“Oggi è l’ultimo giorno della scuola dell’infanzia comunale, di un servizio pubblico e di qualità con una storia pluridecennale, di un servizio di formazione per i bambini in età scolare dai tre ai sei anni che, per una scelta dell’amministrazione comunale mascherata da impedimenti di tipo economico, verrà appaltato in orario pomeridiano a gestori privati”, scrivevano a fine giugno le insegnanti delegate Rsu della scuola dell’infanzia del Comune di Firenze in una lettera aperta. A Firenze ben diciotto scuole materne comunali sono state rottamate, trasformandole da scuole a tempo pienpo a scuole con il famigerato doposcuola gestito da cooperative esterne, alla faccia della programmazione, dell’unità didattica e del turn over per il personale.
Da qualche mese questa decisione del Comune di Firenze non stupisce, ma indigna e così insegnanti, genitori e semplici cittadini non si sono rassegnati e hanno dato vita a un movimento molto partecipato e attivo “l’infanzia non si appalta”, con numerose manifestazioni nelle scuole, nei parchi, in Piazza della Signoria e dintorni, dibattiti televisivi, campagne di finanziamento (https://www.facebook.com/nonsiappaltalinfanzia).
Anche in tempi di vacanze, il 7 luglio c’è stata un festa per finanziare il ricorso al Tar che è stato presentato, perché con questo atto del Comune renziano si verrà a determinare una discriminazione fra i bambini che frequenteranno le scuole dell’infanzia che saranno appaltate e quelle che resteranno comunali “nelle scuole comunali i bambini avranno il tempo scuola intero. Nelle altre invece il tempo scuola sarà soltanto la mattina. Mentre il pomeriggio si sommeranno una serie di attività aggiuntive. Nel bando poi si fa una gran confusione dato che gli insegnanti potranno essere sia educatori che docenti. Peccato però che solo per ricoprire quest’ultimo ruolo occorre avere ruolo e abilitazione”, spiega una delle portavoci, Francesca Di Marco. “E’ mancata perfino la discussione in consiglio. Non parliamo poi delle 5 mila firme consegnate, nessuno ci ha
risposto”.
Il movimento ha avuto un grande impatto nelle scuole, fra la popolazione che ha figli a scuola e in pochi mesi è cresciuto tanto da “spaventare” i renziani doc del Comune di Firenze. Si è arrivati al punto che la Vicesindaco Giachi ha mandato una circolare alle strutture scolastiche comunali per ricordare che nelle scuole, compresi muri esterni e cancellate non si possono appendere volantini, striscioni, materiali che non provengano dall’Amministrazione comunale. E allora s’è scatenata una campagna di striscioni, adesivi, magliette e lenzuoli con mani di tutti i colori e scritte, che vengono messi nei più svariati luoghi privati, mezzi di trasporto (vedi le foto in facebook per capire).
Con il fair play tipico della scuola di pensiero renziano la Giachi è poi arrivata a concludere un’ intervista con la frase “I bambini non possono capire.”
La risposta, saggia e sarcastica, non si è fatta attendere: Gentile Assessora, “i grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni tutto ogni volta (Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupéry).
A.D.