L’opposizione “ombra” in Albania

In genere nei paesi anglosassoni esiste il governo ombra e ciò significa che al Governo si contrappone una opposizione forte. Ma esiste purtroppo anche l’opposizione ombra di se stessa, una opposizione debole per non dire inesistente; una opposizione che non ha un programma ma dice di averlo, che gode delle calamità naturali come in questi gironi di neve, che critica il governo e dice che se fosse stata al suo posto questa
calamità non sarebbe successa.
Questo è quanto succede in Albania, dove l’opposizione non ha idea su che cosa fare per far cadere il governo Berisha, che ha tanti problemi. I socialisti albanesi che monopolizzano l’opposizione non rappresentano un’alternativa valida. Si limitano a dichiarare che “LA COLPA È DI BERISHA” ma questa trovata propagandistica mediocre può far colpo solo su persone servili, ignoranti e amanti del bene comune che
vogliono e cercano solo una poltrona su cui sedersi per fare carriera. Gli albanesi onesti non hanno l’obiettivo di arricchirsi quando scendono in piazza per protestare ma cercano e vogliono salvare il proprio paese.
È passato più di un anno dal sanguinoso 21 gennaio 2011 quando sono morti 4 manifestanti pacifici, e quando quattro famiglie hanno perso i loro padri, quando una madre ha perso sia il marito ucciso dalla guardia repubblicana e suo figlio che alcuni mesi più tardi si è tolto la vita dalla disperazione per la perdita del padre. Il governo ha considerato queste persone dei golpisti, quando nessun golpe esisteva: golpe o no quattro famiglie hanno perso i loro cari.

Dov’è il leader socialista Edi Rama?

Già sindaco di Tirana, sperava di scaldare per decenni quella poltrona, avendo fatto nei primi anni di governo qualcosa per la città. Allora, nel 2000, non faceva ancora parte dei socialisti ma era il candidato sindaco indipendente. Stravinte le elezioni successive del 2003, candidato come socialista in contrapposizione con un uomo di Berisha, ripeté il suo successo nelle elezioni del 2007. Si sentiva sicuro di vincere anche nelle elezioni dell’8 maggio 2011 ma ha sbagliato i conti e ha avuto una grande delusione. Ciò è avvenuto perché il Partito Socialista era ormai diviso in tre parti; due partiti socialisti e un gruppo di sostenitori del ex-leader socialista Fatos Nano che ha ancora influenza all’interno di uno dei partiti e seguaci tra il popolo. L’ego di Rama è stato cosi grande che si è candidato da solo, rifiutando l’alleanza con i comunisti e ciò gli è costato
molto caro.
Il candidato di Berisha era la punta di diamante del Partito Democratico, Lulzim Basha giovane e futuro leader del PD, dalle voci che girano. Ma nelle elezioni si è intrufolato anche il candidato dei comunisti, offeso per il rifiuto dell’alleanza da parte socialista, raccogliendo 1394 voti, sufficienti a non consentire a Rama di vincere, dal momento che la differenza tra Basha e Rama era di 81 voti a vantaggio del primo. Nelle precedenti elezioni del 2007 i socialisti scissionisti del Movimento Socialista per l’integrazione (LSI) avevano supportato Rama ed egli vinse; l’unica volta che si è candidato “da solo” senza la LSI ha perso. Malgrado l’evidenza Rama non ha fatto nessuna autocritica e in sette anni di leadership dei socialisti non ha mai vinto contro Berisha in un confronto diretto, tanto che questi lo sfotte pubblicamente e dice che con Rama come avversario politico vince sempre ma ciò gli fa perdere il gusto di vincere perché è troppo facile.
Dopo le elezioni ultime del 2011 Edi Rama ha pubblico un libro dove ne dice di cotte e di crude contro tutti: lui era la vittima della situazione, diceva di aver saputo molto tempo dopo dei brogli fatti dai socialisti nel 2009 per far eleggere come deputato il leader della LSI Ilir Meta. Ma nessuno gli crede perché Rama aveva un debito con Ilir Meta, perché era stato proprio lui ad aiutarlo dal 2000-2007 a stravincere sempre contro i candidati di Berisha, quando faceva parte egli stesso del Partito Socialista. In quegli anni nessuno conosceva Rama, tanto che Meta se lo portava sempre dietro.
E cosi ormai senza uno stipendio fisso da portare a casa, Rama è divenuto un venditore del suo libro di città in città, spingendosi alcune volte anche fuori dai confini del paese, fino in Kosovo, Macedonia e Grecia la dove sono presenti minoranze albanesi molto numerose. Di meeting in meeting egli faceva promozione del
libro, firmava autografi e dediche a coloro che acquistavano il volume. Faceva anche qualche battuta sul “dottore “, come lui chiama Berisha e tutti ridevano ma intanto lui intascava i soldi Il libro ha avuto un discreto successo ma nessun vantaggio hanno avuto le famiglie che hanno perso i loro cari il 21 gennaio, mentre Rama continua imperterrito la sua attività di sciacallaggio. Quest’anno come di routine il 21 gennaio è stata organizzata una protesta silenziosa in loro memoria e poi tutti a casa dalla moglie,
dal marito, dall’amante; invece i famigliari delle vittime sono rimasti da soli e vivono con i ricordi e il rammarico, per quanto avvenuto. Sarebbe stato meglio non essere andati in piazza quel maledetto 21 gennaio 2011.

La giustizia non è giustizia quando ad approfittarne è Berisha; invece ci va bene quando ad approfittarne siamo noi.

Ma la falsità e la strumentalizzazione di queste persone che non hanno più i loro cari risulta evidente quando vedi due donne, deputate socialiste, che pubblicamente piangono commosse e porgono dei fiori, quando invece i loro figli sono tra “gli intoccabili” che qualche mese prima del gennaio 2012 hanno ucciso, hanno privato delle madri dei loro figli, e ne sono usciti puliti: ci mancava solamente una medaglia. Come si può credere a quelle lacrime false?
Una opposizione più corrotta del governo stesso, una opposizione che davanti ai media dice di proteggere gli interessi del popolo, dietro le quinte stringe patti segreti con il partito al potere.
E’ ancora nel ricordo di tutti il video alle origini dei disordini del 21 gennaio che riprende l’ex-Vice Primo Ministro Ilir Meta e il suo collega Dritan Prifti discutere delle somme da riscuotere come tangenti in cambio di concessioni di sfruttamento di risorse energetiche. Il processo a carico dell’imputato si è concluso con un’assoluzione grazie alle collusioni presenti nell’ordinamento giudiziario. Era stato l’ex-Ministro del Economia Dritan Prifti, suo compagno di partito, a parlare e a diffondere il filmato, ma nel suo portatile sono stati ritrovati numerosi video compromettenti utilizzati per ricattare gli amici-nemici. Tra questi si è trovato un video dove era ripreso anche Prifti mentre spartiva 70 mila euro con il suo Vice Ministro e moltissimi altri video di contenuto analogo per cui adesso è anche egli indagato. Adesso il “pentito” non lo vuole più nessuno come alleato e tanto meno come membro di partito, perché adesso gli amici sono diventati nemici, e Rama da buon pragmatico non vuole una patata bollente tra le mani.

L’opposizione virtuale

Da qualche mese il leader Rama ha cambiato rotta. In una sua dichiarazione pubblica egli ha detto che l’opposizione non si fa protestando in piazza e con questa dichiarazione ha calpestato i morti del 21 gennaio 2011 dimenticando che egli stesso sin dal 2009 incitava il popolo alla protesta di massa contro il governo Berisha, dichiarando che non si sarebbe mosso da nessuna dalla piazza finché Berisha non avesse rassegnato le dimissioni.
Un’altra delusione viene dal leader del partito più grande dell’opposizione che fa dello sciacallaggio sui martiri del 21 gennaio. L’ultima trovata di Rama e dei suoi consiglieri è: non più dichiarazioni di stampa per i media ma cinguettare su twitter. In poche parole se il dottore (Berisha) fa una dichiarazione durante una seduta di governo, il leader socialista gli replica su twitter.
Un albanese medio per seguire la politica del leader del suo partito dovrebbe collegarsi a internet quando una famiglia albanese media ha un reddito basso che va sui 150 euro al mese, dove lavora soltanto un membro della famiglia, perché il lavoro non c’è ! Eppure dovrebbe avere un pc per collegarsi ogni giorno su twitter, per aggiornarsi, pagare le bollette di luce e acqua quando non riesce nemmeno a illuminarsi e a bere,
pagare le medicine che servono mentre non può nemmeno mangiare pane e acqua. E la cosa si fa più ridicola perché adesso tutti i TG albanesi quando si riferiscono a Rama dicono sempre: Rama ha scritto su twitter!
Forse anche una famiglia delle zone remote del sud o del nord del Albania ha un pc ha una casa con il collegamento internet. Forse le famiglie che sono adesso isolate dalla neve seguono Rama su twitter. L’internet è una cosa bellissima e molto utile, ma non si fa l’opposizione su internet e sopra tutto non da parte del leader del partito che dovrebbe essere un esempio di umiltà che dovrebbe andare ad incontrare ogni persona casa per casa, sedere a mangiare pane e acqua con i suoi elettori perché la miseria e la povertà ha colpito tutti, invece di pubblicare status su twitter e prendere in giro tutti gli albanesi. Certo Rama è all’avanguardia, tanto che ora anche la Merkel ha pubblicato un status su facebook, Sarkozy ha pubblicato su my space, Monti su twitter.
L’opposizione non esiste è se c’è viene schiacciata con pugno di ferro, chi critica è accusato di essere “nemico del partito” e “di portare l’acqua nel mulino di Berisha” e viene espulso, come è il caso di Kastriot Islami, voce autorevole del partito, tra gli estensori della Costituzione albanese, ex Presidente del Parlamento albanese, ex ministro di spicco del governo socialista, eliminato dal partito perché critica da due anni la politica sbagliata di Rama. Ormai è tutto come sui social network: se non sei mio sostenitore io ti elimino dai miei amici, io ti elimino dal partito.
Tutti seguono Rama, e fanno quello che dice lui; se non sei servile non vali niente, se non sei carina e disposta a lavorare anche in orizzontale non vali. Di ogni sconfitta elettorale Rama dà la colpa ai brogli che fa Berisha, ma intanto non fa nulla per fermare questi brogli o almeno evitarli, mettendo nelle commissioni di ogni seggio elettorale giovani laureati e istruiti all’estero non i militanti ignoranti che non sanno neanche scrivere il proprio nome, e giovani “laureati” – se li si può chiamare tali, nelle università private che in questi anni fioriscono in Albania.
C’è bisogno di sangue nuovo nella politica albanese, di giovani preparati, di giovani con degli ideali chiari, non di persone che si vendono per due lire; c’è bisogno di giovani che amino il proprio paese e non il proprio partito. Il paese ha bisogno di questi giovani perché è in agonia. La povertà e il disagio sociale crescono e perciò sono i giovani migliori che si devono rimboccare le maniche e spazzare via dalla vita politica i vecchi
che non ne vogliono sapere di lasciare la poltrona, giovani che non hanno parenti in politica e non sono raccomandati. C’è bisogno di un cambiamento totale.
Un luogo privilegiato d’intervento può essere costituito dai giovani emigrati, soprattutto da quelli che studiano all’estero, a causa delle insufficienze del sistema formativo albanese. Con loro bisogna discutere della necessità di ritornare, senza lasciarsi affascinare dalle società ospitanti, anteponendo gli interessi del popolo albanese a quelli personali.
Ma questi giovani esistono anche in Albania? A mio parere sì. Devono però capire che è necessario prendere in mano direttamente le cose, non delegare ai partiti, creare strutture sociali di partecipazione, rifondando dal basso il paese.

Arens Cela