede ai vescovi il potere di annullare in via amministrativa dei matrimoni. Strepita affermando che le cause davanti alla Rota
sono troppo care, che le procedure sono lente e farraginose. La verità è che pensa che un matrimonio per tutta la vita potrebbe entrare in crisi e tratta questi casi con misericordia, come gli ortodossi.
Blasfemo, eretico, nemico della tradizione curiale e della scienza canonistica, antitridentino, revisionista. Ma del resto Lui è un gesuita di rito greco cattolico, uno inquinato dagli uniati. Non si rende conto: addio trascrizione civile del matrimonio canonico e delle sentenze di nullità. Come possono i giudici civili accettare provvedimenti amministrativi emanati dai vescovi e dare a questi efficacia civile?
Qui salta non solo il Concordato italiano, ma tutti i Concordati. E’ la fine del sostegno dello Stato alla visione cattolica della famiglia ! Lui continua a dire che bisogna farlo per salvare il salvabile, ma la Chiesa, la Chiesa sa che se si cede anche solo di un millimetro crolla tutto. Dov’è più la magia del rito, delle tradizioni, il sacrificio dei coniugi infelici in nome della salvaguardia del sacramento. Quanto erano felici i tempi in cui nella camicia da notte della donna si praticava un buco all’altezza della vagina, perché il marito potesse soddisfare i suoi bisogni e intorno al buco si ricamava la scritta “non lo fo’ per piacer mio/ ma per far piacere a Dio!”
E poi questa idea delle adozioni, questo voler svuotare gli orfanotrofi, che aberrazione ! Avevano ragione gli irlandesi. I bambini devono avere un padre e una mamma, se non ce l’hanno, in orfanotrofio: meglio i frati e le suorine!
E poi cedere proprio ora che stanno arrivando i rinforzi e che tanti musulmani contribuiscono alla rinascita del sacro. Certo, sono infedeli, da convertire, ma meglio seguaci di un falso Dio che atei. Tra credenti ci si può sempre mettere d’accordo.
Bisogna fare come si fa nei paesi civili, come la Slovacchia, la Polonia, la Croazia, la Slovenia: loro fanno la legge e noi organizziamo un referendum abrogativo.
Bussano alla porta, è tempo di andare, i chierichetti aspettano!